Attualità - 30 marzo 2024, 09:37

Via Crucis all'insegna della preghiera per la pace in Ucraina e Terra santa e nella vicinanza a tutte le chiese [FOTOGALLERY]

Il corteo, guidato dal vescovo di Asti, Marco Prastaro è partito dalla stazione per concludersi in Cattedrale

Il corteo della Via crucis nel Venerdì santo astigiano (MerfePhoto)

Il corteo della Via crucis nel Venerdì santo astigiano (MerfePhoto)

Via Crucis ieri sera, Venerdì Santo, all'insegna dell'austerità.

La processione, in un clima di austerità e preghiera per la pace in Ucraina e Terra santa, è partita, con il vescovo, Marco Prastaro, il sindaco, Maurizio Rasero e tanti parroci della Diocesi, alle 21 da piazza Marconi, davanti alla stazione, per concludersi in piazza Cattedrale.

Il numeroso corteo di fedeli ha attraversato  via Cavour, piazzetta San Paolo, piazza Statuto, via Ranco, via Garetti, via San Martino, piazza San Martino, via Roero, corso Alfieri, piazza Cairoli, via Caracciolo.

Giornate importanti per la cristianità di tutto il mondo che esprime vicinanza alle chiese di Terra santa. Al termine della Via Crucis  si è svolta la Colletta nella Giornata Mondiale della Terra Santa. La Colletta (che fornisce sostegno alle opere sociali e all’attività scolastica di ogni ordine e grado gestiti dalla Custodia di Terra Santa) è il segno con cui i cristiani di tutto il mondo si prendono concretamente cura della Chiesa madre di Gerusalemme, che in questo momento ha estremo bisogno di aiuto.

Questo il messaggio del vescovo Prastaro, "Portatori di speranza" per la Pasqua 2024.

“L’annuncio della risurrezione di Gesù irrompe ancora una volta con forza nella storia dell’umanità. In questo tempo segnato da guerre, divisioni, ingiustizie, e soprattutto sofferenza e morte, è facile cadere nella tristezza che ci fa dire che la storia è sempre stata così, che alla fine vince sempre il male, che il prepotente ha sempre la meglio, che credere nell’amore è pura illusione, che non ci sarà mai felicità e pace su questa terra, insomma che non possiamo fare altro che rassegnarci a tutto questo orizzonte di tenebre.

Forse questi erano anche i sentimenti delle donne che quella mattina presto andarono al sepolcro.

Ma arrivate lì, trovano la pietra della tomba rotolata e il sepolcro vuoto. “Non è qui, è risorto” annuncia loro l’angelo. Ed allora tutto viene sconvolto. Non è solo stata rotolata una pietra, ma è stata sconvolta la storia dell’umanità.

La forza inarrestabile del piano di Dio si è manifestata. Non è vero che tutto deve finire male, non è vero che l’amore è illusione, non è vero che il più prepotente sempre prevale, non è vero che la guerra e la violenza sono l’unica via di convivenza di cui gli esseri umani sono capaci. Non è vero! La pietra del sepolcro è stata rotolata, Cristo è risorto. Non c’è nulla di cui l’uomo è capace che mai potrà fermare la volontà di Dio, quella sua volontà di amare tutti, di perdonare tutti, di donare per tutti un mondo di gioia e di pace. Non si può fermare questa forza dell’amore di Dio.

Ecco perché ogni volta che la vita vince sulla morte, la bontà sul peccato, la misericordia sulla vendetta, la verità sulle menzogne, ogni volta che non ci rassegniamo ma continuiamo ad aspirare a valori grandi, a lottare per cambiare le cose, è la forza della risurrezione che agisce. Ogni volta che il piano di Dio non può essere fermato, nonostante tutti gli ostacoli che gli vengono contrapposti, è Risurrezione.

Con la risurrezione di Gesù le stesse fondamenta del mondo, della nostra esistenza sono state prepotentemente scosse: la storia umana e la storia dell’universo non sono più le stesse e non lo saranno mai più.

Con la risurrezione Cristo non ha solamente ribaltato la pietra del sepolcro, ma vuole anche far saltare tutte le barriere che ci chiudono nei nostri sterili pessimismi, nelle nostre elucubrazioni che ci allontanano dalla vita, nelle nostre ossessionate ricerche di sicurezza e nelle smisurate ambizioni capaci di giocare con la dignità altrui.

Questa esperienza chiede, come comanda l’angelo, di essere “detta a tutti”. Il mondo ha bisogno di portatori della buona notizia che trasmettono speranza e non di portatori sopraffatti dalla disperazione. Essere persone di speranza non significa aspettarsi di poter liberare il mondo da ogni male. Essere persone di speranza significa penetrare il dolore e la sofferenza della società e della storia, e portarvi il messaggio della risurrezione.

In questo 2024 bisesto sia questa la nostra Pasqua: la speranza certa che Dio è più forte di tutto il male di cui noi siamo capaci, che l’amore non è illusione, che la pace e la gioia per tutta l’umanità sono possibili!

Affrettiamoci dunque a vivere da risorti. Vi benedico.”

Betty Martinelli

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