Sanità - 03 gennaio 2024, 07:03

Il primo gennaio 180 accessi al Pronto soccorso di Asti: il 2024 inizia con un'emergenza sanitaria

Dal Nursind Piemonte l'allarme: "Stiamo trasformando uno stato di emergenza in qualcosa di ordinario". Montana segretario territoriale Asti: "I colleghi hanno lavorato senza sosta"

Il primo gennaio 180 accessi al Pronto soccorso di Asti: il 2024 inizia con un'emergenza sanitaria

Inizio anno particolarmente difficile per i Pronto soccorso del Piemonte con migliaia di chiamate al 118 e centinaia di pazienti che si riversano superando ogni limite di capienza, di strumenti a disposizione e di condizioni di lavoro e dove si moltiplicano le ore di attesa e le giornate di boarding (attesa posti letto), anche fino a 9 giorni.

"Impossibile garantire le cure a tutti"

A lanciare l'allarme è Nursind Piemonte: "Basta farsi un giro per capire che è umanamente impossibile seguire e garantire le cure e l’assistenza necessaria a tutti quei pazienti ed è oltretutto da irresponsabili pretendere che si lavori in queste condizioni".

Non è diversa la situazione di Asti che, nella giornata del primo dell'anno ha visto ben 180 accessi che, nonostante l'abnegazione totale del personale, ha creato diversi disagi per l'utenza.

"Situazione da delirio, mancavano le barelle"

"Un delirio - spiega il segretario territoriale Nursind Asti Gabriele Montana - nonostante gli 8 colleghi in turno e, purtroppo, solo tre medici su cinque perché ammalati, abbiano lavorato senza sosta, Mancavano le barelle e qualcuno è stato ricoverato, ma è stata davvero una situazione pesante".

Sicuramente un disservizio che non è certamente dipeso dal personale, ma il periodo di feste, le ferie, l'assenza dei medici ha contribuito a creare un imbuto.

"Come da anni l'anello debole è il pronto soccorso, continua Montana, dove arriva chi ha bisogno di risposte e si intasa tutto".

Un problema che non è solo astigiano o piemontese come chiarisce Francesco Coppolella segretario regionale Nursind: "Siamo stanchi di sentire dire che è un problema nazionale e che le responsabilità sono di chi ci ha preceduto come se non ci fosse nulla da poter fare. I motivi sono noti".

Il sindacato chiede alla Regione di attivarsi per dare risposte strutturali affinché non continui e non si ripeta quello che sta succedendo: "Non serve sperare che passi il momento per poi continuare a fare finta che il problema non esiste.  Stiamo trasformando un vero stato di emergenza in qualcosa di ordinario. Una follia".

"Siamo in linea con quello che sostiene il presidente dell'Ordine dei medici, Claudio Lucia e il direttore generale Asl Francesco Arena quando dicono che le risposte devono arrivare dalla medicina territoriale, ma al momento quando succedono queste cose è un delirio", rimarca ancora Montana.

Serve un filtro

Claudio Sciacca, vicepresidente dell'Ordine dei medici ricorda che il problema è complesso e che i medici di base andrebbero più coinvolti e non troppo assoggettati a vincoli burocratici. "Tutto si è scaricato sull'ospedale, mancano circa 85 medici al Cardinal Massaia e questo è un dato di fatto e non essendoci altro sul territorio è normale che tutto confluisca al Pronto soccorso e crei intasamento. La gente ha bisogno di risposte".

Mancherebbe un filtro e, secondo quanto emerso da un recente incontro con l'assessore regionale Icardi, moltissimi accessi al Pronto soccorso sono "bianchi" o "verdi".

"Dalle case di riposo - continua Sciacca - molto spesso vengono chiamate le ambulanze di base per trasporti al Pronto soccorso che potrebbero essere trattati diversamente. Manca la figure del medico che faccia da filtro per non sovraccaricare il Pronto soccorso".

La Guardia medica

Mancano, al momento, i numeri delle chiamate alla Guardia Medica ma sembra che non siano numerose.

La sede è nella Clinica San Giuseppe, via Al Castello 1.

Come funziona

Il Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) garantisce le prestazioni “non differibili” al di fuori dei giorni e degli orari di lavoro  del medico di famiglia.

La condizione di “non differibilità” riguarda problemi che  non possono essere rinviati all’orario di presa in carico del medico curante. Si tratta di una situazione diversa dalla emergenza o urgenza, in cui il numero da contattare è il 112 (ex 118).

Per accedere al servizio di Continuità Assistenziale l’utente deve contattare il numero gratuito della Centrale Unica Armonizzata (CUA) 116117 , salvo eccezioni definite da provvedimenti aziendali, regionali o nazionali.
Il medico del servizio sulla base degli elementi raccolti decide l’ intervento più appropriato.

Le aree di intervento

– effettua visite mediche, in ambulatorio o a domicilio;

– prescrive di farmaci per le terapie di urgenza e per un ciclo massimo di 3 giorni;
– propone il ricovero ospedaliero in caso di necessità;
– rilascia certificati di malattia, solo in caso di necessità e per un periodo massimo di 3 giorni.

Quando non chiamare

1. Per problemi di emergenza o di urgenza sanitaria (per i quali si contatta direttamente il Servizio di Emergenza o urgenza – 118;

2. per prescrizioni di esami o visite specialistiche.

Orari:

dal lunedì alla domenica h. 20:00 – 08:00;
sabato, prefestivi e festivi anche h. 08:00–20:00

Numero di telefono:

116117 (chiamata gratuita)

Betty Martinelli

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