“Lavorare stanca”, allora leggi - 02 settembre 2023, 09:30

Gesù, Feisbuc, Gangnam Style. Cambiare il passato con Fabio Messina

Nuova uscita per la rubrica "Lavorare stanca. Allora leggi"

Foto Letture

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Elisabetta mi scrive qualche mese fa, ad inizio anno col freddo.

Elisabetta si prende cura di me e degli autori di cui scrivo, fa da tramite molto spesso.

A me manda i libri e a loro manda un bacio. No scherzo non so cosa mandi a loro ma di sicuro a me manda libri che molto spesso non ho voglia di leggere ma se non ho voglia di leggere libri locali di autori emergenti oh che ci faccio qui?!

Più che altro la cosa che mi faceva avere poca voglia di leggere questo libro è il titolo.

L’autore comunque è Fabio Messina, tizio a cui ho scritto su instagram mandandogli un bel unboxing mentre scartavo la sua opera e dicendogli tipo “ei ciao non mi conosci ma presto ti leggerò e scriverò di te”. La parte che ho mancato di dirgli è stata appunto quella in cui “ei ciao non ho molta voglia di leggerlo il tuo libro”.

E perché! Eh per il titolo.

E niù làif” voi come lo leggete? E cosa vi suscita?

Io per mesi l’ho tenuto sulla mensola e ogni giorno passandoci davanti i miei occhi l’hanno incamerato “E NIU LAIF” ma l’accento di laif l’hanno messo sulla i tipo “naif” ma con la L. 

Cosa mi ha suscitato? Niente. 

Niente perché, cosa vuol dire? Che cavolo di titolo è? 

Oh Fabio. Partiamo male eh.

Che poi ovviamente, come tutte le cose che uno non capisce, che uno non conosce, che giudica perché diverse da come le avrebbe fatte lui, basta leggere. Basta aprire il libro e iniziare a leggere. 

Conoscere, dare una possibilità, smettere di credere di essere i soli al mondo a fare le cose nell’unico modo possibile.

Quindi: E niù làif di Fabio Messina, eccoci.

Prime due pagine. Scassata dal ridere, morta. 

“un casermone realizzato in quell’inconfondibile stile architettonico da speculazione edilizia degli anni ’70, denominato ‘basta che stia in piedi’”

I capitoli sono lunghi un paio di pagine, sono veloci, freschi, si spizzicano come l’uva. 

L’ho letto in un pomeriggio. 

A pagina 10 ho capito quanto arrogante, meschina e schifosa sia la mia saccenza. 

Boriosa, presuntuosa e pedante, tiè. 

Fabio scrive tutte le parole straniere così come si pronunciano, tipo: ueb, feisbuc, ichea, divudi, desser. Capito? Capito il titolo adesso? A NEW LIFE

Fabio, sei un genio. Oppure sei strano non so. Oppure non sapevi come si scrivesse low profile e hai optato per lou profail perché è così che gli italiani trovano le soluzioni: si arrabattano!

Avete mai pregato Gesù per qualcosa di stupido?

Io tantissime volte. Tipo da piccola quando non trovavo le cose. 

Mai che pensassi a Gesù durante le mie giornate poi perdevo momentaneamente qualcosa tipo una biro o un orecchino di evidente vitale importanza e partivo subito con le mie preghiere “Gesù. Ti prego. Trovamelo. Aiutami a trovare l’astuccio. Dai aiuti tutti, io non ti chiedo mai niente. Almeno l’astuccio

È quello che fa anche Andrea, il protagonista del romanzo. Gli succede una cosa e a 50 anni si mette ad invocare Dio. Gli fa notare che lui ha sempre fatto la differenziata, messo la freccia, ceduto il posto sul pullman ai vecchietti e che quindi questo favore glielo potrebbe pure fare no!? “Perché, Dio, sennò vorrebbe dire che le persone buone ti fanno proprio schifo eh?!” 

Dio gli dà corda. 

E lo fa tornare a quando aveva 11 anni. Con la coscienza e l’intelligenza e l’esperienza dei 50. 

So che è assurdo. Anche se in realtà io l’astuccio poi l’ho sempre ritrovato e ho sempre pensato che prima non fosse lì e che poi Gesù che è un mattacchione me lo avesse fatto ricomparire a sorpresa. 

Ma, avanti, pensateci. A ritornare piccoli davvero con la testa che avete ora. 

Cosa fareste? Tutto diverso? Pensateci. 

Impedireste a Lady D. di uscire di casa quella sera? Ad Albano e Romina di separarsi? Direste alla mamma di Fabio Volo di far giocare a calcio suo figlio come tutti invece che scrivere libri misogini? Produrreste voi Gangnam Style? E il covid? E il metaverso? E il toast tagliato a due euro? O passereste le giornate ad osservare vostra mamma e papà amarsi? I vostri nonni? Le mode degli anni ’80. 

Pensateci.

Fabio ci ha pensato.

Ci ha fatto una bella riflessione. 

Mi è piaciuto. Ironico, profondo, toccante, commovente (il finale madò).

Ho scoperto che Fabio aveva scelto un’immagine scattata da lui per la copertina di questo suo primo romanzo. Mi piaceva assai, anche a lui. Anche ad un altro autore evidentemente, uno molto più famoso di lui, che ha pubblicato un paio di giorni prima di Fabio e che ha costretto quest’ ultimo, pover’uomo, ad un cambio repentino.

Ti abbraccio Fabio.

Fammi sapere che cos’hai contro le parole straniere. 

E voi, leggete E niù làif!

Aurora Faletti

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