Viviamo in un posto bellissimo - 03 agosto 2024, 07:20

Sfida uomo vs IA - Viviamo in un posto bellissimo in cui ho vissuto un sogno di una notte di mezza estate

Dopo una serata impegnativa e una nottata in linea, svegliarsi una mattina e ritrovarsi in una Asti diversa

Sfida uomo vs IA - Viviamo in un posto bellissimo in cui ho vissuto un sogno di una notte di mezza estate

Testo 1

Sveglia all'alba, capelli arruffati e occhi ancora impastati dopo una serata di quelle toste. Sapete no, quelle serate astigiane dove si parte con un aperitivo in piazza e si finisce a cantare a squarciagola sotto la Torre Troyana. Ma questa mattina c'è qualcosa di strano nell'aria. Che sia l'effetto del Grignolino bevuto a fiumi o dei sogni agitati post-festa?

Asti sembra... diversa. Come se qualche folletto dispettoso l'avesse ridipinta durante la notte. Le vie del centro storico, di solito sonnacchiose a quest'ora, brulicano di gente. Ma non gente qualunque: signore in crinoline ottocentesche, cavalieri in armatura e... ma quello è Vittorio Alfieri in carne e ossa che passeggia sotto i portici?

Mi stropiccio gli occhi, convinto di star ancora sognando. Eppure l'odore di focaccia appena sfornata che arriva dalla panetteria è fin troppo reale. Mi avvicino incuriosito e... sorpresa! Il panettiere sta infornando non le solite michette, ma enormi pagnotte a forma di Palio. "Novità per la colazione?", chiedo. Mi guarda come se fossi matto: "Ma che novità! È così da secoli!".

Sempre più confuso, mi dirigo verso piazza San Secondo. Lo spettacolo è incredibile: al posto della solita distesa d'asfalto c'è un enorme giardino all'italiana, con fontane zampillanti e aiuole fiorite. In mezzo, una statua equestre che non ricordavo di aver mai visto. Mi avvicino per leggere la targa: "A Secondo d'Asti, patrono e protettore". Ma come, adesso abbiamo pure un santo cavaliere?

Proseguo il mio tour allucinato. Palazzo Mazzetti si è trasformato in un vivace mercato delle spezie, con profumi esotici che si mescolano a quelli più familiari di tartufi e formaggi locali. E il Battistero? Sparito! Al suo posto, una maestosa cattedrale gotica che svetta verso il cielo.

Arrivo in piazza Alfieri, o almeno quella che era piazza Alfieri. Ora è un'enorme arena dove si sta allestendo quello che sembra un torneo medievale. Cavalieri si allenano con lance e scudi, mentre dame in abiti sontuosi fanno il tifo dagli spalti.

Mi fermo a chiedere informazioni a un passante. "Scusi, ma che sta succedendo?". Mi guarda perplesso: "Ma come, non lo sa? È la vigilia del Palio! Domani la grande corsa!". "Ah, certo", balbetto, "il Palio di settembre...". Lui scoppia a ridere: "Ma quale settembre! Il Palio si corre ogni domenica, da sempre!".

Ormai sono nel panico. Corro verso casa, sperando di ritrovare almeno lì un po' di normalità. E invece... il mio condominio s'è trasformato in una torre medievale. Salgo le scale a chiocciola, arrivo al mio piano e... sorpresa! Ad accogliermi c'è Vittorio Alfieri in persona, comodamente seduto sulla mia poltrona.

"Ah, eccoti finalmente!", esclama. "Ti aspettavo per la lezione di poesia. Pronto a scrivere qualche verso?".

E fu così che, in quella mattina surreale, decisi che forse era meglio tornare a letto e aspettare che l'effetto del Grignolino passasse. O forse no? In fondo, questa Asti onirica aveva il suo fascino. E poi, quante occasioni capitano di fare lezione con Alfieri?

Testo 2

In una tranquilla domenica di piacevole far niente casalingo sento un bordello dal cancello sul retro di casa. Vado a vedere e mi trovo davanti quattro motone cavalcate da altrettanti raider di possanza. Iniziano a sbracciarsi mentre mi avvicino e la curiosità si abbina a un pelo di preoccupazione. Si tolgono uno ad uno il casco: Galimba, Stefano, Paolone ed Enzo. Ma dai! Amici ex rugbysti genovesi, compagni di squadra di una o due vite fa. Appassionati motociclisti in giro per l’Astigiano, erano passati a farmi una sorpresa. Da lì in poi non ricordo proprio tutto, tutto. 

Abbracci, risate, racconti e un’interessante sfida tra qualche bottiglia di Timorasso e di Roero Arneis che avevo in frigo e quelle portate da loro: Vermentino e Bianchetta. Serata bellissima, ma indubbiamente impegnativa che ha avuto, una volta a letto, strascichi onirici non da poco. Per farla breve, ho sognato tutta la notte Asti. Asti piena di turisti.

Il giorno dopo, ripartiti gli amici che ovviamente si erano fermati a bivaccare in terrazza, ecco che il caso ha voluto metterci il suo carico da tre. Accompagno ad Asti mia moglie per il sacro rito dell'ordine libri per la biblioteca di Montegrosso d'Asti dove è volontaria. Rito semestrale, supportato da congrui ed encomiabili stanziamenti comunali. Sacro rito a cui non mi è permesso partecipare e allora, da buon tabagista, l'ho aspettata fuori da Marchia, anzi, dall'altra parte di corso Alfieri, all'ombra del palazzo della Fondazione, angolo piazza Roma, in presenza di cestino pubblico con posacenere. Accesa una sigaretta ecco i turisti, frotte di turisti stranieri

Ne ho contati 43 in solo mezz'ora. Con diversi ho scambiato qualche battuta, nella loro gratificazione di farsi dire cosa vedere e di rispondere alla mia curiosità su provenienza e alloggio. Una grande famiglia di olandesi in un villone affittato per una decina di giorni nei dintorni di Mongardino, due signore francesi e sei svizzeri, di passaggio. Una coppia piacentina con due ragazzini, alloggiati per due notti in un b&b cittadino. Tre tedeschi scesi con fatica dall’Ape Calessino, con mogli in un hotel lì vicino, da due giorni. Due coppie già di una certa età, una inglese e l'altra boh, accomunate da cappelli e cappellini in paglia. Un gruppo di altissimi norvegesi di cui il più basso mi dava almeno dieci centimetri, in agriturismo subito fuori Asti, per quattro notti, impazziti per la quantità di vecchi mattoni (traduzione alla lettera) ammirati in città fino a quel momento, e sei turisti belgi, valloni, alloggiati per quattro notti in una bella casa in zona Cattedrale, affittata su Airbnb.

Incrociare 43 turisti, rappresentativi di almeno 170 notti, in una fettina di Asti, in una mezz'ora di un giorno feriale e in un orario non certo di punta, vuol veramente dire che la crescita entusiasmante dei flussi turistici, toccata nel 2023 sia ad Asti che nell'Astigiano, quest'anno sarà grandemente superata. Vuol veramente dire che a volte i sogni diventano realtà.

Redazione

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