Con l’estate, è risaputo, si moltiplicano le occasioni per fare il pieno di naturali piaceri e per apprezzare la grande ricchezza e varietà di paesaggi, borghi, storia, arte, natura e prodotti tipici dell’Astigiano.
Occasioni come la Fiera Carrettesca, in scena nell’affascinante borgo di Roccaverano. In scena, sabato e domenica prossimi, quale festa del Roccaverano dop e dei prodotti del territorio. Due giorni dedicati al buon cibo, al buon vino e soprattutto ad un capolavoro caseario che porta il nome del luogo in cui è nato, unica dop provinciale e ottimo vettore di notorietà territoriale. Festa di degustazioni, di mostra mercato, di piatti antologici, concorsi e premiazioni. Una festa che quest’anno è ancora più gustosa del solito, nel celebrare il quarantacinquesimo compleanno della dop, riconoscimento non certo da poco che ha contribuito a rendere questo formaggio uno dei prodotti simbolo del Piemonte. Difficilmente me ne sono perso un’edizione negli anni passati, preso dal fascinoso racconto di persone, comunità, attività e progetti che sta dietro a un formaggio. Racconto con il personaggio principale interpretato non da uno, ma da diciassette primi attori, diciassette allevatori di capre delle razze Roccaverano e Camosciata Alpina e mastri casari che compongono il Consorzio per la tutela del Formaggio Roccaverano dop.
La festa comincia sabato alle 19 con un percorso gastronomico a base dei piatti tradizionali cucinati dalle Pro Loco del territorio e con una degustazione guidata di vini locali, abbinati a diverse stagionature di Roccaverano dop, per proseguire con la presentazione di un video emozionale, realizzato dal Consorzio per celebrare 45 anni. In tutta onestà mi auguro di essere già pieno delle emozioni dai due o tre gol fatti alla Svizzera e passo, ma domenica, dalle 10 sono di certo lì. Lì all’inaugurazione della mostra mercato, dove spero di trovare tutti e diciassette i nostri eroi e far scorta di buono. Poi si mangia. Si mangia territorio accompagnati da otto pro loco. Otto come le proposte gastronomiche da non perdere: gli Gnocchi al Roccaverano dop non possono che far capo alla Pro Loco di Roccaverano, l’antica Puccia, soffice polentina cotta in brodo di fagioli e verdure e condita con burro, da Monastero Bormida , Plin fritti da Spigno Monferrato, Cessole con le Frittelle, Ovrano con la FocRoc, imperdibile focaccina ripiena di crema al Roccaverano, San Giorgio Scarampi con le Friciule, Serralunga d’Alba con la tradizionale Cugnà, maritata con Roccaverano dop in diverse stagionature, e Montechiaro d’Acqui con i suoi famosi Panini con le acciughe che non c’entrano nulla con il Roccaverano, ma sono per me come droga, vera spinta, anche se non certo l’unica, a recuperare due chili in due ore e quel sorriso da ebete che tanto piace a mia moglie in occasione d’abbuffata. E questo è sempre bene, molto bene.