Un passo avanti significativo per il Terzo settore piemontese è stato compiuto questa mattina con la firma del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, sulla nuova legge di sostegno e promozione degli enti del Terzo settore. La legge, frutto di una proposta della consigliera Monica Canalis, ha ricevuto l’approvazione unanime del Consiglio Regionale, segnando un momento di unità politica e di impegno sociale.
La normativa introduce la possibilità per le amministrazioni locali di collaborare strettamente con gli enti del Terzo settore attraverso la coprogettazione, sottoscrivendo convenzioni e patti di accreditamento che estendono i benefici anche a terzi. Questa apertura verso una gestione condivisa delle attività sociali è vista come un’innovazione che potenzia il ruolo del volontariato e dell’associazionismo, riconosciuti come risorse preziose per la comunità.
“Il Terzo settore è un pilastro irrinunciabile per il Piemonte, un motore di innumerevoli iniziative dove il volontariato e l’associazionismo rappresentano un valore aggiunto straordinario” ha dichiarato il presidente Cirio, esprimendo gratitudine al Consiglio regionale per il lavoro di confronto e mediazione che ha condotto all’approvazione del provvedimento.
Tra le novità introdotte, spicca l’istituzione della Giornata regionale del volontariato, che si celebrerà il 5 dicembre in concomitanza con la Giornata internazionale del volontariato. Inoltre, viene creata la Consulta regionale del Terzo settore, un organismo presieduto dall’assessore alle Politiche sociali o da un suo delegato, con il compito di fornire pareri e proporre iniziative alla giunta e al Consiglio regionale.
Per incentivare ulteriormente la collaborazione, la Regione potrà assegnare premialità specifiche alle reti di partenariato tra enti pubblici e realtà del Terzo settore, soprattutto nel concedere patrocini o finanziamenti. In aggiunta, è prevista la possibilità per la Regione, le aziende sanitarie e gli enti locali di concedere in comodato d’uso beni immobili e mobili pubblici, non utilizzati per fini istituzionali, per un massimo di trent’anni ad associazioni e enti di volontariato.