Il 1954 non era partito granché bene, con il Piemonte e in particolare l’Astigiano colpiti, tra il 4 e il 6 gennaio, da un’imponente nevicata. Nevicata tra le più abbondanti dal 1776 con un unico episodio paragonabile tra il 20 e il 22 gennaio del 1805.
Anno non certo esente da eventi e avvenimenti, effetti di scelte e azioni di persone che hanno fatto storia. Tra Marilyn che sposa Joe Di Maggio, in un freddo gennaio di San Francisco, per accorgersi solo dopo pochi mesi dell’errore, Jonas Edward Salk, virologo americano, che crea il primo vaccino antipoliomelite e Ernest Miller Hemingway che riceve il premio Nobel per quel capolavoro di Il vecchio e il mare.
Anno anche di grandi perdite. Perdite come quella di Henri Matisse che continua comunque ad affascinarci con il magico movimento del suo dipinto più iconico, La Dance, elegia dell’armonia d’unione. Perdite come quella subita dalla fortissima Ungheria nella finale dei Mondiali di calcio di quell’anno, inaspettato 3 a 2 colto dalla Germania Ovest, in una partita mitica detta il Miracolo di Berna. Miracolo del collettivo, superiore, anche lì, ai virtuosismi dei singoli.
Un sacco di persone ricche di pensieri, iniziative e attività. Persone speciali che, in un modo o in un altro, hanno fatto la storia. Grandi, ma non solo. Giusto in quell’anno, ne troviamo un caldo esempio anche in quel di Castel Boglione, gioiello agreste e agricolo nel cuore delle colline più vitate del Sud Astigiano. Persone come don Carlo Montrucchio, parroco concreto e d’alta visione. Non pago del veder finalmente realizzati gli interni della parrocchiale di Nostra Signora Assunta, chiesona in stile neoromanico eclettico che, proprio nel 1954, vede completate le decorazioni di cappelle, pareti delle navate laterali e colonne da parte dei Dellavedova, specialisti della Valsesia nell’arte del Marmo Artificiale di Rima. Non pago, dicevo, nei primi mesi del 1954, riesce a concludere il progetto di mettere assieme un po’ di vignaioli del posto, cambiandone le sorti e cambiando le sorti del loro paese.
Era il 5 maggio quando don Carlo ne riuniva una cinquantina nel teatro dell'asilo di Castel Boglione, per fondare, alla presenza di due testimoni e del notaio Moro, la Cantina Sociale di Castel Boglione, oggi Araldica Castelvero dal nome dei conti Roberti di Castelvero. Cooperativa che mirava a valorizzare il lavoro contadino, mettendo in comune esperienze, macchinari, uomini e idee in una zona dove la viticoltura era ancora considerata depressa e sicuramente poco remunerativa per i singoli produttori, schiacciati dalla morsa dei commercianti d’uva.
Quel giorno cominciava una bellissima storia che ora celebra i suoi primi settant’anni. Li celebra leggermente fuori data, per trovare disponibili e presenti tutti i 140 associati, i 90 dipendenti e un po’ di ospiti d’onore dell’evento. Li celebra con un ricco programma aperto agli amanti del buon vino. Si comincia domani pomeriggio con l’inaugurazione, nei locali adiacenti l’Enoteca Araldica, di una mostra fotografica che ripercorre la storia della cooperativa. Dalle 16, esperti e appassionati si confronteranno su temi legati alla sostenibilità e alla vita in armonia con la natura, nella tavola rotonda, Il valore del tempo. Sabato si cammina tra vigneti e si cena, allietati dalla passione gastronomica messa in piazza dalle Pro loco di Castel Boglione, Montabone e Rocchetta Palafea, poco prima di farsi prendere da tanta bella musica. Domenica invece, messa in mattinata e poi festa riservata alla grande Comunità di Araldica. Per noi tutti, imperdibile occasione di conoscere e scoprire persone, posti, tradizioni e soprattutto grandi vini dell’Astigiano e dei suoi immediati dintorni, nel dare una mano a spegnere come si deve settanta candeline.