I granchi blu, indiscutibilmente ‘piaga’ dell’estate 2023 per quanto riguarda la pesca nei nostri mari, iniziano a fare la loro comparsa anche sui banchi delle pescherie astigiane.
Ma facciamo un piccolo passo indietro, ricordando come l’invasione dei mari italiani da parte del granchio blu è un altro esempio lampante di come azioni umane apparentemente banali possano arrecare danni significativi all'ambiente e agli ecosistemi.
Infatti, in ambiente nativo (ovvero nell’area atlantica del continente americano), il granchio blu, noto anche come granchio reale blu o Callinectes sapidus, svolge un ruolo chiave come fonte di cibo per i suoi predatori naturali, tra cui figurano anguille, razze, squali, persici e, ovviamente, esseri umani.
Se introdotto in ecosistemi marini più piccoli e fragili – quali il Mediterraneo o l’Adriatico, in cui è giunto per l’incuranza con cui vengono spesso svolte le operazioni di carico acqua sui grandi carghi – la sostanziale assenza di suoi predatori naturali e la rapidità con cui si riproduce lo trasformano in una specie capace di decimare molto rapidamente la fauna locale, con particolare riguardo per vongole e cozze, di cui peraltro è ghiotto.
Secondo una stima di Fedagripesca-Confcooperative, in pochi mesi i granchi blu avrebbero provocato danni economici stimati intorno ai 100 milioni di euro, soprattutto con riferimento alle vongole. Per contrastare il problema, il governo ha stanziato 2,9 milioni di euro destinati a una stagione straordinaria di pesca di questi granchi che, essendo per l’appunto pienamente commestibili, sono finito sui banchi delle pescherie del nostro Paese.
Non solo nei luoghi di mare ma anche, come accennato in apertura di articolo e come attestato dalla foto, nei supermercati astigiani. Dove un numero crescente di consumatori li sta acquistando, anche in considerazione del fatto che costano mediamente molto meno rispetto ad altri crostacei.
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