Attualità - 29 aprile 2025, 17:11

Garante dei detenuti: il PD lancia l’allarme in Regione Piemonte

Pentenero e Isnardi: “Serve una figura di garanzia, non lottizzazioni politiche. Non si ripeta il caso Asti”

Fabio Isnardi (Pd)

Fabio Isnardi (Pd)

La nomina del nuovo Garante regionale dei detenuti è ormai alle porte, ma nel Partito Democratico crescono le preoccupazioni per una possibile deriva politicizzata dell’incarico. A lanciare l’allarme sono la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Gianna Pentenero, e il consigliere regionale astigiano Fabio Isnardi, che invitano a evitare quanto accaduto di recente ad Asti, dove la nomina della nuova Garante comunale ha sollevato polemiche per presunte inadeguatezze sul piano delle competenze e controverse esternazioni sui social.

Sarebbe inopportuno – dichiarano Pentenero e Isnardi – che si verificasse in Regione ciò che è già successo ad Asti. Parliamo di un incarico di garanzia, non di una nomina politica da spartirsi tra partiti”. Il riferimento è alla recente designazione astigiana, che secondo i due esponenti del Pd sarebbe stata frutto di accordi tra forze politiche di maggioranza, più che di una valutazione seria e trasparente delle competenze del candidato.

A sollevare dubbi, spiegano, è il metodo: una gestione “da palazzo”, in cui a prevalere sarebbero gli equilibri tra partiti del centrodestra più che la ricerca di un profilo idoneo a un incarico così delicato. “Non vorremmo – incalza Isnardi – che diventassero prassi le trattative in base al peso elettorale delle forze politiche, anziché alla qualità dei curriculum. Anche ad Asti, secondo molti, il Consiglio comunale farebbe bene a riflettere e cercare una soluzione più adeguata”.

La preoccupazione è anche di ordine etico e costituzionale. “Le carceri italiane vivono un’emergenza gravissima – aggiunge Pentenero – lo dimostrano i numerosi suicidi che stanno diventando una vera e propria strage silenziosa. La Costituzione ci ricorda che la funzione della detenzione è la rieducazione, non la punizione fine a sé stessa. È per questo che servono figure qualificate e credibili a tutela dei diritti dei detenuti, non semplici nomine di appartenenza politica”.

Redazione


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