Le grandi panchine di Chris Bangle sono ormai un’attrazione simbolo di molti territori, tra cui anche l’Astigiano. Oggetti iconici fuori scala, pensati per contribuire a sostenere le comunità locali, il turismo e le eccellenze dei borghi in cui vengono posizionate.
Tra le nostre eccellenze metto in testa, senza remore, l’alto valore di diversi vitigni e vini, portati a caratteri distintivi di territorio. Alcuni di loro si sono sposati con grandi panchine che ne hanno mutuato nomi o colori, anche solo perché localizzate su colli vitati dai panorami vitati. Ne ho scelte tre che, nelle loro differenti visuali, diventano, per quanto a luoghi e viticoltura, una sorta di metafora varietale dell’Astigiano.
Partirei allora da Aramengo, dove vi aspetta la Panchina Bonardina. Panchinone di color rosso brillante e giallo sole, immerso tra i vigneti che producono un'ottima Bonarda, da cui il nome. La Bonardina si trova nella frazione Marmorito Santa Maria, a due passi dal borgo che si sviluppa a semicerchio sulla cresta di un anfiteatro naturale. L'assetto urbanistico attuale ricalca fedelmente quello antico, con le case distribuite lungo un unico asse viario. Da lontano il centro è dominato dalla mole della chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate, superbo esempio di Barocco datato fine ‘700. Una volta lì, un tentativo di visita al laboratorio di Nicola Restauri lo farei, sarebbe meglio anticiparsi con una telefonata, ma vedete voi.
Pochi chilometri e siete a Moncucco Torinese, borgo del nord Astigiano, nonostante il nome riporti altrove. Un tempo il territorio dell'attuale comune era dominato da tre castelli: Moncucco, Pogliano e Vergnano. Oggi resta solo quello di Moncucco mentre gli altri due furono distrutti, Pogliano nel corso dell'800, Vergnano già nel medioevo. Castello che risale ai secoli XIV-XV, ma porta evidenti segni di ampliamenti e modifiche successive. Edificio grandioso, ancora recintato da solide mura. Una torre di notevoli dimensioni sporge da una delle fiancate, mentre una seconda è al centro dell'edificio di raccordo fra le due maniche del castello. Domina il paese e da lì si può ammirare un paesaggio emozionante. Emozioni paesaggistiche che trovano replica dalla Panchina del Bric. Di colore arancione acceso, si trova all'interno di un grande vigneto, accessibile e aperto al pubblico, coltivato a vitigni autoctoni di Freisa, Bonarda e Barbera, da raggiungere con una breve passeggiata, lungo una stradina poderale che fa parte dei Sentieri di Don Bosco. La panchina è all’ombra di un vecchio noce, in un punto panoramico dove la vista spazia facile e bene sull’incanto.
Qualche chilometro in più, in verità un’ottantina, ed ecco Castelnuovo Belbo, dove la panchina gigante è dedicata al Nizza docg, tant’è che è stata battezzata Panchina del Nizza. E’ installata in un vigneto, non lontano dal concentrico, dal quale si gode tanta vista panoramica su tante colline e vigne. La panchina tiene compagnia a una grande quercia che permette la sosta all’ombra, dalle prime ore del pomeriggio fino a sera. A sottolineare il profondo legame tra vino, territorio e cultura, accanto alla panchina si trova la bibliobotte, barrique piena di libri in libero scambio. Iniziatene uno sdraiati in altura e poi fatevi un giro in paese per visitare il museo dedicato a Francesco Cirio, pioniere dell'industria conserviera, ospitato nell’edificio sede degli uffici comunali.