Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone El Party, di Jake La Furia e Alessio La Profunda Melodia, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify
Vi siete mai spinti al limite?
Sapreste descriverlo il vostro? Che sia fisico, mentale o emotivo, per me il limite è una riga che separa quella che sono da quella che vorrei essere.
È quella roba che mi ricorda costantemente quanto lavoro ho ancora da fare. L'incontro con Paolo, Paolo Grana, è stato incredibile. Lui che i limiti li sfida con sana coscienziosità, lui che fa acrobazie in sella alla sua moto con la stessa facilità con cui io salgo sulla mia macchina. Perché è proprio questa la grandezza dei talenti: far sembrare semplici e naturali le cose che sono tutt'altro che così.
Paolo, raccontami di te e della tua passione per i motori
Ho 41 anni e vengo da Castello di Annone. Sono sempre stato appassionato di motori, è stato mio papà a trasmettermi questo amore. Dopo un brevissimo periodo di allenamento normale di motocross, mi sono appassionato al freestyle.
A che punto siamo del racconto?
Siamo intorno al Duemila, quando il motocross freestyle stava nascendo a livello mondiale. Io ho iniziato a vedere questi funamboli in moto e mi è nata la voglia di provarci. I miei amici, invece, erano spaventati da questa nuova disciplina. Così è partita la mia carriera come pilota. Nel 2002 debuttai in spettacoli a livello internazionale.
Che emozioni ti dà saltare con la moto?
Ti fa staccare i pensieri da tutto il resto, hai quel mix di paura (e ci deve essere) e la giusta dose di follia. Devono necessariamente esserci entrambi. È fondamentale usare la testa: solo così vivrai le acrobazie con emozioni incredibili, con un'adrenalina allucinante.
Come facevi a capire dove sbagliavi?
All'inizio lo capivo con le radiografie cosa sbagliavo. Cadevo tutti i giorni. Ora le cose sono cambiate. Devo dire, però, che in questa disciplina si salta da soli, per cui non c'è il rischio di scontrarsi con altri piloti. La velocità con cui si fa il salto è bassa, per cui in caso di impatto il colpo è meno forte. Ci vuole responsabilità.
Primo allievo: Vanni Oddera
Cosa succede nel 2003?
Motivi extra sportivi mi hanno allontanato dal freestyle, ma solo in qualità di pilota, perché lì ebbe inizio la mia carriera di istruttore. Passai infatti l’estate a seguire un altro ragazzo avvicinatosi a questa specialità: Vanni Oddera, diventato poi uno dei freestyler più influenti a livello internazionale, nonchè inventore della mototerapia, a livello mondiale. Fare questo sport da solo non era così affascinante. Insegnarlo mi dava ancora più emozione. È uno sport individuale in cui si sfida se stessi.
Resto allibita. Cioè, fammi capire. Il grande Vanni Oddera ha avuto come maestro Paolo di Castello di Annone? Incredibile. Lui che entra negli ospedali pediatrici per regalare sorrisi ai piccoli malati anche attraverso un giro in moto. Quante emozioni regalano gli astigiani? Quante storie incredibili stanno venendo fuori, di cui spesso non si conosceva l'esistenza?
Dimmi di Vanni. Come è stato il rapporto con lui?
Era un allievo dal grandissimo talento, è una delle persone più intelligenti che io conosca. Vanni è incredibile, ha sempre l’asso nella manica, ha la giusta testa e la giusta dose di sana follia. Ci siamo conosciuti nella pista di Valmanera, gli ho proposto di saltare con me. Collaboriamo ancora adesso, ci sentiamo spesso. Cerchiamo di darci una mano, le nostre competenze si uniscono.
Altri allievi?
Alessio Ponta, che ha partecipato anche al Guinness World Record, riuscendo nell'impresa, con i suoi compagni, battendo il record di 15 “superman”, una serie di acrobazie in aria durante i salti con la moto, in un minuto di tempo. È stata una grande emozione quando, davanti a Gerry Scotti, hanno citato anche me, un onore.
La figura del maestro e la morale di nonno in latino
Il racconto di Paolo mi fa pensare. E anche tanto. Vi siete mai chiesti quanto sia importante avere i giusti maestri nella vita? Io sì, me lo chiedo sempre più spesso. E la cosa mi fa effetto: perché di Paolo mi ha parlato la sua maestra di scuola, Loredana, raccontandomi di un suo alunno che fa cose incredibili, con parole piene di ammirazione. Quelle che Paolo, oggi, cresciuto, non dimentica di spendere verso i suoi alunni. Rifletto sulla figura del maestro nella mia vita e avverto un vuoto. Penso a mio nonno che, quando ero piccola, mi ripeteva una morale in latino, che in italiano suonerebbe così: "Il discepolo diligente ubbidisce ai precetti del maestro". Del maestro... Averne di maestri così, come Loredana a scuola e Paolo in pista.
Raccontami il dopo
Nel 2004 ecco il mio ritorno come rider; in più iniziai a muovermi per far crescere questo sport, ancora non riconosciuto come tale. Nel 2005 provai anche l'esperienza di essere stuntman a Jesolo e al parco divertimenti di Mirabilandia.
Quanto è arrivata la svolta per regolamentare questa disciplina?
Nel 2006, creando un apposito regolamento, abbiamo realizzato un freestyle park ad Asti. Per avvicinare il maggior numero di piloti fondai la FMX SCHOOL (una vera scuola di freestyle che mi vede ancora oggi nei panni dell’istruttore) e organizzai il Trofeo Italia FMX (Campionato italiano per piloti non professionisti) dedicato ai giovani che si avvicinavano a questo sport. Ad oggi sono istruttore e responsabile nazionale di disciplina freestyle motocross, grazie all’indispensabile aiuto di Ivo Valenza. Ed è una soddisfazione sapere che c’è del tuo anche nella crescita di questo sport, a livello nazionale.
Dove si trova oggi la tua scuola?
Si trova a Castello di Annone, presso l'Aviosuperficie Astigiana. Siamo qui dal 2019 e attualmente Motoasi è l'ente sportivo nazionale, mentre come singola società sportiva ci appoggiamo alla Scuderia Draghi Rossi (anche loro Orgoglio Astigiano, CLICCA QUI per rileggere l'intervista, ndr). Insegno freestyle e faccio lezioni anche ai più piccoli, con il primo approccio alla moto. Mi sono specializzato anche nella tecnica di sicurezza del salto in pista. Dai bambini agli adulti, tutti coloro che vogliono imparare ad andare in moto fuoristrada sono invitati a venire a trovarci. La scuola è aperta a tutti. Ad oggi abbiamo una decina di alunni. Attualmente, stiamo lavorando a uno spettacolo, che si terrà sabato 23 settembre.
Dove ti ha portato la moto in questi anni?
Sono andato via miliardi di volte dall'Astigiano. Nel 2008, ad esempio, ho partecipato come pilota al tour Europeo, fino in Svezia. Viaggiavamo di notte e saltavamo di giorno. Una follia.
Che rapporto hai con l'Astigiano?
Penso sia un territorio meraviglioso e, infatti, qui ci sono sempre tornato. Per quanto la mentalità degli astigiani sia complessa, abbiamo dei panorami mozzafiato. E ogni volta che vado a lavoro ne ho la dimostrazione.
A lavoro?
Sì, io in settimana sono un piazzalista a Montegrosso. Praticamente aggancio rimorchi, sposto e sgancio. Mi piace come lavoro. E nel weekend insegno alla mia scuola.
Un consiglio ai giovani?
Penso che sia fondamentale, prima di ogni cosa, schiarirsi le idee. I giovani devono capire cosa vogliono davvero loro, non gli altri. E poi dare il massimo e inseguire i loro sogni. E condire il tutto con un po’ di fantasia e un po’ di spensieratezza.
Pensi che l'Astigiano sia valorizzato come merita?
Secondo la mia sfera di azione no. Dopo la chiusura della pista di Valmanera mancano le strutture, soprattutto per i piccoli che vogliono avvicinarsi a questo sport. Manca una vera pista ufficiale che tenga conto delle esigenze di tutti. La pista di Valmanera richiamava gente da tutto il mondo, persino dalla Russia. Senza contare l'impatto sui negozi di moto e sulle licenze sportive emesse dopo: tutto in calo, perché da noi non c'è più un impianto di riferimento.
Tocchi un argomento caldo. Cosa diresti ai contrari?
Perché passare la vita a impedire questi progetti? La soluzione che mette tutti d'accordo, però, ci sarebbe. Le moto da cross elettriche. Quando arriveranno speriamo di avere un impianto qui. Anzi, faccio un appello. Se c’è qualcuno nell’Astigiano esperto di motori elettrici per trasformare le moto da cross a scoppio in elettriche, si faccia avanti! E a chi ci dice di farcele a casa nostra le piste da cross, rispondo che è il nostro sogno, ma non è possibile farlo nemmeno a casa nostra!
Chi è Paolo Grana
L’inizio della carriera motocrossista di Paolo avvenne nel 2000, sul vicino e rinomato tracciato di Asti, Valmanera. Dopo un anno di puro motocross, incominciò ad avvicinarsi al mondo del freestyle, iniziando ad eseguire le prime figure.
Nel marzo del 2001 grazie ad un amico con la stessa passione (Paolo Galeone, anche lui un Orgoglio Astigiano, CLICCA QUI per rileggere l'intervista), si trovò nelle Marche per il primo meeting nazionale tra freestyler, allora non più di 20 in tutta Italia.
Una settimana più tardi a Milano per il suo primo spettacolo, alla fiera di Abbiategrasso.
Dal 2008 la FMX SCHOOL è stata spostata a Dorno (PV), poi Ottobiano (PV), Recetto (NO), Magliano Alfieri (CN) e attualmente si trova a Castello di Annone, all'interno dell'Aviosuperficie Astigiana.