Domani, nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Fondazione Goria, verrà presentato un progetto di ricerca di grande rilevanza per il settore vitivinicolo italiano, intitolato "L'identità come garanzia - Dalla Legge Goria alla Bioeconomia circolare".
A trent'anni dall'introduzione della Legge Goria, la conferenza stampa offrirà un'opportunità per approfondire i temi di un progetto che mira a esaminare l'impatto di questa storica legislazione sul mondo del vino, con un focus sui cambiamenti introdotti e sul futuro della bioeconomia circolare.
La Legge Goria, promulgata il 23 gennaio 1992, rappresenta una pietra miliare nella regolamentazione delle denominazioni di origine dei vini italiani. Prima della sua introduzione, il settore vitivinicolo si basava sulla "Legge Desana" del 1963, che offriva una prima struttura normativa per la produzione del vino in Italia. Tuttavia, con la "Legge Goria" (n°164/92), il quadro legislativo è stato radicalmente trasformato, introducendo una visione moderna e più articolata della qualità del vino. Oltre alla mera origine geografica, la qualità dei vini è stata ridefinita in base a tre elementi fondamentali: l'origine (geografica), la qualità intrinseca, derivata sia dall'ecosistema viticolo che dai processi tecnologici e umani, e la genuinità, garantita attraverso rigorosi controlli chimici e organolettici.
Questa legge ha anche introdotto una nuova classificazione, che distingue i vini italiani in tre grandi categorie: le Denominazioni di Origine Controllate e Garantite (D.O.C.G.), le Denominazioni di Origine Controllata (D.O.C.) e le Indicazioni Geografiche Tipiche (I.G.T.). Tale sistema ha avuto un impatto significativo non solo sulla qualità dei prodotti, ma anche sulla percezione e sul valore economico del vino italiano sia a livello nazionale che internazionale.
Il progetto "L'identità come garanzia" ha lo scopo di indagare l'influenza che la Legge Goria ha esercitato non solo nel contesto vitivinicolo, ma anche sull'economia territoriale e sui meccanismi di mercato, analizzando come queste normative abbiano influenzato la determinazione del prezzo dei vini e la loro commercializzazione. Particolare attenzione verrà riservata ai possibili vuoti legislativi e agli spazi di miglioramento nelle normative attuali.
Il progetto, realizzato con il contributo della Fondazione CRT e in partnership con importanti enti come il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), la Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura e Nobil Bio Ricerche, ambisce a fornire una riflessione approfondita sul percorso evolutivo del settore vitivinicolo e sulle sfide future, proponendo soluzioni basate sui principi della bioeconomia.