Attualità - 18 aprile 2024, 16:29

La Provincia di Asti approva il piano per il contenimento dei caprioli. Proteste da parte della Lav: "Un piano di sterminio da fermare"

Secondo l'associazione ci sarebbero gravi violazioni della norma sulla tutela dei selvatici. Il consigliere Migliasso: "Si è reso necessario per una forte richiesta del territorio"

La Provincia di Asti approva il piano per il contenimento dei caprioli. Proteste da parte della Lav: "Un piano di sterminio da fermare"

Il 28 marzo scorso la Provincia di Asti ha approvato il “Piano straordinario e speditivo di contenimento delle popolazioni stabili di capriolo in provincia di Asti”, redatto  e approvato in seguito alle richieste dei Sindaci della provincia di Asti, delle associazioni agricole di categoria e le associazioni venatorie.

L'approvazione ha scatenato le ire della Lav (Lega antivivisezione) nazionale che ritiene la definizione asettica, mentre si tratta di "sterminare 1240 caprioli, il 30% della popolazione stimata su tutto il territorio provinciale. Una vera e propria operazione di guerra contro i caprioli – denuncia Massimo Vitturi, responsabile nazionale LAV,  – accusati di causare danni all’agricoltura e incidenti stradali; tuttavia, il piano della Provincia non riporta alcuna prova degli incidenti e i danni a loro imputati sono meno che risibili".

 L'ufficio legale della Lav ha inviato oggi una diffida al presidente della Provincia di Asti, Maurizio Rasero, intimandogli di cessare le attività di uccisione dei caprioli; nel dettaglio aggiungono quali sarebbero le violazioni alla norma nazionale sulla tutela degli animali selvatici:  

Le violazioni del piano secondo Lav: 

  • è privo del parere obbligatorio di ISPRA  
  • non riporta alcun dato di riferimento agli incidenti stradali che sarebbero causati dai caprioli  
  • solamente otto delle quarantuno aree censite nel 2023 hanno riportato danni all’agricoltura imputati ai caprioli  
  •  il censimento della popolazione di caprioli presenti in provincia è gravemente approssimativo perché riferito solo al 14% della superficie provinciale  
  •  non viene riportata alcuna verifica dei metodi ecologici che la legge impone di utilizzare prima di poter redigere un piano di uccisioni .

La Provincia chiarisce

Chiarisce il consigliere delegato alla Caccia, Davide Migliasso: "Si è resa necessaria la redazione e l'approvazione del piano in seguito ad una forte richiesta del territorio, sindaci, associazioni agricole e venatorie. In seguito ad attenti censimenti sono stati censiti 710 capi, ma causa vegetazione e impossibilità a visionare tutte le zone, si pensa che ci siano 4200 animali che causerebbero ingenti danni a imprese e coltivazioni. Spesso ci sono incidenti provocati da questi animali e si è deciso di andare in questa direzione così come negli anni precedenti, i piani sono sempre stati attuati dalla Provincia".

 Continua la Lav: "I gravi profili d’illegittimità contenuti nel piano potrebbero configurare  un danno erariale, analogamente a quanto accaduto nel 2018 al presidente della Provincia Autonoma di Bolzano che, assieme a un suo funzionario e a seguito della denuncia della LAV, si è trovato costretto a sborsare quasi un milione di euro per il danno causato alla collettività avendo consentito l’uccisione di animali selvatici in violazione delle norme nazionali di tutela, proprio come potrebbe accadere con i caprioli in Provincia di Asti.  Se si considera che gli animali uccisi saranno poi destinati ai cacciatori, questo piano sembra predisposto più per riempire i loro freezer che per contenere danni e incidenti praticamente inesistenti sul territorio della provincia ora attendiamo le decisioni della Provincia, auspichiamo che prevalga il buon senso e che le operazioni di uccisione vengano definitivamente cancellate in favore di azioni non cruente e non letali che possano favorire la convivenza tra i caprioli e le attività umane che si svolgono sui loro territori.”  

Il consigliere delegato Migliasso, conclude tendendo una mano: "Sarà una caccia di selezione precisa per la tutela della specie, ma va in parte contenuta per la salute pubblica e la sicurezza. C'è, da parte nostra, la volontà di collaborare come sempre con tutte le associazioni che tutelano gli animali".

Betty Martinelli

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