Economia e lavoro - 06 marzo 2024, 07:00

Negozi a Torino: il calo delle aperture degli ultimi dieci anni

Nel corso degli ultimi dieci anni a Torino sono calate drasticamente le nuove aperture di negozi

Negozi a Torino: il calo delle aperture degli ultimi dieci anni

Nel corso degli ultimi dieci anni, a Torino sono calate drasticamente le nuove aperture di negozi. Nel 2013, sono stati 4581 gli esercenti che hanno avviato un’attività nella città sabauda. 

Questi numeri sembrano essersi notevolmente affievoliti. A dimostrarlo ci pensano i dati dei mesi scorsi, resi pubblici nell’autunno 2023. Lo scorso anno, le nuove aperture in città sono state 1380, circa il 70% in meno rispetto a dieci anni prima.

La diminuzione dei negozi nella città sabauda ha riguardato soprattutto i quartieri periferici.

Si tratta del calo peggiore registrato nel decennio e dell’ennesimo segnale di un trend che aveva già cominciato a palesarsi nel corso del 2022.

I fattori dietro a questo scenario sono diversi. Da un lato va ricordato innanzitutto il caro-vita che, soprattutto nel 2022 con il rincaro dei costi energetici, ha avuto un impatto non da poco sulle scelte di consumo delle famiglie.

Concorrono alla riduzione delle nuove aperture in una città come Torino anche la concorrenza dell’e-commerce e delle catene della grande distribuzione organizzata.

Come evidenziato lo scorso autunno da Confesercenti, il Piemonte, dal punto di vista dei numeri delle nuove aperture di negozi, ha portato a casa dati ben al di sotto della media nazionale. Ad avere una situazione peggiore è solamente la Campania.

Il punto di vista degli esperti

Chi ha un’impresa non può non guardare al futuro e uno dei traguardi più vicini e importanti è senza dubbio il 2030, anno fondamentale per numerosi obiettivi di sostenibilità che coinvolgono in maniera profonda gli imprenditori.

A detta di esperti come Giancarlo Biancheri, Presidente di Confesercenti Piemonte che ha detto la sua sui numeri bassi delle aperture di nuovi negozi a Torino lo scorso anno in occasione di un’intervista al Corriere rilasciata lo scorso ottobre, se non si interviene con misure efficaci, ora del 2030 si rischia che, a livello regionale, le aperture siano meno di mille.

Nel corso della sopra menzionata intervista, ha sottolineato come neppure negli anni dell’emergenza sanitaria del Covid si era arrivati a livelli così bassi per quanto riguarda l’apertura di nuovi negozi in Regione.

Quali sono i settori che soffrono di più?

Tra i settori che soffrono di più troviamo quello dell’abbigliamento e della calzatura. Secondo posto in classifica per le botteghe che si occupano di vendere articoli da regalo e per i negozi dedicati agli articoli per fumatori.

Il sopra citato calo ha ripercussioni negative anche su un’altra categoria lavorativa, ossia quella degli agenti di commercio.

Le possibili misure

In un periodo in cui, in Piemonte e non solo, aprire un negozio è una scelta priva di attrattiva per i giovani, sono diverse le possibili misure che, secondo diversi esperti, si possono mettere in campo.

Per rendere meno ostico l’avvio di un business che richiede, per esempio, investimenti importanti per quanto riguarda la location - per chi è alla ricerca di fonti di qualità per quanto riguarda gli annunci, ricordiamo che su ImmobiliOvunque è presente una lista di immobili commerciali a Torino, tutti accuratamente selezionati da agenzie immobiliari referenziate - è stata proposta, per esempio, una decontribuzione per i giovani che avviano la propria attività.

Tra le altre strade percorribili rientra, per esempio, l’adozione di un regime fiscale vantaggioso per chi ha un’impresa con un fatturato al di sotto dei 400 mila euro annui.

Si richiede a gran voce, come evidenziato sempre dall’intervista sopra citata, una legislazione in grado di mettere fine ai privilegi fiscali di cui godono i grandi marketplace.

L’obiettivo di tutto ciò è risollevare una situazione che coinvolge anche gli ambulanti. In Piemonte, nel 2013, si erano registrate circa 1200 nuove bancarelle. Nel 2023, invece, gli imprenditori che hanno deciso di lanciarsi nel business della vendita ambulante sono stati meno di 300.

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