La medicina, fin dalle sue origini, ha avuto un'impostazione androcentrica, relegando l'interesse per la cura delle donne ai soli aspetti legati alla riproduzione. Solo dagli anni '90 in poi si è assistito a una profonda evoluzione, con l'introduzione di un approccio che considera le variabili biologiche, ambientali, culturali, psicologiche e socio-economiche determinate dal genere, le quali hanno un forte impatto sulle caratteristiche delle malattie. È quindi storia recente la tematica delle differenze di genere nella sperimentazione farmacologica e nella ricerca scientifica.
Per molti anni, infatti, gli approcci terapeutici, clinici e le strategie di prevenzione sono stati tarati su un ipotetico paziente maschio adulto, bianco, di media corporatura e intorno ai 35 anni. Questo ha comportato significative lacune nella cura delle donne, che possono manifestare sintomi diversi per molte malattie e rispondere in modo differente ai trattamenti rispetto agli uomini.
Per approfondire queste tematiche e discutere delle implicazioni di un approccio medico più inclusivo, si terrà un incontro il prossimo giovedì 30 maggio alle ore 18:30 presso il Foyer delle Famiglie in via Milliavacca 5.
Interverranno le dottoresse Patrizia Ragno, ginecologa, Irene Novarese, medica di base, e Giulia Braghero, infermiera. L'evento sarà introdotto da Vittoria Briccarello, attivista, e moderato da Valeria Sollazzo.
L'incontro è organizzato da "Non Una Di Meno - Asti" e mira a sensibilizzare il pubblico sull'importanza di una medicina che tenga conto delle differenze di genere, per garantire parità di cura tra uomini e donne.