Storie di Orgoglio Astigiano - 13 gennaio 2024, 12:18

Storie di Orgoglio Astigiano. I ragazzi di Arena Philosophika: "Ad Asti manca prontezza. Il pregiudizio? Un punto di partenza, l'importante è che non sia pregiudiziale, altrimenti ci inchioda dove siamo"

Simone Vaccaro ed Edoardo Mancini, classe 1992, sono cofondatori, insieme a Francesco Bellè, del blog diventato uno spazio di pensiero e confronto, che ospita interventi da tutta Italia, ma anche da molte parti del mondo

Da sx: Edoardo e Simone

Da sx: Edoardo e Simone

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Complicated, di Avril Lavigne, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

 

Sono sempre stata convinta che la filosofia permeasse ogni fetta di quella grande torta che è la nostra esistenza.

Convinta a tal punto da laurearmici in Filosofia e di praticare con assidua regolarità l'esercizio del pensiero.

Vivere est cogitare

Anche per questo con i ragazzi di Arena Philosophika mi sono sentita fin da subito in sinergia. Un progetto 100% made in Asti, che si potrebbe riassumere come uno spazio di pensiero e confronto. Accoglie contributi da chiunque senta la necessità di condividerli. Un assunto fondamentale: vivere est cogitare.

E tra un latinismo e un grecismo, meglio parlare di massimi sistemi davanti a un caffè. L'ho fatto con Simone Vaccaro ed Edoardo Mancini, classe 1992, cofondatori, insieme a Francesco Bellè, del blog Arena Philosophika.

Ragazzi, come è nata l'idea e perché?

È nata nel 2019, dopo un lavoro che noi tre abbiamo fatto insieme, “L’oscuro compagno. Il mostro dalla mitologia al Pokémon”. Una miscellanea di saggi e articoli racchiusi in un libro, presentato poi il 12 gennaio 2020. Lavorando braccio a braccio a questo progetto era nata una sinergia bellissima, che abbiamo deciso di mettere al servizio di un altro progetto. Che era appunto Arena Philosophika.

In un contesto comunque difficile, dato il Covid...

Esatto, una volta fondato il blog è arrivato il Covid e ci siamo trovati a lavorare prettamente nel mondo online, quando invece inizialmente volevamo portare la discussione filosofica sul territorio, ma abbiamo dovuto rimodulare tutto. Per almeno due anni e mezzo è stato difficile organizzare qualcosa in presenza, ma ora riusciamo a fare qualcosa e qualcosa forse si farà in primavera.

Gli obiettivi di Arena Philosophika?

Voleva essere un modo per portare il concetto di discussione filosofica tra di noi e sul territorio, non iper-specialistica, con l'obiettivo di attrarre interessati e curiosi non a livello accademico, volutamente. Per portare l'attenzione delle persone su questi temi bisogna cogliere gli aspetti fondamentali del pensiero filosofico, serve portare i problemi filosofici in mezzo alla gente, per ragionarci sopra insieme.

Parlate a un target specifico di persone?

Inizialmente non ci eravamo messi un obiettivo sul target, bastava fare qualcosa, bastava muoversi. In partenza eravamo in tre, ma molti si sono resi disponibili come scrittori, fin da subito. Arena Philosophika è come un social: puoi esserne sia fruitore che contributore. Alcuni sono entrati e sono usciti, altri sono rimasti. È uno strumento policefalo, non ha una sola testa, così come non ha un solo target. L'idea di base, comunque, è quella di coinvolgere prettamente giovani, studenti del liceo e universitari, ma ci rendiamo conto di attrarre maggiormente la fascia che va dai 25-35 anni. Durante il periodo della Maturità registriamo un picco delle visite sul blog da parte degli studenti. 

Fatemi capire meglio. In Arena ognuno può condividere pensieri, parole, su qualsiasi argomento?

Sì, esatto, diciamo che è abbastanza universalistico, perchè non c’è una linea editoriale, ognuno porta il suo contributo, che consegna nel mare di internet come si affidano le tartarughe all'acqua. 

Ad oggi quante persone contribuiscono ad Arena Philosophika con interventi e articoli?

Sono decine e decine gli autori attivi ad oggi, ci arrivano anche contributi di persone che scrivono libri e ci mandano alcuni estratti. Scrivono da tutta Italia, una casa editrice ci scrive regolarmente la Diarkos di Bologna, così come un filosofo, Idolo Hoxhvogl. Anche Kenta Suzuki, ambasciatore della cultura giapponese in Italia, molto attivo su Instagram, ci ha scritto un estratto del suo libro. Andiamo avanti senza problemi, garantendo una nuova home ogni tre mesi con otto articoli. Abbiamo anhche una collaborazione fissa, da parte di una francese sorboniana, Marie-ne Cretté.

Ci sono altri progetti simili al vostro in Italia?

Diciamo che di blog di filosofia in Italia ce ne sono tanti, ma restano di nicchia e sempre legati a qualche realtà che li può finanziare, molto settoriali, spesso costole di università, enti e case editrici. La nostra realtà è quasi punk, non siamo specialistici, non siamo solo didattici, non siamo personali, non siamo di parte. Arena Philosophika vuole essere uno spazio nel quale si 'combatte' ideologicamente, nel quale si discute, uno spazio che ospita contrapposizione di idee diverse, ma argomentate, non semplici prese di posizione.

Avete riscontrato un buon feedback da parte degli astigiani?

Non dal punto di vista di finanziamenti, ecco. In generale però pensiamo che ci sia un problema di argomento e tematica, non siamo solo filosofia, il nostro blog è abbastanza plastico. Abbiamo contributori da tutta Italia e questo spesso porta a una dispersione organizzativa. Bisognerebbe creare eventi sul territorio con persone del territorio, ma è difficile, perché qui sono poche le persone che fanno filosofia. Lavoriamo per creare un gruppo di giovani con del tempo libero che ci aiutino a dar vita a momenti conviviali filosofici. C’è un pregiudizio sulla filosofia. Abbiamo collaborazioni attive con l'Istituto Alfieri, abbiamo collaborato con la Biblioteca Astense attraverso diversi seminari. Quest’anno proviamo a leggere Merleau-Ponty all’Alfieri con una serie di lezioni.

Un consiglio ai giovani che cercano la propria strada?

Cercate di fare ciò che vi tiene vivi, indipendentemente da ciò che succede. Fatelo con interesse, forse anche più di quello che vi viene richiesto, serve sacrificio. Non scegliete un percorso formativo pensando solo al fatto che quello possa essere il lavoro della vita: non è detto che arrivi, non è un automatismo che se studio economia farò quello e solo quello nella vita. Restate aperti a mille soluzioni e a mille alternative, se capita cogliete al volo l’occasione, non fossilizzatevi, perché è controproducente. Ti chiudi e ti privi di grandi occasioni. E soprattutto osate, magari funziona, magari no, però provateci e restate sintonizzato.

Altro nell'altrove

Una grande verità quella di Simone ed Edoardo. Quante volte abbiamo pensato che quella situazione, quel contesto, quella fase, fossero la nostra vita. Quante volte abbiamo pensato che non ci potesse essere altro per noi. Eppure, può esserci altro nell'altrove. Può esserci qualcosa dietro altre porte, qualcosa che è lì ad aspettarci, se solo ci diamo la possibilità di spingerne la maniglia, di andare oltre le nostre paure.

Come definireste, alla fine, Arena Philosophika?

Una bell’idea (in senso filosofico), un caos calmo. Un laboratorio, un cantiere, un qualcosa che sta lievitando. Una bozza di community, Arena Philosophika è un fermento continuo, forse il suo destino è essere una sorta di canale di diffusione, un megafono, uno spazio, un luogo aperto in cui poter entrare. Un sito inteso come sito archeologico, da navigare, devi avere un computer e devi avere tempo di andare a cercare, perché qualcosa trovi. Un'idea un po' anni Novanta, un sito internet con fruizione e partecipazione, non un forum. Arena Philosophika non è il nostro mestiere, siamo rispettivamente un insegnante e un agente immobiliare, ma continuiamo questo bel cammino con forze convinzione. 

Che rapporto avete con il territorio astigiano?

Leggermente conflittuale e frigido. È difficile organizzare qualcosa nell'Astigiano senza mettere mano al proprio portafoglio. Non ricevendo alcuni fondi, siamo abituati a ragionare sulla velocità, non sui tempi lunghi. Se sei elefantiaco nell’organizzazione porti via la fetta di pubblico a cui vogliamo rivolgerci: i giovani. Manca quella prontezza sul territorio, che realtà come la nostra potrebbe portare, vestigia di istituzionalità che va a rallentare i processi. Asti ha una strana tendenza alla conservazione, noi ci sediamo, ma questo lo diceva già Vittorio Alfieri. Tendiamo a stare nella zona di comfort. Astigiani, provate anche il nuovo, magari scoprite che vi piace! Provare è sempre arricchente. L’importante è che il pregiudizio non sia pregiudiziale: è il punto di partenza, ma serve andare avanti, altrimenti ci si chiude e e si resta lì. Occorre provare a fare cose, provare ad aprirsi.

QUI il link al blog.

Il videosaluto ai lettori

Elisabetta Testa


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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