Vacanze Astigiane - 02 maggio 2024, 18:00

Vacanze Astigiane tra Saraceni e mondine

Oggi invito a gustare due tipicità che si sono fatte feste di sapore e tradizione. Feste imperdibili dell’Astigiano, a Vinchio e a Sessame, domenica prossima

Arabi in Italia, detti nel Medioevo Saraceni

Arabi in Italia, detti nel Medioevo Saraceni

Nel Medioevo gli Arabi, per l’Europa cristiana, erano definiti genericamente Saraceni. Nella loro assoluta non consapevolezza, ma al tempo poco importava. Facile tutto fosse cominciato per quei nuclei provenienti dall'Africa settentrionale che occuparono la Sicilia, tra il IX e X secolo. Ottimi navigatori, stabilirono stazioni militari lungo le coste dell'Italia meridionale, della Liguria e della Provenza, spingendosi, in cerca di bottino, fino alle alte valli alpine. Una loro importante colonia era a Frassineto, oggi La Garde-Frainet, nei dintorni di Saint Tropez. Colonia che era uno stabile emporio commerciale e da dove partivano molte delle avventure corsare che hanno lasciato tracce anche dalle nostre parti. Tracce talora enfatizzate, per non dire campate in aria, da studi e ricerche approssimative, condotte soprattutto nel corso del ‘700 e del ‘800. 

È il caso del territorio di Vinchio, in particolare per il Bricco dei Saraceni e la vicina Valle della Morte di Cortiglione. Luoghi dove la convinzione vi si fossero svolte battaglie contro i Saraceni, condotte immancabilmente dal conte Aleramo, all’epoca non ancora marchese, non ha alcun riscontro oggettivo. Quello però che è maledettamente e magnificamente oggettivo è il nome di una qualità di asparagi tipica di Vinchio, i Saraceni. Asparagi arrivati nell’affascinante borgo del Sud Astigiano dal dopoguerra, quando il vino non bastava a sopravvivere, coltivando tra i filari asparagi speciali nella loro faticosa ricerca di nutrimento, in competizione con le lunghe radici delle viti.

A Vinchio, domenica prossima, 5 maggio, non perdetevi l’appuntamento che, da 46 anni, fa mercato e ricco momento di degustazione dei prelibati ortaggi del posto. Non perdetevi la Sagra dell’Asparago Saraceno. Occasione unica per gustare un pranzo preparato dalle cuoche della locale Pro Loco dal ricco menu’ a base dei loro saporiti e, in fondo, rari asparagi, considerato il piccolo numero di produttori. Occasione per scoprire quanto gli si abbinino bene le Barbera del posto, quasi ricordassero il legame energetico d’origine e vicinanza. 

Sempre domenica, in un altro borgo dell’Astigiano a soli 22,5 chilometri da Vinchio, mezz’ora, si replica, per la centoduesima volta, la Sagra del Risotto di Sessame. Sagra dove il racconto gastronomico riprende quello dei Saraceni, con gli Arabi a portare il riso, da fine 800, prima in Spagna, e poi in Italia. Per quanto conosciuto dai romani, era usato prettamente come spezia o a scopo terapeutico. La vera svolta si ha con l’inizio della coltivazione estensiva nel XV secolo, in Lombardia e Piemonte, ad opera degli Sforza che sfruttano le acque dei primi canali per irrigare le prime risaie. Riso che necessitava gran forza lavoro stagionale durante il periodo di allagamento dei campi tra fine aprile e inizio giugno. Forza lavoro che dagli anni Cinquanta, ha visto il nascere di una figura professionale, se così vogliamo definirla date le improbe condizioni lavorative, la mondina. Negli anni di picco produttivo si muovevano da diverse aree del nord ovest italiano fino a 25.000 lavoratrici stagionali. Molte anche dalla valle Bormida, dalla Langa Astigiana e da Sessame. Il ricordo di quel periodo, quando le mondine tornavano a casa con un po’ di soldi e con qualche sacchetto di riso, ha fatto nascere una bella festa di sapori antichi e di tradizione. Festa che vede come dominus il Tradizionale Risotto di Sessame, condito con ragù e altro non noto di una ricetta protetta in paese dai circa trecento residenti, nell’occasione trasformati tutti in agenti del MI-5. 

Si comincia alle 11 con la sfilata delle mondine e alle 12 i primi fumanti risotti inizieranno a riempire piatti e piatti. Giusto il tempo di finirne uno o due e via, di corsa a Vinchio, che alle 13 ci si siede a tavola.

Davide Palazzetti


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