Non c’è tre senza quattro. Lo so, il detto sarebbe leggermente diverso, ma passatemi la piccola aggiunta. Quattro come le Vie pensate e promosse negli anni per provare a dare il mio piccolo contributo d’ossigeno all’asfittico sviluppo turistico dell’Astigiano.
In tre precedenti puntate di Vacanze Astigiane ho ricordato l’utilità di racconto non più solo di luoghi, ma anche di persone, comunità, attività e progetti. Racconto portato avanti con la Via del miele Astigiano ( https://www.facebook.com/astimiele ), con La via dei formaggi Astigiani ( www.facebook.com/formaggiastigiani ) e con gli itinerari di Recherche ( www.facebook.com/rechercheastigiana ). Restava e resta l’unicità della storia che da Asti ha inciso e trasformato un intero territorio. Ecco allora che da tre son passato a quattro, creando, a maggio 2021, Villenove Astesane - La strada in una grande storia ( www.facebook.com/villenoveasti ). Strada nella storia ricchissima di arte, monumenti, enogastronomia, natura e paesaggi. Strada che tocca le sue undici villenove, borghi edificati tra il XII e XIII secolo in logica espansiva del libero Comune di Asti.
Politica espansiva responsabile del fascino e dell’appeal turistico offerto oggi da gran parte del nostro territorio. In moltissimi borghi dell’Astigiano sono evidenti le tracce del periodo d’oro di Asti, in alcuni in maniera particolare. Alcuni come le villenove, luoghi incredibili, ancor più se presentati e vissuti come insieme. Posti da raccontare nella loro particolare origine che li rende automaticamente unici: Buttigliera d’Asti, Castell'Alfero, Costigliole d’Asti, Montechiaro d’Asti, Montegrosso d’Asti, Isola d’Asti, Villafranca d’Asti, Villanova d’Asti, San Damiano d’Asti, Serravalle d'Asti (oggi frazione del capoluogo) e Villa San Secondo.
Espressioni di una fase in cui Asti, più che combattere per espandere i propri domini, contribuiva all’edificazione di nuovi insediamenti, arbitro fra i signori e le genti dei posti, intenzionate, e abilmente stimolate, ad affrancarsi. Una furbata non da poco per scippare forza lavoro e contributiva ai vari potentati del posto, svuotandoli nella sostanza dei generi di conforto base e di molto potere di trattativa.
Tantissima storia e tantissima bellezza, senza minimamente accennare agli immediati dintorni o a quanto su strada da un posto all’altro. Luoghi onirici come quel capolavoro del Romanico Astigiano che è la chiesa dei Santi Nazario e Celso, in foto, sperduta tra i campi vicino alla villanova di Montechiaro d’Asti, da cui trova logica nel suo sperduto essere. Roba da dedicarci giorni. E vai di presenze turistiche in crescita. In assenza di racconto e, lasciatemi dire, di pensiero di racconto da parte di chi delegato alla nostra promozione turistica, le ho messe su una cartina sotto il cappello di un marchio di prodotto e le continuo a promuovere sui social. Tutto bello, ma si potrebbe e dovrebbe fare tanto di più e continuo a confidare che questo mio accennarne possa essere di ispirazione per i professionisti locali del destination management. Nel frattempo, non perdetevi l’occasione di farci un giro quanto prima, o ancor meglio qualche giorno di vacanza, ché settembre dona molto alle Villenove Astesane, per non parlare della calda festa di colori autunnali in arrivo.