Cultura e tempo libero - 29 settembre 2023, 08:38

Il Festival dei Popoli approda al Museo Diocesano di Asti e spiega il Decreto Cutro

Ieri tavola rotonda organizzata da Caritas Asti in collaborazione con l'Ufficio diocesano Pastorale Migranti

Alcuni momenti dell'incontro e il pubblico presente

Alcuni momenti dell'incontro e il pubblico presente

Il 28 settembre, il Festival dei Popoli è giunto al Museo diocesano San Giovanni, creando una cornice suggestiva per un importante evento.

L'evento è stato una tavola rotonda organizzata da Caritas Asti in collaborazione con l'Ufficio diocesano Pastorale Migranti, intitolata "Il Diritto all'immigrazione: quali cambiamenti dopo la tragedia di Cutro?".

La discussione, accreditata dall'Ordine degli Avvocati di Asti e dall'Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte, è stata condotta da Beppe Amico, direttore di Caritas Asti, e Paolo Maccario, codirettore di Migrantes Asti.

Hanno partecipato all'evento gli avvocati Ivana Roagna e Federico Freni, entrambi membri di ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull'Immigrazione). Durante la tavola rotonda, Roagna e Freni hanno informato il numeroso pubblico sulle nuove leggi introdotte dalla Legge di conversione 50/2023 del Decreto Cutro e sulle conseguenze legali e pratiche della sua applicazione.

La tragedia di Cutro

Il Decreto Cutro prende il nome dalla tragedia che si è verificata pochi metri al largo della costa ionica, presso Steccato di Cutro, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023. In quell'occasione, un barcone proveniente dalla Turchia con a bordo circa 180 persone è naufragato, causando la morte di 94 persone, tra cui 34 minori, di cui 31 avevano meno di 14 anni. In seguito a questa tragedia, il governo italiano ha tenuto una riunione del Consiglio dei Ministri il 9 marzo a Cutro, a pochi chilometri dalla costa del naufragio, dove è stata scoperta una targa commemorativa con le parole di Papa Francesco che recitavano "Mai più viaggi della morte".

Pochi giorni dopo questo gesto, il Consiglio dei ministri ha emanato alcune norme che hanno avuto un impatto significativo sulla gestione dell'immigrazione, limitando i diritti dei migranti.

Secondo Roagna e Freni, oltre alle disposizioni che puniscono i trafficanti di esseri umani, il Decreto Cutro, una volta convertito in legge, ha limitato l'accesso alla protezione speciale, che aveva permesso a decine di migliaia di migranti con lavoro, reddito e legami familiari in Italia di continuare la loro vita nel paese. Lo stesso vale per il permesso di soggiorno per cure mediche, che diventa inconvertibile alla scadenza, costringendo i migranti a tornare nei loro paesi d'origine una volta guariti, anche se erano già integrati nella società italiana.

Questo orientamento restrittivo e securitario si è riflettuto anche in un decreto-legge recente del 22 settembre 2023, che ha introdotto la possibilità per i migranti che richiedono asilo in Italia di evitare la detenzione amministrativa nei cosiddetti Centri per le procedure accelerate di frontiera, pur pagando una cauzione di 4.938 euro. Questa tendenza normativa sembra aumentare le espulsioni dei migranti, a rischio di violare i diritti umani e il diritto internazionale, che rappresentano gli unici mezzi per garantire un trattamento dignitoso ai migranti che raggiungono l'Europa.

"Tuttavia, rimarcano, questi procedimenti legali sono notoriamente lunghi, fino a 10 anni, e spesso difficili da perseguire, specialmente su larga scala. Questo lascia la maggior parte dei migranti soggetti a normative nazionali che violano apertamente il diritto internazionale. Alla fine della discussione, è emerso un forte senso di impegno per i diritti umani e la necessità di continuare a lottare contro le ingiustizie e promuovere i valori dell'accoglienza.

Le conclusioni dell'incontro sono state affidate al vescovo di Asti, Mons. Marco Prastaro, che ha invitato a perseguire l'attività di resistenza e a riconoscere in ogni individuo un portatore di diritti.

Redazione

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