Storie di Orgoglio Astigiano - 21 ottobre 2023, 12:00

Storie di Orgoglio Astigiano. Alessandro, cantautore: “Da Piedmont, dedica musicale all’Astigiano a… Una promessa d’amore, cantata allo stadio per il mio amato Toro”

Alessandro De Muro ha messo in musica le bellezze dell'Astigiano, partendo dall'amore per Rocchetta Tanaro. "Cosa dico ai giovani come me? Per chi può, consiglio di inseguire un sogno senza scendere a compromessi"

Alessandro

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Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Stereo Hearts, di Gym Class Heroes e Adam Levine, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

Avevo invitato Alessandro De Muro durante una delle trasmissioni in diretta che, come giornale, si facevano durante la pandemia.

Già lì avevo capito che Alessandro fosse un'anima creativa, poliedrica, molto interessante. Lo contatto perché, in particolare, mi hanno colpita due suoi progetti. La nostra è una chiacchierata serale, come quella tra vecchi amici che non si sentono da un po'. 

Alessandro, prima di qualsiasi cosa, parlami del tuo rapporto con l'Astigiano

Lo definirei un rapporto di sangue, ci sono nato e ci ho sempre vissuto, tolto un annetto passato a Genova. Asti è la mia vita, qui ci ho fatto tutte le mie prime esperienze. Asti significa... l'emozione di ogni mia prima volta. È una città a cui sono legato e in particolare modo al territorio di casa mia, Rocchetta Tanaro.

Ami talmente tanto il tuo territorio che ci hai fatto una canzone, giusto?

Esatto, Piedmont, nel 2021. Un invito a vivere i nostri paesaggi, i nostri luoghi. Vivendo in campagna, riesco a scoprire scorci e suoni a cui prima non facevo caso. Un progetto selezionato dal concorso di "Scouting", concorso per la promozione del territorio astigiano.

Aspetta, sentiamo.

Che bello, bellissimo. È proprio vero che viviamo in uno scrigno di colori...

Sì, e ti faccio qualche esempio. Sono molto legato anche a Genova, mio padre è di origine ligure e per lavoro spesso vado in Liguria. Ogni volta che torno ad Asti mi accorgo della bellezza delle nostre colline, del verde, di questa natura rigogliosa che permea ogni angolo del nostro territorio. Mi sembra ogni volta un posto diverso, sempre bellissimo.

Che emozioni ti ha dato e dove ti ha portato "Piedmont", dopo l'uscita?

Emozioni incredibili. Grazie al progetto Scouting abbiamo creato un'ottima rete e, insieme ai miei compagni vincitori, Martina Spertino, Giada Galluzzo, Lucia Furlanetto, Marco La Sala e Alice Diacono, teniamo anche corsi ai ragazzi che vogliono approcciarsi a queste professioni artistiche. E grazie a questo percorso sono riuscito a portare Piedmont in posti in cui non avrei mai pensato di arrivare, come nei cinema locali. Il mio video è stato proiettato prima dell’inizio dei film, anche nelle sale cinematografiche dell'Albese. Per la prima volta sono finito al cinema, non da spettatore, ma sullo schermo! E poi, ciliegina sulla torta... Piedmont è diventata, l’anno scorso, colonna sonora di un docufilm realizzato dalla Regione Piemonte e dall'assessorato all'Agricoltura, dal titolo “Coltivare storie”. Ho partecipato alla presentazione di questo progetto, al museo del Cinema alla Mole di Torino. Vedere proiettato il proprio lavoro in quella sala così grande, in quel contesto... un'emozione bellissima.

Storie, vita vera, emozioni all'ennesima potenza

Alessandro, con le sue parole, mi ricorda quanto sia importante tornare a raccontare storie. Quelle vere, quelle che sanno di vita vissuta, di emozioni all'ennesima potenza. Quelle delle persone che meritano, per davvero. Anche quelle di chi ha qualche cicatrice, qualche crepa. Quelle di chi ancora si commuove per quello che fa, quelle di chi non ha mai smesso di crederci, nonostante il mondo ti dica costantemente di gettare la spugna. Quelle di chi ha ancora il coraggio di sentirsi umano. Di essere umano.

Alessandro, poi? Che succede recentemente? Mi avevi parlato di una nuova bellissima emozione

Esatto, sono da sempre tifoso del Torino. Una passione tramandata da mio nonno, che lo ha tifato per tutta la vita, pensando soprattutto al grande Torino negli anni Quaranta, quello degli 'invincibili'. Allora che faccio... decido di provarci, di scrivere una canzone dedicata al Torino. La intitolo "Una promessa d’amore". Una volta prodotta, mi sono buttato e ho scritto su Instagram ad Alberto Barile, della dirigenza granata, raccontandogli il progetto.

E...?

E mi risponde dicendo di mandargli la canzone, mi lascia la sua mail. Io, senza parole, gliela mando di domenica sera. Lui, poco dopo, mi risponde dicendomi che la società avrebbe avuto piacere di invitarmi in campo a cantarla, nell’intervallo dell'allora prossima partita di serie A. Confesso: non ho dormito una settimana, avevo solo otto giorni di tempo per prepararmi. È stata una scarica di adrenalina pazzesca, ho quel giorno stampato nel cuore. Non saprei descrivere le emozioni che ho provato. E in più abbiamo vinto la partita! Il giorno dopo la canzone è stata inserita su Spotify ed è stato un bellissimo ricordo. 

È stata la tua prima esperienza da cantautore allo stadio?

In realtà la seconda, ma sono state due esperienze completamente diverse. Nel 2018, con "I Trilli" (gruppo musicale genovese, di cui Alessandro fa parte, ndr), ero stato allo stadio Ferraris di Genova per la Partita del Cuore. Un'emozione pazzesca, anche quella volta. Ricordi indelebili.

La tua passione per la musica? Da dove nasce?

Da papà Davide, musicista e cantautore. Anche papà, nelle sue canzoni, parla di territorio, lui che è sempre stato diviso tra Piemonte e Liguria. Te ne cito una, che si intitola "Bagna cauda e pesto", parla della vita di papà che, un po’ come la mia, è divisa tra queste due regioni.

Si percepisce molto un backround attendo alle tradizioni popolari, è vero?

Esatto, sia piemontesi che liguri, do importanza a tutto ciò che è tradizionale e che rappresenta la cultura di un territorio. Non a caso ho voluto inserire qualche elemento tipoco nel progetto di "Piedmont", come i frustatori di Rocchetta, gli sbandieratori, i vari produttori vinicoli.

Cosa bolle in pentola?

Sto lavorando a molti progetti, per arrivare alla pubblicazione del mio primo album. Un sogno che vorrei realizzare nel prossimo futuro. Sto radunando le idee, in questi anni ho scritto molte canzoni. Sto lavorando a questo, principalmente.

E un consiglio ai ragazzi?

Per chi può, consiglio di inseguire un sogno senza scendere a compromessi, in qualsiasi ambito. Purtroppo, ultimamente ho notato che i giovani, agli occhi dei grandi, sembrano inesperti. E, soprattutto in ambito artistico, sembra sempre più difficile. A tal proposito, con il "Collettino Artistico", abbiamo creato uno spettacolo, andato in scena a Canelli, in cui si parlava di questo tema, ovvero la difficoltà di lavorare nel campo artistico. Lo spettacolo si intitola “Qual è il tuo vero lavoro?”. Ragazzi, provateci, non arrendetevi. Se ti arrendi è già finita in partenza, ma a furia di insistere qualcosa di bello si riesce a fare. È una promessa.

Il saluto ai lettori

Elisabetta Testa


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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