Attualità - 01 maggio 2025, 12:41

Giuseppe Dezzani, il “sindaco della Torretta” torna alla Stima del Palio: “Un onore servire ancora Asti” [INTERVISTA]

Lo storico commerciante di tessuti e instancabile volontario sarà il quarto estimatore nella cerimonia di sabato. Una vita dedicata alla città, tra passione per il Palio e impegno nel sociale

Giuseppe Dezzani alla Stima del Palio

Giuseppe Dezzani alla Stima del Palio

 È un ritorno che ha il sapore della tradizione, ma anche del riconoscimento a una figura che ha fatto della dedizione alla città una missione personale. Giuseppe Dezzani, storico titolare del negozio di tessuti in corso Torino – attivo dal 1965 – sarà uno dei quattro estimatori alla Stima del Palio, in programma sabato sera in piazza San Secondo.

 Per lui, già protagonista per decenni della manifestazione, è un ritorno atteso e sentito.

Signor Dezzani, quest’anno tornerà a fare l’estimatore del Palio. Che effetto le fa?

È una bella emozione. Mi hanno già fatto provare il costume e le scarpe, anche se io preferirei mettere le mie! Mi fa piacere che mi abbiano richiamato. D’altronde il Palio l’ho sempre amato e servito, anche come rettore della Torretta e membro del comitato. Ho fatto la stima per circa trent’anni, vincendo una trentina di volte. Quest’anno saremo in quattro, non più tre: come veterano, mi toccherà anche pronunciare una frase ufficiale. Una bella responsabilità.

Lei è considerato una vera e propria istituzione ad Asti, non solo per il Palio.

Diciamo che sono sempre stato uno che si mette a disposizione. Il vescovo Marco Prastaro mi chiama “il sindaco della Torretta”, perché ho fatto parte del consiglio comunale e sono da sempre nel volontariato. Sono stato presidente del quinto circolo, fondatore del Serra Club per le vocazioni, e da 24 anni guido il circolo Bosticco. Prima ancora, presidente della sportiva della parrocchia: quando si giocava all’ombra del campanile e si insegnava ai ragazzi il rispetto, più ancora che la vittoria.

Una vita passata a tenere insieme sport, cultura e impegno. Cosa la spinge?

L’amore per la comunità. Ho sempre creduto che bisogna dare l’esempio e costruire qualcosa insieme. Quando ero presidente della sportiva, i soldi erano pochi, ma lo spirito tanto. Invitavo gli allenatori a pranzo, a Natale regalavo loro un panettone e una bottiglia. Ai ragazzi dicevo sempre: “Se sbagliate, date la mano e finisce lì.” Oggi purtroppo è tutto più complicato e costoso, ma i valori restano.

E il negozio in Corso Torino? Anche quello è una colonna della città.

Dal 1965, 60 anni di lavoro. È un mestiere che ho nel sangue. I clienti sono diventati amici, molti hanno in casa tende che ho cucito io. Anche nel mondo dei tessuti non siamo rimasti in molti. Ma per me è più che un’attività: è parte della mia identità.

C’è un aneddoto particolare che ricorda legato alla Stima del Palio?

Una volta ci fu un pittore che fece un Palio molto moderno, astratto, quasi incomprensibile. In tv non si capiva nulla! Volevamo dire qualcosa, ma non potevamo, perché il nostro è un servizio. Il Palio è simbolo, deve richiamare San Secondo, la storia della città. Poi certo, ogni artista ha la sua visione… ma il Palio è tradizione, non solo espressione.

Che valore ha oggi, secondo lei, il Palio per Asti?

È importantissimo. Porta turismo, lavoro per ristoranti e alberghi, crea un senso di identità. Ma bisogna amarlo davvero, non usarlo per interesse. Per me è sempre stato un momento di comunità, un’occasione per servire ancora una volta la città.

Un ultimo pensiero per sabato?

Sono felice di esserci. Alla mia età – ho più di 80 anni – vale il detto: ubi maior, minor cessat. Ma finché posso, sono qui per Asti.

Alessandro Franco

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