Tra gli scaffali di diversi supermercati astigiani da diverse settimane non si trovano i prodotti della Centrale del latte di Alessandria e Asti. Solo alcune confezioni di latte.
Purtroppo l'azienda è pesantemente in crisi e ha un debito superiore ai 2 milioni di euro "Non sussisterebbero i presupposti per la continuità", come emerge da una nota del cda dell'azienda dopo "l'analisi della situazione vendite al 30 aprile 2024 e l'aggiornamento dell'esame delle manifestazioni di interesse ricevute". Nessun acquirente si è fatto avanti ed è stata chiusa la procedura della composizione negoziale della crisi.
L'azienda è nata nel 1953 e la crisi si sarebbe aggravata nel febbraio scorso quando nessuno dei soci ha aderito all'aumento di capitale.
Il cda ha quindi deliberato "l'interruzione dell'attività compatibilmente con gli impegni commerciali presi e con lo smaltimento delle scorte di prodotti a magazzino".
Sono una cinquantina di dipendenti della Centrale del latte e la distribuzione avviene in tutto il Piemonte, ma anche nella provincia di Savona e a Viareggio. "La scelta della procedura intrapresa dal cda - conclude la nota della Centrale del latte di Alessandria e Asti - è stata quella che più ha tutelato la ricerca della salvaguardia dei posti di lavoro e la continuità aziendale. In attesa della definizione dello scenario puntuale, il cda introdurrà tutte le azioni necessarie nell'interesse di dipendenti e azienda".
Una tegola per i dipendenti soprattutto se si considera l'eccellenza del prodotto. La speranza è appesa un filo e rimarrebbero solo pochi giorni per trovare un nuovo acquirente.
Nei giorni scorsi si è tenuto un presidio davanti alla sede di Alessandria. I lavoratori hanno scelto di non fermare l'azienda ma restano in presidio e lanciano un appello agli imprenditori per salvare azienda e marchio.