Vacanze Astigiane - 01 maggio 2025, 18:00

Vacanze Astigiane tra asparagi e carciofi

Puntata incentrata su due grandi prodotti tipici dell’Astigiano pronti ad allietare le tavole dei molti e al centro di due imperdibili sagre a Vinchio e a Costigliole d’Asti

Asparagi Saraceni di Vinchio e Carciofi della Valtiglione

Asparagi Saraceni di Vinchio e Carciofi della Valtiglione

Nell'Astigiano il mese di maggio è magia di sapori tipici. Sapori unici dell'Asparago Saraceno di Vinchio e del Carciofo della Valtiglione, detto anche Carciofo del Sorì o Carciofo Astigiano. Prelibatezze che diventano invito a scorrazzare qua e là a Sud di Asti, in occasione delle loro due sagre. Invito che accompagno con un suggerimento di lettura, sempre valido per girare dalle nostre parti con la dovuta consapevolezza gastronomica su cosa cercare per ritrovare territorio anche a tavola. Lettura di Cucina del Piemonte collinare e vignaiolo del grande Giovanni Goria che in tema, tra le varie ricette, propone degli appassionanti asparagi con salsa “tartara nostrana” o degli emozionanti carciofi in teglia ripieni di seiràss e salame cotto. 

Non sto a dirvi cosa offrano in menù la Pro Loco di Vinchio in occasione della Sagra dell’Asparago Saraceno, in programma domenica 4 maggio, e la Pro Loco di Costigliole d’Asti per La Sagra del Sorì del 17 e 18 maggio, ma certamente ci sarà di che godere. Comunque, nelle due feste troverete anche da comprare, asparagi e carciofi tipicissimi che, Goria alla mano, potrete rendere protagonisti di altri piaceri, tornati a casa.

Chiarite le date da mettersi in agenda, andiamo a conoscere meglio il cosa e il dove, cominciando dagli Asparagi Saraceni di Vinchio. La coltura dell’asparago pare abbia avuto origine in Mesopotamia, oltre 2000 anni fa. Tra i Romani si sprecano le menzioni, da Catone, Plinio e Apicio, non solo circa il metodo di coltivazione, ma anche per quello di preparazione. Il loro nome arriva proprio da lì, dal latino asparagus, traducibile in germoglio. Quelli di Vinchio si consolidano nel dopoguerra, periodo in cui il vino non viveva momenti positivi come oggi, così tra i filari si iniziarono a piantare gli asparagi. La denominazione “saraceno" nasce invece da Rosetta Laiolo, signora di campagna che coniò un nome facendo riferimento alla locale cresta di colline vitate chiamata “bricco dei Saraceni”. 

Giusto vanto per il piacevole borgo del Sud Astigiano, circondato da natura, boschi e vigne, che si arrocca attorno ad un picco, sede un tempo del locale castello, oggi imperdibile belvedere, e comincerei intanto con il salirci. A Vinchio è nato Davide Lajolo, scrittore e uomo politico, e il Museo a lui dedicato è sicuramente da visitare, punto d'informazione e di partenza per scoprire i suoi luoghi del cuore tra le colline lì attorno, arricchite dalla Riserva Naturale della Valle Sarmassa, dai suoi bellissimi sali e scendi coperti di boschi di robinie, castagni, querce e caratterizzata da La Ru, grande albero secolare, monumentale simbolo del posto. Inciso personale: in paese esiste un solo bar, con commestibili, di fronte all’ufficio postale, che propone torte fatte in casa memorabili.

A ruota tocca al Carciofo della Valtiglione, in sagra per due giorni a Costigliole d’Asti. Tenero, dolce e senza spine, vera meraviglia di sapore e di tutto. Carciofo dalle lontane origini, ricco di gusto e di storia. La Regione Piemonte lo ha onorato del titolo di PAT, acronimo di Prodotto Agroalimentare Tipico, a testimonianza della sua antica origine produttiva, concentrata in una particolare zona del Sud Astigiano. Bisogna risalire al XVII secolo per rinvenire le prime testimonianze riguardanti la sua coltivazione. Tra le più rilevanti, quella del 1635 da Francesco Agostino Della Chiesa, storiografo anche al servizio dei Savoia. Nel soddisfare la necessità di far conoscere i domini sabaudi, pubblica la "Relazione dello stato presente del Piemonte". Relazione che segnalava nell’area compresa tra i fiumi Tanaro, Belbo e Tiglione la coltivazione di abbondanti e particolari "chiarchiofoli". 

Una vera prelibatezza, da conoscere ed apprezzare. Non a caso sono anni che ne scrivo, anche a supporto dei pochi produttori odierni, in attesa qualcuno scegliesse di organizzarne la festa. Festa, finalmente, in arrivo. Sagra di presentazione, promozione, vendita e soprattutto di degustazione in un posto veramente bellissimo dell'Astigiano. Paese la cui storia è strettamente legata alle vicende del suo castello, imponente e maestoso. Comincerei da lì, in un lungo giro a scoprirne anche gli interni, con testimonianze artistiche di grande pregio, come gli stucchi del piano nobile, realizzati nel 1668 dalla bottega luganese dei Bellotto. Poi in giro per La Rocca, nome con cui viene comunemente definita la parte più antica del borgo, piena di scorci emozionanti e costruzioni antiche. E ancora, due luoghi unici subito fuori mura: il castello di Burio, dalle forme tipiche delle fortificazioni medioevali, e uno dei luoghi, anzi il luogo, secondo me, più suggestivo dell'Astigiano: Bricco Lù, da dove dominare tutto il paesaggio circostante, circondati ed impregnati dalla sua magia. 

Davide Palazzetti


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