Paola Poggiali 47 anni “Romagnola Doc”, laureata in antropologia, una vera donna avventura che gira il mondo alla ricerca di luoghi nascosti e culture indigene da raccontare. Percorsi insoliti ed incontri umani sono le principali caratteristiche del suo viaggiare, ama definirsi una lente d’ingrandimento a disposizione del pianeta.
Quale viaggio ci racconti ?
Sono stata in America Latina di recente, un’esperienza lunga e molto intensa per la molteplicità dei paesi visitati e per le emozioni vissute. Colombia, Panamá, Costa Rica, Nicaragua e Messico sono state le tappe principali; due Paesi in particolare mi hanno colpito e credo che i 4 elementi (Acqua, Aria, Terra e Fuoco) possano essere una buona traccia da seguire, per il racconto.
Ottimo, partiamo con l’Acqua?
Arcipelago di San Blas nel Mar dei Caraibi a largo di Panamá, in una regione autonoma dove la comunità indigena è suddivisa tra le varie isole. Le acque sono cristalline e la sabbia bianchissima, un giardino dell’Eden dove il tempo trascorre molto lentamente. Arrivata, cerco subito un contatto diretto con il popolo GUNA e ho la fortuna di assistere alla cerimonia chiamata INNA SUID; la festa della pubertà che sancisce per le giovani ragazze l’ingresso nel mondo adulto e l’arrivo della fertilità. Per partecipare, devo indossare gli abiti tradizionali e vengo assistita nella preparazione da un ragazzo gay; qui l’orientamento sessuale è assolutamente rispettato e colpisce quanto sia vissuto con naturalezza. I festeggiamenti si svolgono nella capanna principale dove il popolo si raduna per condividere la CHICHA FUERTE, un fermentato alcolico dal colore marrone. La festeggiata non è presente, perché nella propria abitazione attende la visita di alcune donne sagge della comunità; riceverà indicazioni e consigli in questa nuova fase della vita, una consuetudine ormai secolare da queste parti. Il popolo GUNA vive di pesca e di turismo sostenibile, negli ultimi anni sono aumentate le strutture di accoglienza e i servizi; in ogni caso si dorme in capanne e si pranza senza pretese. Vi confesso, una delle esperienze più incredibili che ho vissuto!
Aria, dove ci porti?
Sempre stato di Panamá, Arcipelago di Las Perlas, questa volta sulla costa pacifica; qui vive Piero detto “El Tortuguino“, un vecchio amico di Forlì che gestisce un ristorante sull’Isola di Contadora. Ospitalità in cambio di lavoro, un buon baratto per la possibilità di vivere a stretto contatto con i locals. La realtà cambia radicalmente, il turismo è protagonista soprattutto nella stagione secca e la presenza del piccolo aeroporto garantisce un flusso costante di panamensi, provenienti dalla capitale per il fine settimana. L’isola si gira a piedi, le strutture alberghiere sono poche mentre le case-vacanza sono moltissime. In quei giorni si svolge un festival di paracadutismo, il Boogie; professionisti e appassionati da tutto il mondo si radunano per una settimana, oltre 300 partecipanti pronti a saltare. Una mattina servendo la colazione nel locale di Piero, scopro la possibilità di effettuare lanci di prova in tandem. Ne approfitto subito e prenoto, Il pomeriggio seguente raggiungo il team sulla pista; briefing con l’istruttore, un po’ di paura, soprattutto una voglia matta di vivere l’esperienza. Saliamo a bordo di un piccolo aereo da turismo, il decollo è rapidissimo e in breve tempo raggiungiamo quota lancio; siamo a 4000 metri di altitudine e l’adrenalina è alle stelle. Il portellone si apre e all’improvviso mi trovo in caduta libera a 230 Km all’ora. Lassù tra le nuvole non hai tempo di pensare e quando si apre il paracadute, la vista mozzerebbe il fiato anche al miglior tenore del mondo. Un’emozione indescrivibile!
Ora, fuoco?
Attraverso il Costa Rica e raggiungo il Nicaragua; in particolare, vado allo scoperta dell’isola di Ometepe che si trova all’interno del grande lago Cocibolca. Decido di scalare uno dei due vulcani simbolo del luogo, il Maderas; mi aspetta un trekking di oltre sei ore tra cascate, foresta e incisioni rupestri precolombiane. Vibranti emozioni da vivere tutto ad un fiato, in una camminata da ricordare anche per il percorso insidioso. In compagnia di una guida locale, nel pomeriggio raggiungo la vetta a 2500 metri (s.l.m) per godere di un panorama unico, ricco di tanta biodiversità. La popolazione, rurale e molto accogliente, mi fa sentire un po’ in Romagna e le acque calde del lago sono un rilassante naturale, per il corpo e per la mente . Una sera, ricordo un bagno al tramonto molto particolare; il cielo infuocato sembrava fuoriuscire dal cratere del vulcano, come se si trattasse di una vera e propria eruzione. I colori così intensi e la pace del momento hanno trasformato uno spettacolo naturale in un fantastico souvenir di viaggio, da conservare con cura.
Manca la terra?
Indio Mais, una riserva biologica che ho avuto la fortuna di visitare; nell’estremo sud-est del Nicaragua tra i comuni di El Castillo e Rio San Juan, sulla costa meridionale dei Caraibi. Una foresta tropicale decisamente inospitale per l’essere umano, dove le formiche e le rane sono protagoniste; gli alberi molto fitti impediscono quasi alla luce di entrare e l’umidità è altissima, a qualunque ora del giorno. La natura si manifesta nella sua essenza primordiale, la flora e la fauna trovano un equilibrio che non prevede la partecipazione dell’uomo. Vengo ospitata da una comunità locale alla foce del fiume, non c’è la corrente elettrica e le capanne sono un ottimo alloggio per entrare in contatto con l’ambiente circostante. I profumi della terra e l’umanità delle persone hanno rappresentato una scoperta inaspettata in un luogo nascosto, ricco di storia naturale.
C’è stato un incontro che ti ha colpito?
Si, all’inizio. Una sera conosco Victor, un colombiano, appassionato del popolo GUNA che per anni ha lavorato su una nave, spesso in rotta per le isole San Blas. Sono affascinata dai suoi racconti e quando mi trasferisce i contatti necessari sul posto, sono molto felice e ricca di curiosità. Un incontro che ti cambia il viaggio e ammetto che il mio vagabondare per il mondo è spesso caratterizzato da ciò che accade, “durante il percorso”. I Guna mi hanno aperto le porte della loro comunità, grazie a Victor e perciò sarò sempre riconoscente nei suoi confronti; perché la mia esperienza, in caso contrario, sarebbe stata indubbiamente diversa. Io lo chiamo destino !
Prossima Avventura?
Uganda e Ruanda alla scoperta dei “GORILLA DI MONTAGNA”, un trekking impegnativo attraverso la foresta impenetrabile del Bwindi. Alla ricerca dei nostri antenati animali “ I Primati”, nell’Africa nascosta e ricca di fascino ancora inesplorato. Non vedo l’ora !
IN & OUT MESO - AMERICA
porta con te
- Una torcia frontale
- Un quaderno e una penna
- La capacità di meravigliarti
Lascia a casa
- Lo smalto per le unghie
- Una maglietta in più
- La diffidenza
Valutazione : 5 zaini
Legenda:
1 zaino (non vale il viaggio )
2 zaini (meglio andarci in vacanza )
3 zaini (vale il viaggio ma..)
4 zaini (viaggio da non perdere )
5 zaini (vale più di un viaggio)