Cultura e tempo libero - 14 marzo 2024, 08:15

Per le “Giornate FAI di Primavera” Asti aprirà le porte di altri due luoghi storici

Ovvero i palazzi del complesso Canton del Santo e palazzo Zoya: appuntamento sabato 23 e domenica 24 marzo

L'ampia porzione del complesso immobiliare Canton del Santo che si affaccia su piazza Libertà

L'ampia porzione del complesso immobiliare Canton del Santo che si affaccia su piazza Libertà

Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le Regioni. Anche la delegazione astigiana del FAI contribuirà all'evento, con l'apertura al pubblico di due dimore di grande rilevanza storico-architettonica.
 

Palazzi di Canton del Santo

Il complesso è situato in pieno centro storico di Asti, in piazza Libertà, e fa parte del patrimonio artistico cittadino. Dal 1986 è sede della Cassa di Risparmio di Asti, che in vista dell’insediamento ha ristrutturato e unito vari locali al fine di ospitarvi i propri uffici.

Tra i palazzi che costituiscono il complesso, Palazzo Peruzza, che affaccia su via Gardini: oggi Agenzia 1 della banca, ospitò fino al 1965 il vecchio albergo Salera e in seguito la sede della Banca Agraria. Il locale di riunione del consiglio di amministrazione della Banca era un tempo la sala da pranzo dell'albergo, dove si dava convegno la buona società del tempo.

La parte del complesso che guarda su piazza Libertà è invece Palazzo Armandi, appartenuto un tempo alle famiglie Ricci e Taricco, titolari di una casa vinicola. La parte più antica del complesso, costituita dai resti del Convento degli Agostiniani di Lombardia, affaccia su via Brofferio e su piazza Astesano, dove sorgeva la settecentesca Chiesa delle Grazie.

In occasione dell’apertura sarà possibile ammirare le opere che costituiscono la collezione d'arte della azienda di credito: una significativa sezione di pittori contemporanei, fra i quali molti legati al territorio, con opere di Gandolfino da Roreto, una pala del Guala, dipinti attribuiti alla scuola del Caccia e alcuni arazzi delle arazzerie astigiane.

 

Palazzo Zoya

Palazzo Zoya sorge al civico 63 di via Carducci, in un'area dell'antico nucleo storico della città, a pochi passi dalla casa natale di Vittorio Alfieri e dalla Cattedrale, una delle più grandi chiese del Piemonte e tra le massime espressioni dell'architettura gotica della regione.

L'attuale edificio è il risultato dell'accorpamento e dell'ampliamento di due fabbricati preesistenti, databili alla prima metà del Duecento. Tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento le due costruzioni furono trasformate in una struttura palaziale unica a sviluppo longitudinale, ad imitazione di altre grandi residenze presenti in città come ad esempio l'hospicium Cacherano in via Maestra (l'attuale corso V. Alfieri) all'angolo con via Asinari.

Gli Zoya, proprietari del palazzo dalla fine del Cinquecento, erano in origine una famiglia di ‘Lombardi', che accumularono ingenti ricchezze con l'attività legata al prestito della valuta ed al commercio; all'inizio del Seicento, dopo che avevano da tempo abbandonato l'attività feneratizia, vennero infeudati del titolo nobiliare di Conte.

A Bonifacio Zoya, che acquisì il palazzo a fine Cinquecento, si deve un'importante ristrutturazione: i soffitti del primo piano furono elevati; il nuovo soffitto ligneo fu dipinto nelle assicelle delle travi con busti laureati e profili muliebri. Sul lato verso il cortile viene realizzata la bella ‘galleria', portico-loggia a doppio ordine di arcate con funzioni di raccordo e disimpegno per le scale di accesso ai piani.

Nel prospetto verso la corte interna furono invece conservate le finestre originarie di metà Duecento, ancora oggi in parte visibili così come perfettamente conservato è Il grande fondaco/magazzino seminterrato, a volta unica. Dopo altre ristrutturazioni, avvenute a fine Ottocento e a metà Novecento, un'ultima e particolarmente accurata ha trasformato la casa forte Duecentesca in un resort de charme, che offre ai clienti 5 appartamenti arredati lussuosamente, i cui arredi moderni dialogano piacevolmente con le antiche strutture, perfettamente conservate.

Nell’ambito delle aperture, la delegazione FAI di Asti sarà affiancata dagli Apprendisti Ciceroni, studenti dell'Istituto di Istruzione Secondaria “Vittorio Alfieri” (Liceo Classico, Liceo Artistico, Istituto Professionale) appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio.

 

Nuovi incarichi nell’ambito della delegazione FAI astigiana

Il nuovo capo delegazione è Antonio Adinolfi che succede nell’incarico a Anna Lidia Goria. Si registrano altresì gli ingressi di Nat Penklang alla comunicazione, Laura Ferrato ai viaggi, Matteo Viarengo capo gruppo giovani e Stefano Vetri vice capo gruppo giovani.

Gabriele Massaro

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