Viviamo in un posto bellissimo - 29 aprile 2023, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo che dovrebbe imitare Enzo

Puntata d’invito all’azione per promuovere l’Astigiano fotografando la sua unicità e bellezza secondo i suggerimenti di un grande professionista

Il Compianto sul Cristo morto fotografato da Enzo Isaia

Il Compianto sul Cristo morto fotografato da Enzo Isaia

Mi capita spesso di celebrare l'arte fotografica di Enzo Isaia, professionista torinese in buen retiro in quel di Rocca d'Arazzo. Buen retiro per dire, visto il suo continuo dedicare giornate anche solo ad uno scatto. Passione, esperienza e tecnica. E i risultati affascinano.

Ci siamo sentiti in settimana, a commentare la, a mio parere infelice, campagna di comunicazione Open to Meraviglia. La sua tesi era diversa, nella certezza che in Armando Testa fossero con i piedi per terra nel visualizzare luoghi e modi per noi banali, ma in linea con la notorietà dell’Italia all’estero. Poco comunque importa chi avesse più ragione per il tema di giornata. Tema che mi ha stimolato postando la sua interpretazione di due spettacolari luoghi d’arte e fascino di Asti: il Compianto sul Cristo morto, meraviglioso complesso scultoreo di inizio Cinquecento, custodito in Cattedrale, e il Battistero di San Pietro in Consavia. Bellissime foto e illuminante descrizione dell’atto produttivo. Atto costruito con pensiero e tempo. Il pensiero di farsi aprire la grata del Compianto e di riprenderlo sdraiato per terra; il tempo di aspettare che la luce naturale creasse un particolare gioco di ombre tra le colonne del Battistero e che tre persone davanti all’entrata fornissero dimensioni e profondità.

Appena online le ho condivise, non certo per gratificare un amico, non solo per invitare a ritrovare orgoglio astigiano nella bellezza dei tanti nostri luoghi iconici, ma nella speranza di emulazione. In un periodo in cui si fotografa di fretta e furia, giusto per attestare l'io c'ero, ritrovare tempo e attenzioni ha il suo bel valore, non certo solo per Enzo. Ne ho scritto spesso: la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico di Asti e dell’Astigiano, unico, irripetibile, bellissimo, è elemento indispensabile per favorire lo sviluppo locale, anche economico. A volte basta una foto per farlo, se poi fossero migliaia e pure a plagio di Enzo, molto meglio.

Nel turismo, le immagini rivestono un ruolo di primaria importanza, perché sono il primo biglietto da visita della destinazione. Ma per avere successo, è importante la loro qualità. Ne abbiamo bisogno? Certo che ne abbiamo bisogno, sia per la carenza cronica di occupazione dei 2.395 posti letto che compongono la ricca offerta ricettiva di Asti, che per la mediocre iconografia promozionale a disposizione. Provate a cercare una bella foto di uno dei capolavori di Gandolfino. Per trovarne una decente dovrete accontentarvi della ripresa del polittico l’Incoronazione della Vergine, custodito a Palazzo Cuttica di Cassine ad Alessandria, al netto delle damigelle in costume settecentesco che gli stanno attorno. Provate a cercare una bella foto della Madonna del Tempo, capolavoro trecentesco ritrovato ed esposto nella nuova chiesa di San Pietro. Provate a cercare qualche bella foto delle nostre torri medioevali, dell’interno di quello spettacolo che è la chiesa di Maria Ausiliatrice in Viatosto e, ahimè, di tanto, tanto altro. Il problema c’è, ma è facilmente superabile per quanto alle nostre foto pensandole un po’ di più, per quanto a quelle pubbliche investendo qualche risorsa comunale in un signor servizio fotografico. Non di Enzo, troppo. Per lui basterebbe trovare uno spazio espositivo stabile a dare valore ad Asti con i suoi Compianto e Battistero, con le sue facce da Palio, con la sua sublimazione dei borghi e delle campagne dell’Astigiano, e con tutto quanto possa tirarci fuori dal cilindro.

Davide Palazzetti

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