Storie di Orgoglio Astigiano - 14 ottobre 2023, 12:30

Storie di Orgoglio Astigiano. Massimo, chimico cosmopolita: "Ad Asti ho creato il museo di Mineralogia più piccolo d'Italia, anzi, del mondo"

Massimo Umberto Tomalino è ideatore del Magmax. Le ricette di un chimico per valorizzare Asti? "In città sono in corso tutte le reazioni biochimiche funzionali a renderla vitale. Alcune sono anche già pronte in laboratorio, ma manca costantemente il catalizzatore. Sono reazioni che lasciate così hanno molta poca probabilità di avvenire, anche avvenissero sono facilmente reversibili, iniziano, ma tornano indietro"

Massimo

Massimo

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Stronger, di Kanye West, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

 

Tramite Mathew Guiotto (Orgoglio Astigiano, QUI la sua intervista) prendo appuntamento con Massimo Umberto Tomalino, ideatore del Magmax, il Museo Astense di Geologia, Mineralogia, Arte mineraria e Cristallografia che trova casa nella Torre Quartero (corso Alfieri, angolo via Roero).

Più che un'intervista è stata sintonia a prima vista, oltre che un esperimento sociale. Mathew non ha raccontato nulla di me a Massimo né nulla di Massimo a me. Partivo avvantaggiata: sapevo, anche se superficialmente, la storia del Museo. Ma mai avrei pensato di trovarmi davanti un chimico così dannatamente geniale.

La chiacchierata inizia nella Biblioteca/Laboratorio. Siamo io, Mathew e Massimo. Ed è qui che Massimo scopre tutto di me e del progetto di Orgoglio Astigiano. Rimane sinceramente affascinato, quanto io del suo sapere immenso e trasversale.

Massimo, mi riassumeresti le principali tappe della tua vita?

La passione per la scienza inizia all'età di 11 anni, grazie a un'amica di famiglia, chimica, che mi introduce alle scienze. Il percorso è quasi scontato: frequento lo Scientifico, conseguo la laurea in Chimica all’Istituto di Mineralogia di Torino e faccio il chimico, ma continua la mia passione per i minerali. Non smetterà mai, avrà alti e bassi, ma non smetterà mai. Ho lavorato come chimico per una multinazionale americana e ho viaggiato tantissimo in giro per il mondo.

Hai anche vissuto all'estero?

Ho vissuto tre anni a Barcellona, cinque anni a Parigi, tre anni a Londra. Queste permanenze hanno permesso alla mia passione di aumentare moltissimo sia in seguito ad acquisizioni e collezionismo, ma anche frequentando biblioteche e studiandosempre di più. Nel 2011, dopo dieci anni di lavoro, scrivo la "Storia della mineralogia", il mio primo libro. E inizia anche quello che è oggi il Magmax.

Come ha avuto origine il Magmax, per come lo conosciamo oggi?

La prima idea mi venne nel 2013. Nel frattempo in città cambiano due giunte e in entrambe non si riesce ad arrivare alla creazione di questa realtà dal punto di vista pubblico. Nel frattempo finisco la mia carriera professionale in azienda e vado in pensione. E, come spesso dico, “licenzio l’amministrazione pubblica e creo il museo privato Magmax”. Il museo aprirà il 5 giugno 2021, giorno delle nozze tra me e Francesca (Busa, ndr, curatrice). Apriamo il museo in pieno Covid e andiamo avanti con i nostri progetti di vita. 'Approfittiamo' della pandemia per preparare tutto. Il museo è privato ma aperto al pubblico, gratuito e senza fini di lucro. Abbiamo un'apertura 365 giorni all’anno, su appuntamento. Ad oggi contiamo quasi 1500 visitatori.

La particolarità di questo museo?

È tutto in una stanza e la stanza misura appena 16 metri quadrati. Per questo è sicuramente il museo più piccolo in Italia e, ad oggi, è il più piccolo museo di cui abbiamo documentazione per cui, potenzialmente, il più piccolo al mondo o comunque uno dei più piccoli. C’è una parte museale esposta (che però, a ruota, facciamo girare, in modo da poter dare la stessa visibilità a tutto), ma una cospicua parte museale chiusa che si apre al pubblico tramite scatole e cassetti, rigorosamente pienissimi. Il filo rosso che unisce tutto? Le scienze della terra, che puoi ammirare stando in un unico ambiente.

Umiltà, pietre preziose e filosofia condivisa con un chimico

Sapevo di questo primato, ma entrare ancor più all'interno della storia del Magmax mi fa effetto. Così come mi fanno effetto le parole piene di passione che Massimo pronuncia, con un'umiltà incredibile. È proprio vero che i grandi, quelli veri, sanno conservare intatto il valore dell'umiltà, come fosse una pietra preziosa, un tesoro nascosto. Lo ascolto affascinata. Chi lo avrebbe mai detto che avrei passato ore a filosofare con un chimico?

Che rapporto hai con l'Astigiano? Deduco che la risposta sia complessa

Credi bene. Non sono nato ad Asti, ci sono venuto per fare il Liceo. Sono nato ad Acqui Terme, mio padre ligure e mia mamma piemontese. La mia famiglia ha viaggiato molto per via del lavoro di papà. Mi sono sempre definito cittadino del mondo; lo dicono in tanti, ma io credo di esserlo davvero. Mi sento cosmopolita, ma avverto per Asti un’attrazione fatale.

In che senso attrazione fatale?

Ho creduto in questa città quando era in uno stato pietoso. Il centro storico era inaccessibile, gli edifici antichi erano delle topaie. Asti l’ho vissuta, l'ho vista brutta, ma ci ho sempre creduto, perché la sua storia è pazzesca. Ecco perché quando abbiamo visto la torre Quartero abbiamo capito subito che il museo dovesse essere qui. È piccolo: e chissene frega! È stato il fascino profondo per l'incredibile storia medievale di questa città che ci ha convinti. Poi vabeh, Asti è decaduta e sappiamo tutti cos'è successo. Asti è permeata da questo fascino, ha capacità spaventose per luoghi e storia, ad esempio.

Come mai 'Museo Astense'?

Ci siamo rifatti alla storia medievale della città, siamo in una torre medievale e non abbiamo voluto disgiungere contenuto da contenitore. Volevamo un ambiente storico, non un capannone.

Ce l'hai un luogo del cuore? Non vale la Torre Quartero...

Ho l’imbarazzo della scelta. Quando vedo la Cattedrale ho un tonfo al cuore, anche perché so quanto è bistrattata e sconosciuta e non sai quanto mi fa arrabbiare, perché è un gioiellino. E poi, luogo del tutto inaspettato, via Giobert.

Via Giobert? Per le mura? Non me lo aveva mai detto nessuno prima... Perché?

Per le mura, anche queste lasciate un po' a loro stesse ed è così un peccato. Ma soprattutto, per Antonio Giovanni Giobert, il chimico d’Italia, nato a Mongardino. Sul finire del Settecento fu lui a portare la chimica, appena nata, in Italia. E con un impegno politico considerevole, portò la rivoluzione ad Asti. L’ho scoperto improvvisamente una decina di anni fa, non lo sapevo.

Come lo hai scoperto?

Ero a Roma a fare un viaggio. A un certo punto entro in una libreria e vedo un libro dei primi dell'Ottocento in cui si parla di questo Giobert, l’ho comprato, ma non pensavo assolutamente fosse quel Giobert. Ebbene, il libro era dedicato a Giobert, chimico d’Italia. E poco dopo scopro una targa in piazza Alfieri a lui dedicata. Così, anche con il polo universitario Astiss abbiamo organizzato una ricorrenza per ricordare questa importante figura.

Le ricette di un chimico per valorizzare Asti?

Uh, che bella domanda... Te le dico proprio da chimico. In città sono in corso tutte le reazioni chimiche e biochimiche funzionali al renderla vitale, ci sono tutte sulla carta. Alcune sono anche già pronte in laboratorio per verificarsi, ma manca costantemente il catalizzatore. Sono reazioni che lasciate così hanno molta poca probabilità di avvenire, anche avvenissero sono facilmente reversibili (iniziano, ma tornano indietro). Serve un catalizzatore che le faccia avvenire, in modo che siano irreversibili, ovvero portino a un risultato concreto. Tradotto, secondo me bisogna investire su cultura e turismo, ma non dozzinale. Cultura e turismo di qualità. Asti non è solo tartufo, non è solo Palio e Sagre, è arte ed è molto di più. Nota che non ho detto nulla sulla scienza, perché viene da sé se investi su arte e cultura. Non credo ai saperi separati, non esistono: tutto nasce dalla terra.

Cosa pensi di Asti, per come è attualmente?

Penso che serva un piano urbanistico: abbiamo due torre medievali tra cui le auto, a momenti, passano ai 140 all'ora. Non è possibile. Prendiamo ad esempio città come Lucca, Arezzo, Padova. Partiamo da quella cosa lì, Asti deve essere restituita alle persone, deve essere più vivibile. Qualcuno sarà scontento, ma fa parte del gioco. La città lo richiede. Vedo frotte di turisti schiacciati su Palazzo Mazzetti perché passano le macchine, vivo a San Pietro e passo al 'miglio verde' tutti i giorni. La città può fare tante cose, non raccontino che le cose sono difficili. La città avrebbe un respiro importante. Facciamo appello all'Orgoglio Astigiano: noi ci sentiamo orgogliosamente astigiani, astensi (per rimarcare la valenza storica). A questa città servono stimoli, il progetto di Orgoglio Astigiano ne è un esempio. 

Quanto dura una visita nel museo più piccolo d'Italia?

Quanto dura la visita? Boh, dipende. La visita media non scende mai sotto le due ore e mezza. Le persone che vengono si fanno fare multe, perdono treni, pullman, appuntamenti. Il tempo qui si spegne.

Ad Adriana e Renato Pagano, fondamentali e carismatici esponenti della comunità mineralogica internazionale, è dedicata da qualche giorno la biblioteca-laboratorio del Magmax.

Cosa vi ha lasciato la famiglia Pagano?

Tutto quello che vedi appeso nella Biblioteca/Laboratorio
è il lascito di questa famiglia. Pagano è stato il collezionista più importante italiano e tra i primi 10 al mondo.
Ci ha donato oltre 200 pezzi tra poster, quadri moderni di mineralogisti e persino una stampa del Settecento di mineralogia. E qui vogliamo creare un centro di interscambio culturale al quale aggiungere, prima o poi, un laboratorio per far toccare con mano le scienze della terra, intendiamo fare laboratori pratici e anche artistici, collegando le scienze della terra all’arte.

Guardo l'ora. Si è fatto tardissimo. È proprio vero che al Magmax perdi la cognizione del tempo, come se entrassi in un mondo parallelo, in un varco spazio-temporale. Massimo, prima di salutarmi, mi mostra un cassetto in cui sono racchiusi vari gessi. Uno, in particolare, che riprende la forma del logo del museo.

Mi dice che non sono stati tagliati artificialmente. Mi dice che è tutto frutto della natura.

Che viaggio incredibile ho appena fatto?

Chi è Massimo Umberto Tomalino

Dall’età di 11 anni, inizia la grande passione per la mineralogia. Dopo aver conseguito la laurea in Chimica all’Università di Torino e il dottorato di ricerca al Politecnico di Torino, Massimo Umberto intraprende la carriera di chimico industriale che lo porta a trascorrere una ventina d’anni in giro per il mondo. Nonostante residenze temporanee a Barcellona, Parigi e Londra, insegna chimica al Politecnico di Torino, sia presso la sede centrale di Torino che nella sede di Tashkent in Uzbekistan. L’intensa vita professionale e accademica a livello internazionale contribuiscono a espandere la collezione di minerali a tutte le branche del collezionismo mineralogico-minerario. Divulgatore appassionato e autore di vari libri di mineralogia e di chimica, Massimo Umberto realizza il sogno con Francesca di creare il M.A.G.M.A.X.

Curatrice è Francesca Busa. Moglie di Massimo Umberto, è farmacista e nutrizionista ma fin da bambina appassionata di scienze naturali, archeologia e speleologia.  In particolare, sviluppa il suo interesse per la mineralogia, anche lavorando gratuitamente per un anno presso la sezione mineralogica del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. L’incontro con Massimo Umberto in ambienti mineralogici, la portano a condividere con lui la passione collezionistica e a realizzare il progetto M.A.G.M.A.X.

Un saluto speciale ai lettori... stile Tg!

Elisabetta Testa


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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