L'apertura di un'indagine sui bilanci della Casa di Riposo città di Asti, la più grande RSA del Piemonte, ha suscitato numerose reazioni. Tra queste, spiccano le considerazioni del consigliere comunale di Ambiente Asti, Mario Malandrone, che solleva interrogativi cruciali sulla vicenda.
Malandrone ha commentato: "L'esposto dei sindacati apre un filone di indagine sui bilanci e su pare meccanismi che calmieravano il baratro. E così a essere indagati i commissari e revisori."
Il consigliere, tuttavia, ritiene che l'indagine debba andare oltre, esplorando le radici profonde della crisi: "Manca qualcosa in questa vicenda o il tema della chiusura della più grande RSA del Piemonte rischia di essere tutta qui, andava male e andava già troppo male da tanto, qualcuno lo nascondeva..."
Il consigliere solleva anche una questione più ampia, che potrebbe non rientrare nell'ambito dell'indagine giudiziaria: "E poi c'è la domanda che forse non si ascrive a nessun avviso di garanzia: chi ha ignorato le richieste di aiuto della Casa di Riposo. Chi ci ha guadagnato dalla sua chiusura ?"
" Perché si è creato quel debito ? Quali scelte sbagliate sono state fatte ? Ci sono realtà che ne han giovato ? Chi prendeva quelle decisioni che ne so di subappaltare servizi , affidare servizi? Chi non vigilava sulle rette ? Insomma va bene l' inchiesta ma dovrebbe servire a chiarire quei troppi punti sospesi della vicenda . Chi ha da chiarire e ha agito in buona fede lo potrà fare. Ma ora da questa inchiesta ci aspetteremmo di più , capire se dietro quegli slogan " vergogna " c' erano o no responsabili del baratro , o c' erano spettatori accondiscendenti al baratro e speranzosi del baratro"