Gentilissimo direttore,
sui quotidiani leggiamo: “Dal primo ottobre blocco per le auto Euro 5 in giù nelle città con oltre 30.000 abitanti.” A commentare la notizia è l’assessore Giacomini, che dichiara: “Non possiamo far pagare la transizione ecologica alle famiglie.”
Siamo d’accordo: se con “famiglie” si intendono quelle che vivono al limite della soglia di povertà, il problema è reale, e si può affrontare solo attraverso una vera redistribuzione delle risorse – in sanità, servizi, mobilità e giustizia sociale. Ma nelle parole dell’assessore emergono contraddizioni profonde e un chiaro tentativo di spostare l’attenzione dalle vere responsabilità.
Si scarica la colpa dell’inquinamento su caldaie, allevamenti intensivi e “fantomatiche” fabbriche (quali, verrebbe da chiedere). Il tutto accompagnato dalla frase: “Si colpisce il piccolo, non il grande.” Una dichiarazione paradossale, se pronunciata da chi fa parte della giunta Rasero, una coalizione conservatrice che da sempre concepisce il progresso come profitto – ma solo per i “grandi”. Non certo per la collettività.
Ci chiediamo allora: cosa ci fa l’assessore Giacomini in una giunta che apre le porte agli interessi dei grandi gruppi industriali, spesso incuranti dell’ambiente e della salute pubblica? Un doppio ruolo, un’unica direzione. Come dimenticare il progetto – poi fortunatamente fallito – del secondo inceneritore alle porte di Asti?
E ancora, nel ruolo di Presidente della Provincia, il sindaco Rasero promuove un’espansione territoriale ad alta intensità logistica: il maxi-incubatoio avicolo Hi Line a Cocconato, il più grande d’Europa, che trasformerà vallate di pregio in corridoi per migliaia di TIR. A quel punto, verrebbe da dire: “Cosa ci fa lei lì?” E come si dice a Roma: “O ce sei o ce fai.”
Serve serietà. E visione. Una città per le persone, non per le auto Asti deve tornare a essere una città dei pedoni, non delle auto.
In tutta Europa, sindaci lungimiranti hanno migliorato la vita urbana liberando i centri dal traffico privato, investendo in una mobilità sostenibile, accessibile e intelligente. Un esempio concreto? Il modello di Mobility as a Service: un sistema integrato, accessibile da un’unica App, che permette – con un solo abbonamento – di utilizzare treni, autobus, taxi, car sharing, bike sharing e car pooling.
Al sindaco Rasero chiediamo una scelta di campo chiara:
- Smetta di cercare consensi da chi inquina la città
- Smetta di attrarre investimenti dannosi per il territorio
- Inizi a costruire una mobilità alternativa: una città dove camminare e respirare siano un diritto, non un rischio.
SEquS – Sostenibilità, Equità, Solidarietà | Circolo di Asti Portavoce: Giuseppe Sammatrice – Elena Pavarino