Cultura e tempo libero - 05 marzo 2024, 11:48

Roberto Mercadini: "Il mio Orlando è un monumento della letteratura fruibile da tutti. Il teatro? I social non lo uccideranno mai"

Youtuber e divulgatore, sabato porta in scena il capolavoro di Ariosto. "Non scrivo per giovani, ma per quello che mi diverte e mi affascina"

Roberto Mercadini, nato nel 1978, è un nome che risuona  da tempo nell’ambiente culturale italiano. Drammaturgo, scrittore e youtuber, Mercadini ha saputo conquistare il pubblico con la sua versatilità e passione per l’arte. Con tre romanzi editi da Rizzoli, Mercadini ha dimostrato la sua abilità nel creare storie coinvolgenti. Il suo secondo lavoro, “Bomba Atomica”, è stato eletto come il Miglior Libro del 2020 in un concorso indetto da Robinson de La Repubblica. I lettori apprezzano la sua scrittura vivace e la capacità di affrontare temi complessi con leggerezza. Gira l’Italia con i suoi monologhi, spaziando dalla Bibbia ebraica all’origine della filosofia, dall’evoluzionismo alla felicità. I suoi spettacoli affrontano anche temi sociali come il bullismo, l’ambiente ed ecologia

Oltre agli incontri dal vivo, Roberto Mercadini è un vero e proprio divulgatore. Il suo canale YouTube, seguito da oltre 170.000 follower, offre contenuti appassionanti e coinvolgenti. Dai grandi interpreti della letteratura alle curiosità scientifiche, Mercadini sa come tenere alta l’attenzione del suo pubblico.

Il suo spettacolo, l' "Orlando Furioso" sarà in scena sabato 9 marzo, alle 21, al teatro civico di Moncalvo(leggi QUI). Gli abbiamo fatto alcune domande in merito. 

Roberto, come hai deciso di accostarti a un capolavoro monumentale della letteratura come l'Orlando Furioso?

Guarda, io ho iniziato a scrivere monologhi su commissione, grazie anche all'interessamento di un  comune delle mie parti, Santarcangelo di Romagna. Inizialmente il monologo era diviso in due parti, da recitare una per sera, ma visto che difficilmente un teatro acetterebbe una recita divisa in due parti, ho fatto una ulteriore sintesi portando lo spettacolo che vedrete a Moncalvo. Ho cercato di trovare un filone narrativo all'interno del poema, concentrandomi su alcuni personaggi tra cui Astolfo, uno dei più fantastici. E' ovviamente un numero molto limitato di protagonisti, perchè sarebbe stato impossibile trasporre in un monologo l'intero universo narrativo dell'Orlando, vasto e ricco.

Come si riesce a comunicare un capolavoro immortale della letteratura ai giovani?

Personalmente, io non ho mai pensato di scrivere per i giovani. Sostanzialmente scrivo perché mi diverte e perché trovo delle cose interessanti da dire. E' vero, io sono diventato famoso fuori dalla Romagna grazie alla mia attività su Youtube e sui sociale grazie alla presenza di un pubblico giovane ma dalle mie parti non è così, anzi chi assiste ai miei spettacoli ha un 'età più elevata della mia,  a volte. Penso che la presenza di un pubblico giovane sia dovuta al mezzo di comunicazione, non certo ai contenuti. Ho pensato a questo Orlando come ad una narrazione trasversale, che possa essere recepita da chi è disabituato alla lettura così come invece conosce il capolavoro di Ariosto e rischia di annoiarsi. Non voglio fare cose banali nel mio monologo, quindi cercherò di dire cose originali e riflessioni che possano interrogare il pubblico.

Tu ha una profonda cultura umanistica, ma sei laureato in ingegneria informatica. Come mai?

Purtroppo sono nato con una cultura che diceva che il lavoro lo trovi solo con competenze scientifiche, mentre le materie umanistiche ti candidavano all'occupazione. Ed avendo peccato di pavidità da giovane, ho deciso di seguire questa strada. Ma la mia è sempre stata una doppia vita, perché ho continuato a leggere e studiare tantissima narrativa e saggistica mentre completavo gli studi. E alla fine sto facendo questo lavoro, anche se con una laurea in ingegneria informatica. 

Tu riesci ad utilizzare molto bene i social. C'è ancora posto, secondo te, per l'oralità del teatro.

Sì, il raccontare e il raccontarsi, che è una funzione propria del teatro, non moriranno mai. Possono cambiare i generi: può terminare il dramma borghese, il teatro elisabettiano, il poema cavalleresco.. possono cambiare le forme: ora va di moda la stand up comedy, prima il cabaret. Ma il desiderio di raccontare davanti ad un pubblico, la comunicazione immediata, credo che questa sia una cosa che i social non metteranno mai a rischio. 

 

Alessandro Franco

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