Oggi vorrei parlare di bruchi e farfalle. Parlare di quei gruppi di cellule sopiti nel bruco, chiamati dischi immaginali. Gruppi dai quali si svilupperanno le strutture della farfalla. Piccoli gruppi di cellule che mi piace vedere metafora di quanti tra noi siano sufficientemente motivati, determinati e pronti a cercare di cambiare il mondo.
Senza alcun valore di test, ma solo per capirci, propongo una poesia. Una poesia di Alda Merini, invece di altre duecento e passa mie parole, tante ne escono nelle circa duemila battute mancanti all’usuale lunghezza di un mio pezzo di questa rubrica.
Una poesia e una certezza: se vi emoziona, siete pronti.
Se la mia poesia mi abbandonasse
come polvere o vento,
se io non potessi più cantare,
come polvere o vento,
io cadrei a terra sconfitta
trafitta forse come la farfalla
e in cerca della polvere d'oro
morirei sopra una lampadina accesa,
se la mia poesia non fosse come una gruccia
che tiene su uno scheletro tremante,
cadrei a terra come un cadavere
che l'amore ha sconfitto.
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