Cultura e tempo libero - 04 maggio 2025, 07:28

Due lingue, due vite: in biblioteca la presentazione del diario di guerra di Franco Debenedetti

Un bambino in fuga dalla persecuzione, tra memorie private e storia collettiva

Due lingue, due vite: in biblioteca la presentazione del diario di guerra di Franco Debenedetti

Domenica 11 maggio alle 16, la Biblioteca Astense ospiterà la presentazione del libro “Due lingue, due vite. I miei anni svizzeri 1943-1945” di Franco Debenedetti, edito da Marsilio Arte. L’evento, promosso dal Cepros in collaborazione con la Biblioteca, vedrà l’autore dialogare con Maria Luisa Giribaldi Sardi.

Un diario nato dalla necessità


“Perché ricordare? Per avere un’eredità d’affetti? Solo di affetti? Per mettere in ordine i fatti, le date, le persone, le passioni?” Queste le domande che Franco Debenedetti si pone oggi, rileggendo le pagine scritte da bambino durante gli anni della guerra. Nel 1943, con l’occupazione tedesca e la ricostituzione delle milizie fasciste, la famiglia Debenedetti decise di fuggire dall’Italia per rifugiarsi in Svizzera. Fu allora che Franco, allora dieci anni, e suo fratello Carlo iniziarono a tenere un diario, annotando con meticolosità ogni dettaglio della loro vita in esilio.

La memoria come ossessione


Scrivere diventò per i due fratelli un’abitudine spontanea, quasi un dovere. “Fu sicuramente il fatto che la loro madre comperò i quaderni a spingerli ad aggiornare quotidianamente quelle pagine”, ma non fu impresa semplice, tra compiti scolastici e l’apprendimento del tedesco. Oltre alle parole, Franco raccolse biglietti dei treni, cartine geografiche, lettere sfuggite alla censura, trasformando il diario in un archivio personale e storico. Con l’avanzata degli Alleati e la scoperta degli orrori dei campi di sterminio, iniziò a conservare ritagli di giornale e fotografie, documentando così anche la Storia con la S maiuscola.

Dalla memoria privata alla testimonianza pubblica


Il libro riproduce in anastatica gran parte delle pagine del diario, accompagnate da annotazioni contemporanee dell’autore. Quella che era un’intima riflessione diventa così una testimonianza universale, capace di raccontare lo stato d’animo di chi ha vissuto la persecuzione. La calligrafia ordinata di un bambino, le foto incollate con cura, i documenti conservati con ossessione: tutto concorre a restituire un’immagine vivida di un’epoca tragica.

Chi è Franco Debenedetti


Nato a Torino nel 1933, Debenedetti ha avuto una carriera poliedrica: ingegnere, manager (Olivetti, Fiat), senatore per tre legislature e autore di numerosi saggi. Fondatore dell’Istituto Bruno Leoni, ha sempre affiancato all’impegno professionale e politico una passione per la scrittura, culminata in questa toccante opera memorialistica.

L’ingresso alla presentazione è libero. Un’occasione per ascoltare dalla voce dell’autore una storia che è al tempo stesso personale e collettiva, intima e storica.

Redazione

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