Cultura e tempo libero - 12 aprile 2024, 09:16

In Sala Pastrone arriva la storia di Maciste, alias Bartolomeo Pagano, il camallo genovese primo "supereroe" del cinema italiano [TRAILER]

“Il Ritorno di Maciste” arriva ad Asti: un viaggio tra passato e presente del cinema italiano

 Il film “Il Ritorno di Maciste”, diretto da Maurizio Sciarra, sarà presentato ad Asti martedì 16 aprile, con due proiezioni alle 17.30 e alle 21.30, presso il cinema Sala Pastrone in Via Carlo Leone Grandi, 16.

Il regista Maurizio Sciarra e Riccardo Costa, presidente del Circolo cinematografico Vertigo e dell’Asti International Film Festival, incontreranno il pubblico alla fine di entrambe le proiezioni.

Il film è stato prodotto da Alessandro Borrelli per La Sarraz Pictures, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, con il contributo di MiC, Regione Liguria, Film Commission Torino Piemonte e sviluppato con il contributo di Media Europa Creativa.

Un ritorno alle origini

“Il Ritorno di Maciste” è un omaggio a uno dei personaggi più iconici del cinema italiano, Maciste, l’eroe dalla forza sovraumana che con i suoi muscoli e il suo senso di giustizia protegge l’umanità dal male. Il film racconta la storia di Bartolomeo Pagano, il portuale genovese che divenne il primo supereroe del cinema italiano grazie al regista Giovanni Pastrone.

Oggi, a ripetere quella storia, è il campione olimpionico di canottaggio Giuseppe Abbagnale a riportare Maciste sulla terra e a farci conoscere la storia di Pagano.

Tra realtà e finzione

Il film sfuma i confini tra realtà e finzione: il pretesto narrativo è una proiezione di Cabiria organizzata dal critico Steve Della Casa, al termine della quale il personaggio di Maciste esce dallo schermo e prende vita nel mondo reale. Insieme al critico e con l’aiuto di autorevoli esperti, Maciste ricostruisce i ricordi e i luoghi del passato, costretto a confrontarsi con un mondo contemporaneo che sembra averlo dimenticato.

La storia di Bartolomeo Pagano è un intreccio di diversi racconti, come afferma il regista Maurizio Sciarra. È la storia del primo cinema muto italiano, quello che con Pastrone inventa nuove tecniche (il carrello, per esempio) e nuovi linguaggi. È la storia di un’Italia che scopre la nascita della grande industria e che permette l’affermarsi della prima “dittatura di massa”, la quale ricerca eroi e sentimenti che la rappresentino. È la storia di “un uomo qualunque”, che viene strappato al pesante lavoro del porto e diviene simbolo della forza a servizio della giustizia sociale.

Redazione

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