Viviamo in un posto bellissimo - 03 febbraio 2024, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo dove le emozioni sono sacre

Puntata sulla piacevole concomitanza tra l’inaugurazione ad Asti della mostra Espressioni Sacre, e la scoperta di quanto doni al Romanico il bianco e nero

Chiesa romanica di San Secondo a Cortazzone

Chiesa romanica di San Secondo a Cortazzone

 

Espressioni Sacre, mostra fotografica prodotta dagli amici della Polisportiva CRAsti, inaugura oggi alle 17 negli affascinanti spazi del Museo Diocesano. Inaugurazione, in teoria, a inviti per autorità, addetti e media, ma imbucatevi pure senza problemi. Da domani l’ufficiale apertura al pubblico, mattina e pomeriggio. Mostra di cui ho l’onore di occuparmi della promozione. Ne avrete sicuramente letto e da qui al 1 aprile ho paura ne leggerete ancora assai. Non aggiungo quindi altro, salvo il rinnovo d’invito a visitarla quanto prima e a seguirne l’evidente stimolo di girare tra le diciassette chiese di Asti che custodiscono le opere d’arte sacra fotografate.

Opere che sono emozioni, nei particolari di volti a tema di mostra, ma ancor più negli insiemi e nelle ambientazioni da vedere dal vivo. Emozioni varie, diverse, personali. Capita spesso con l’arte, figuriamoci con quella in ambiente sacro, Emozioni personali che, in quanto tali, non provo neppure ad accennare, lasciando ad ognuno di provare le proprie.

Emozioni vicine a quelle spuntate a sorpresa qualche giorno fa, incrociata la qualità d'opera, fotografica, di Giuseppe Morina, da Cambiano. Fotografo con la bella abitudine di scollinare ogni tanto nell'Astigiano. Emozioni da quattro suoi scatti a tema Romanico Astigiano: la Canonica di Santa Maria di Vezzolano, ad Albugnano, la chiesa di San Secondo, a Cortazzone, la chiesa di San Martino, a Montafia, e i resti di quella dedicata ai Santi Vittore e Corona, a Montemagno. Immagini che mi avevano subito conquistato per l'alto uso del bianco e nero.

Immagini, anche qui, cariche di emozioni varie, diverse e personali. Emozioni in occasione di visita. E allora, stesso gioco di prima: le emozioni provate ogni volta entrato a Vezzolano, in quell’attimo in cui gli occhi si adattano a nuova luce. Ogni volta impietrito, quasi paralizzato davanti a San Vittore, ogni volta fisso nell’assemblare sacro e profano tra le simbologie di Cortazzone. Ogni volta emozioni. Oggi però le tengo per me, aspettando magari di leggere le vostre: un commento, due righe, un ricordo, quello che volete. Condividere emozioni emoziona, provate per credere.

Davide Palazzetti

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