Cultura e tempo libero - 19 dicembre 2023, 07:37

Novant’anni di Bollicine a Canelli: inaugurata la mostra sulla storia dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti

C’è “profumo di Unesco” a Palazzo Giuliani tra territori, persone e icone contemporanee fino al 1° marzo 2024

Il taglio del nastro. Da sinistra: Paolo Lanzavecchia, Piercarlo Grimaldi, Edoardo Vallarino Gancia, Lorenzo Barbero, Flavio Scagliola e Gianmario Cerutti

Il taglio del nastro. Da sinistra: Paolo Lanzavecchia, Piercarlo Grimaldi, Edoardo Vallarino Gancia, Lorenzo Barbero, Flavio Scagliola e Gianmario Cerutti

Quale ruolo può avere una filiera locale nel racconto di un successo globale? La risposta è Novant’anni di Bollicine, un’esposizione diffusa che dal 2022 percorre i luoghi più significativi del Piemonte, quei luoghi dove nasce e vive la narrazione del ruolo che i produttori della filiera dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti hanno avuto nella storia e nella comunicazione del vino italiano. 

Dopo Palazzo Mazzetti ad Asti, Palazzo del Risorgimento a Torino, la Gipsoteca a Bistagno, la Confraternita della Misericordia a Costigliole d’Asti, il Foro Boario a Nizza Monferrato e la Chiesa di San Giuseppe ad Alba, l’esposizione è giunta a Canelli e abiterà Palazzo Giuliani per qualche tempo, a partire da oggi.

All’inaugurazione presenti il sindaco di Canelli Paolo Lanzavecchia, il presidente del Consorzio Tutela dell’Asti Lorenzo Barbero, il presidente dell’Associazione Moscato Canelli Gianmario Cerutti, e il vicepresidente del Consorzio dell’Asti, con delega a Canelli, Flavio Scagliola. Inoltre Piercarlo Grimaldi, già rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Giovanni Scagliola, presidente dell’Enoteca di Canelli e dell’Astesana, e il presidente del Club Unesco Edoardo Vallarino Gancia.

Voci di produttori e di istituzioni che si sono confrontate, moderate da Pier Ottavio Daniele della Stampa, nel nucleo essenziale dell’evento di apertura: il panel Canelli e l'Asti spumante core zone dei Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato, riconosciuti dall'UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Il sindaco di Canelli Paolo Lanzavecchia ha salutato il parterre di esperti e appassionati, presentando la mostra come “l’occasione per intraprendere un nuovo percorso per il territorio.

Così Lorenzo Barbero, presidente del Consorzio Tutela dell’Asti: “Questo anniversario importante non è un punto d’arrivo ma un punto di partenza per i prossimi novant’anni. Adesso dobbiamo lavorare per riuscire a dare risposte efficaci alle sfide che stanno arrivando, in primis il cambiamento climatico, ma anche il cambiamento dei gusti del consumatore, che oggi predilige un basso tenore alcolico e abbiamo, in questo senso, nell’Asti un’arma vincente.

Ma la vendemmia 2023 ha visto il primo anno di vita del Canelli DOCG. Il vicepresidente del Consorzio dell’Asti, con delega a Canelli, Flavio Scagliola ha raccontato l’iter travagliato di riconoscimento della denominazione e annotato che “da quest’anno ci sono 51 aziende che possono forgiarsi della denominazione Canelli DOCG, nella versione Moscato classico e riserva, con 342 ettari coltivati. Ottenere la denominazione è stato faticoso ma ora comincia il lavoro più difficile di promuoverla in Italia e nel mondo."

Edoardo Vallarino Gancia, presidente del Club Unesco, ho poi messo in evidenza come “la crescita del turismo enogastronomico e naturalistico del nostro territorio – con un raddoppio dei numeri previsto entro il 2025 – sia un tema cha va affrontato con un occhio di riguardo alla viabilità sostenibile: il treno è la chiave, da pensare come una metropolitana leggera che colleghi tutte le core zone del sito Unesco. Occorre perciò una progettualità di medio-lungo termine.

Un po’ di storia

Il Consorzio per la Tutela dell’Asti vede la luce il 17 dicembre 1932. Nel 2022 ha compiuto 90 anni e per festeggiare nel migliore dei modi ha organizzato la mostra “Novant’anni di Bollicine”: un racconto in forma di esposizione sulla storia dei produttori dell’Asti uniti sotto il simbolo del Consorzio, con l’obiettivo di condurre i visitatori in un viaggio nel passato, nel presente e nel futuro del più storico vino spumante italiano.

Curata da Pier Ottavio Daniele, in collaborazione con Giancarlo Ferraris, Andrea Triberti, Massimo Branda, Luca Percivalle, Zeta Solution e Designstudio25, la mostra ha aperto uno spazio di riflessione che non si rivela soltanto celebrativo, ma è soprattutto utile a evidenziare il contributo di crescita culturale ed economica che il Consorzio dell’Asti ha saputo dare al comparto vitivinicolo e ai settori ad esso collegati.

Una visita che si può definire “esperienziale”, completa, e che attraversa le diverse aree di attività della Denominazione con uno storytelling emozionale. L’esposizione, infatti, documenta l’evoluzione e la storia della DOCG Asti, pioniera della tradizione spumantistica piemontese nel mondo, attraverso le campagne di comunicazione che hanno reso riconoscibili e iconici l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti nel mondo. Dalle prime immagini pubblicitarie, ai poster artistici creati da Leonetto Cappiello e Armando Testa, dai Caroselli televisivi in bianco e nero degli anni ’50, agli spot contemporanei, ancorati nell’immaginario collettivo anche grazie al coinvolgimento di star internazionali. 

La storia del Consorzio dell’Asti DOCG è ricca di testimonianze che raccontano i valori delle centinaia di famiglie di viticoltori che da decenni coltivano l’uva Moscato Bianco, preservando le colline quale Patrimonio dell’Umanità Unesco, e così di aziende che esportano in ogni angolo del mondo: Asti Spumante e Moscato d’Asti, grazie alle loro innumerevoli occasioni di consumo, sono infatti le bollicine aromatiche più “brindate”, con estimatori sempre in crescita, trasversali a tutte le generazioni. 

Valeria Guglielmi

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