Il mondo della musica, della cultura e del giornalismo astigiano e nazionale, sono in lutto per l'improvvisa scomparsa del giornalista, scrittore e conduttore Massimo Cotto, colpito il 9 luglio scorso da un malore nella sua abitazione astigiana e ricoverato in Rianimazione al Cardinal Massaia.
L'amato giornalista ci ha lasciato questa notte. E con lui se ne va una parte fondamentale della nostra città dove è nato e dove viveva
L'amore per la musica
Massimo Cotto, nato a Asti nel 1962, è stato una figura di spicco nel mondo della musica e del giornalismo italiano. La sua carriera, che si è estesa attraverso diversi decenni, lo ha visto emergere come una voce autorevole e appassionata nel panorama culturale del Paese.
Iniziando come giornalista musicale negli anni '80, Cotto ha guadagnato rapidamente notorietà per la sua profonda conoscenza e il suo amore per la musica rock. Ha collaborato con numerose riviste di settore, tra cui "Rockstar" e "Mucchio Selvaggio", diventando un punto di riferimento per gli appassionati di musica in Italia.
... E quello per la radio
La sua carriera radiofonica è stata particolarmente significativa. Ha lavorato per diverse emittenti nazionali, tra cui Radio Rai, dove ha condotto programmi di successo come "Stereonotte". La sua voce calda e il suo stile narrativo unico hanno conquistato un vasto pubblico, rendendo i suoi programmi radiofonici appuntamenti imperdibili per gli amanti della musica. Da anni era voce di Virgin radio.
Scrittore e autore
Cotto non si è limitato alla radio e al giornalismo scritto. Ha anche intrapreso una carriera come scrittore, pubblicando numerosi libri sulla musica e sulle personalità del rock. Le sue opere hanno spaziato dalle biografie di artisti leggendari a riflessioni personali sulla cultura musicale, dimostrando la sua versatilità come autore.
Nel corso degli anni, Massimo Cotto ha anche ricoperto ruoli di rilievo in importanti eventi musicali. È stato direttore artistico del Premio Tenco, un prestigioso riconoscimento per la canzone d'autore italiana, e ha fatto parte della giuria di Sanremo Giovani, contribuendo a scoprire e promuovere nuovi talenti, anche con Area Sanremo.
La sua esperienza e conoscenza lo hanno portato a essere un apprezzato docente in corsi di giornalismo e comunicazione musicale, condividendo la sua passione e competenza con le nuove generazioni.
La vita amministrativa e il progetto Le Cattedrali
Di lui ricordiamo anche la sua esperienza come amministratore, nel ruolo di assessore alla Cultura durante la Giunta del sindaco Fabrizio Brignolo: il legame con la città non si è mai interrotto, diventando un punto di riferimento per la vita culturale cittadina, firmando innumerevoli edizioni di Asti Musica.
A lui si deve anche il progetto Le Cattedrali dell'arte con Livio Negro e l'architetto Pippo Cornero, un progetto dove risiede il cuore della cultura musicale immensa di Massimo e che racconterà per sempre il suo amore per l'arte e la musica.
Cotto ha esteso la sua creatività anche al mondo del teatro, collaborando con la moglie Chiara Buratti, attrice e cantante. Questa partnership artistica ha dato vita a diverse produzioni teatrali e libri, combinando la passione di Cotto per la musica con le abilità performative di Buratti.
Tra i loro progetti più noti c'è lo spettacolo teatrale "Alyce Tudor - Io sono Alice", scritto da Cotto per Buratti.
Un altro loro lavoro significativo è "Quello che non ho mai detto", uno spettacolo basato sul libro-intervista di Cotto con Vasco Rossi. In questa produzione, Buratti interpreta le parole del famoso rocker italiano, dando vita sul palco alle riflessioni e alle storie raccolte da Cotto.
La coppia ha anche collaborato su "Rock Bazar", uno spettacolo teatrale ispirato all'omonimo libro di Cotto. Qui, Buratti porta in scena le storie e gli aneddoti del mondo del rock raccolti da suo marito, creando un ponte tra letteratura e performance dal vivo.
Questi progetti dimostrano come Cotto abbia saputo adattare la sua scrittura al formato teatrale, creando ruoli su misura per le capacità interpretative di Buratti. La loro collaborazione ha rappresentato un interessante esempio di come le competenze in ambito musicale e giornalistico possano fondersi con quelle teatrali, dando vita a spettacoli originali e coinvolgenti.
Il suo ultimo libro di successo, dedicato al figlio Francesco è "Il rock di padre in figli*, dedicato in realtà a una generazione che non vanta il rock nel proprio bagaglio culturale, a cui spiegare perché il rock è stato ed è così fondamentale, non solo a livello musicale, ma anche personale, perché ha avuto la capacità di cambiare la vita.
"Tu sei il treno ..."
"Rock è non curarti di quello che fanno gli altri. Rock è andare avanti per la tua strada e non accettare compromessi. Rock è vincere anche quando tutti pensano che tu stia perdendo. Rock è la vita è mia e decido io cosa farne. Ogni volta che ascolti il rock che ami, il mondo scompare. Tutto va via come un treno nella notte. Contano solo due cose: tu e quella canzone. Tu sei il treno, quella canzone sono le luci nella notte".
Massimo ha scritto tantissimi libri dedicati a star mondiali che ha conosciuto personalmente e si è cimentato, nel 2022 con un giallo di successo. "Il re della memoria" infatti è stato vincitore del Premio Selezione Bancarella 2023, incluso nella sestina finalista del Premio Bancarella 2023, noir incalzante e sensuale con la storia di Ariel e Linda.
Cotto è stato a fianco di diversi progetti dell'amico Giorgio Faletti che ha scritto per la moglie Chiara lo spettacolo teatrale "L'ultimo giorno di sole" e ha scoperto anche il suo lato da pittore, incentivandolo a dipingere e facendolo partecipare ad una mostra benefica.
La carriera di Massimo Cotto, caratterizzata da una profonda passione per la musica e da un'innata capacità di comunicare, lo ha reso una delle figure più rispettate e amate nel panorama culturale italiano. E Asti piange oggi un altro figlio illustre e amato della sua terra che raggiunge l'amico Giorgio Faletti, a dieci anni dalla sua scomparsa.
Le condoglianze della redazione a Chiara, a Francesco, alla mamma di Massimo, a tutti i parenti e i tanti, tantissimi amici orfani di un grande cuore e un meraviglioso cervello.
Saluta Giorgio, Massimo. Non ci lascerete mai davvero soli.