Scuola - 22 maggio 2025, 17:15

La voce...Delle scuole: tra imprese locali, Salone del Libro e sfide dell’Intelligenza Artificiale

Dalle visite aziendali degli studenti astigiani alle premiazioni del concorso Lingua Madre, passando per il ruolo trasformativo della lettura e l’impatto dell’AI su scuola e lavoro: un viaggio tra esperienze educative, cultura e cambiamento

Il Salone del Libro 2025 di Torino dove sono state premiate le alunne del CPIA

Il Salone del Libro 2025 di Torino dove sono state premiate le alunne del CPIA

Lezione "sul campo", a San Damiano, per due classi del Giobert

Martedì 20 maggio, gli studenti delle classi 3B RIM e 4C SIA del Giobert di Asti hanno visitato due aziende sandamianesi per approfondire nel concreto quanto studiato riguardo all'argomento curriculare impresa e produzione.

Al birrificio Q 120 di via Asti hanno appreso dalle parole del proprietario Rocco Caliendo come è strutturato il processo produttivo della birra e come, anche nel nostro territorio, la birra artigianale sia ormai una realtà consolidata che produce valore aggiunto. 

La visita è proseguita alla tenuta Carlin de Paolo di Val d'Orta dove il socio fondatore Giancarlo Ponte ha spiegato ai ragazzi come, partendo dall'idea avuta più o meno alla loro età, sia riuscito, con il proprio lavoro e con l'aiuto dei suoi fratelli, a creare un'impresa che ormai conta più di venti dipendenti ed esporta vino in Europa, Cina e Stati Uniti. La visita si è conclusa con il pranzo presso la Merenderia Carlin de Paolo, ristorante presente all'interno della cantina stessa.

A scuola si... legge ancora?

La disaffezione alla lettura da parte di molti giovani non è soltanto un fatto culturale, ma un vero e proprio sintomo di un cambiamento profondo nel modo in cui ci si relaziona con la conoscenza, con la riflessione, con il tempo. Sempre più spesso la lettura è vista come un’attività inutile, scollegata dalla realtà, e chi legge viene talvolta percepito come distante, isolato. È mancata, negli anni, una narrazione forte e condivisa del valore della lettura come esperienza trasformativa, come strumento per conoscere sé stessi, gli altri e il mondo. In questo scenario, la scuola ha perso progressivamente la sua funzione di guida, di orientamento critico, lasciando che la lettura diventasse un esercizio meccanico, un compito. 

Ma leggere significa vivere altre vite, aprire porte che non si sapeva nemmeno esistessero, significa avere accesso a una libertà interiore che nessuna tecnologia potrà mai sostituire. L’analfabetismo funzionale cresce proprio dove la lettura viene praticata senza comprendere, dove manca la voglia di farsi domande, di andare oltre la superficie. Per questo la scuola deve riappropriarsi di un ruolo centrale: costruire contesti autentici in cui leggere sia un atto libero, condiviso, appassionante. Iniziative come la visita al Salone del Libro di Torino sono momenti simbolici e concreti in cui questa visione prende forma; lì i giovani possono toccare con mano la vitalità del mondo dei libri, incontrare autori, partecipare a laboratori, sentirsi parte di una comunità che pensa, che sogna, che crea. I “100 pensieri per la scuola”, (Team Service Ed.) nati per stimolare riflessioni sul senso dell’educare oggi, mostrano quanto la scuola possa essere altro rispetto all’immaginario dei banchi e delle lezioni frontali: un luogo in cui la parola scritta, letta, discussa, amata, torna a essere il cuore pulsante della crescita personale e collettiva.

Da un lato, molti giovani considerano la lettura un’attività noiosa, faticosa, lontana dai loro interessi; dall’altro, cresce ogni anno il numero dei partecipanti al Salone Internazionale del Libro di Torino, aumentano le librerie indipendenti e si moltiplicano le iniziative culturali legate alla lettura. Come spiegare questa apparente incoerenza? In realtà, non è una contraddizione, ma il segnale di una società che si muove su due piani diversi. Da una parte c'è chi si allontana dalla lettura, soprattutto tra i giovani che non trovano nei libri uno stimolo immediato o che non sono stati educati a leggerli come fonte di piacere e libertà. 

Dall'altra, c’è una parte crescente della popolazione – adulti, insegnanti, studenti più curiosi – che cerca proprio nella lettura uno spazio di resistenza al pensiero rapido, alla superficialità digitale, alla frammentazione della conoscenza. La lettura non è scomparsa, ma si è spostata, si è trasformata in un atto più consapevole, quasi militante, per chi ha imparato ad amarla. Il Salone del Libro, sempre più affollato, lo dimostra: è un luogo fisico in cui si celebra la cultura come esperienza viva e accessibile, dove i libri tornano protagonisti, non come oggetti scolastici ma come compagni di viaggio. Anche l’aumento delle librerie, in controtendenza rispetto a quanto accadeva pochi anni fa, ci dice che c’è una domanda di libri, un bisogno di narrazione e di senso che resiste, anzi, cresce. La scuola dovrebbe cogliere questo segnale, non restare ferma a metodi antiquati, ma allearsi con questi spazi culturali per proporre la lettura come esperienza collettiva e desiderabile. Perché se è vero che molti giovani si allontanano dai libri, è altrettanto vero che altri li riscoprono, quando ne comprendono il valore umano e vitale. E questo è un segnale di speranza da non sottovalutare.

In questo scenario già complesso, l’arrivo dell’Intelligenza Artificiale introduce nuove potenzialità ma anche nuove insidie. L’AI può certamente favorire l’accesso alla lettura: sintetizza testi, li adatta ai livelli di comprensione, propone percorsi personalizzati, suggerisce letture in base agli interessi individuali. Può stimolare curiosità, supportare studenti con difficoltà di lettura, rendere i testi più accessibili. Tuttavia, c’è anche il rischio che proprio questa facilità di accesso alimenti un atteggiamento passivo, in cui leggere non è più un atto di impegno ma un’esperienza delegata. Se l’AI legge, riassume e interpreta al nostro posto, che bisogno abbiamo di leggere davvero, di sforzarci, di restare a lungo dentro una pagina?

La scuola, in questo nuovo contesto, ha il compito di educare a un uso critico dell’AI, restituendo alla lettura il suo senso profondo: non solo raccogliere informazioni, ma vivere esperienze, costruire pensiero, allenare l’attenzione e la riflessione. L’AI può essere una compagna di viaggio, ma non deve sostituirsi alla fatica creativa della lettura: solo così potremo coltivare nei giovani non solo lettori funzionali, ma cittadini consapevoli.

Il mondo del lavoro sta cambiando in profondità. Le competenze contenutistiche, per quanto fondamentali, non bastano più da sole. Oggi sono richieste persone capaci di affrontare situazioni complesse, di collaborare in gruppo, di comunicare in modo efficace, di apprendere continuamente. La motivazione, la curiosità, l’attenzione e la partecipazione attiva diventano tratti distintivi tanto quanto il possesso di nozioni specialistiche. In questo contesto, l’intelligenza artificiale rappresenta al tempo stesso un’opportunità e una sfida.

Da un lato, l’AI può offrire un supporto prezioso: automatizza compiti ripetitivi, fornisce informazioni immediate, personalizza i percorsi di apprendimento, affianca la progettazione e la risoluzione dei problemi. Ma dall’altro, rischia di affossare il valore stesso delle conoscenze, soprattutto se ci si abitua a delegare troppo, a cercare risposte senza porre domande, a semplificare processi complessi senza comprenderli davvero. La vera competenza, infatti, non consiste nel sapere dove trovare una risposta, ma nel saperla valutare, mettere in relazione, contestualizzare.

In questo scenario, la formazione dovrà evolversi. Da un lato sarà sempre più autonoma, personalizzata, legata ai bisogni del momento e alle richieste specifiche del contesto lavorativo. Ma dall’altro non potrà rinunciare a una base solida di soft skill: pensiero critico, capacità relazionale, gestione delle emozioni, flessibilità cognitiva. Sarà proprio l’educazione alle soft skill a garantire l’uso intelligente dell’AI e a fare la differenza tra chi si limita a seguire e chi è in grado di guidare il cambiamento. La scuola e la formazione professionale dovranno perciò assumere un ruolo strategico, capaci non solo di trasmettere contenuti, ma di formare persone autonome, responsabili e consapevoli. In un futuro dove le macchine penseranno più velocemente di noi, sarà ancora l’umano a fare la differenza.

La scuola, per rispondere alle sfide del presente e del futuro, deve necessariamente trasformarsi, ma questa trasformazione non può poggiare soltanto su risorse economiche. Occorrono visione, coraggio e una profonda revisione dei modelli culturali e didattici tradizionali. L’intelligenza artificiale, il cambiamento del mondo del lavoro, l’evoluzione delle competenze richieste dalla società ci impongono di superare un’impostazione scolastica ancora troppo legata alla trasmissione di saperi statici e frammentati. Aprirsi a nuovi orizzonti significa promuovere ambienti di apprendimento dinamici, collaborativi, in cui la conoscenza non sia solo trasmessa, ma costruita insieme, a partire da problemi reali, progetti condivisi, domande autentiche.

Per fare questo, servono certamente strumenti e tecnologie, ma soprattutto servono persone: docenti motivati, formati, capaci di mettersi in gioco e di lavorare in team, dirigenti pronti a favorire l’innovazione, studenti accompagnati nel diventare protagonisti attivi del proprio percorso. Le risorse più importanti saranno quindi quelle umane e culturali, alimentate da una comunità educativa che sappia interrogarsi, sperimentare e correggersi. Solo così la scuola potrà davvero evolversi: non adattandosi passivamente alle trasformazioni in corso, ma diventando essa stessa agente di cambiamento, luogo di crescita per cittadini consapevoli, capaci di coniugare sapere, saper fare e soprattutto saper essere.

La filiera lavoro–formazione–lavoro sarà profondamente modificata dall’avanzare dell’Intelligenza Artificiale, in tutti i suoi segmenti. Tradizionalmente, questo percorso seguiva una logica lineare: si studiava per acquisire competenze tecniche e teoriche, poi si entrava nel mondo del lavoro con una professionalità definita, da aggiornare nel tempo. Oggi, con l’AI che automatizza processi, modifica mansioni e introduce nuove professioni mentre ne rende obsolete altre, questa linearità è saltata.

Innanzitutto, la formazione iniziale dovrà essere meno rigida, più flessibile e trasversale: non basata solo su contenuti da memorizzare, ma su competenze adattive, come il pensiero critico, la capacità di risolvere problemi complessi, l’apprendimento continuo. L’AI sposterà il valore dal "sapere" al "saper apprendere", e ogni persona dovrà essere capace di aggiornarsi e reinventarsi più volte nel corso della propria vita lavorativa.

Il passaggio al mondo del lavoro non sarà più un punto di arrivo stabile, ma l’inizio di un percorso in continua evoluzione. Le aziende cercheranno profili che uniscano solide competenze umane (le soft skill) alla capacità di interagire con le nuove tecnologie, adattandosi rapidamente a ruoli in trasformazione. La formazione diventerà sempre più on demand, integrata nel lavoro stesso, personalizzata attraverso piattaforme intelligenti e percorsi brevi ma mirati.

Infine, il rientro nella formazione durante la vita lavorativa diventerà strutturale: l’upskilling e il reskilling non saranno più eccezioni, ma tappe necessarie e cicliche. L’AI, in questo contesto, sarà strumento e sfida: renderà l’accesso alla conoscenza più facile, ma anche più dispersivo, e solo chi avrà strumenti per orientarsi potrà davvero trarne vantaggio.

La filiera diventerà quindi circolare, interattiva e individualizzata: lavoro e formazione si alimenteranno a vicenda, in una relazione continua, dove l’intelligenza artificiale sarà al tempo stesso leva e catalizzatore di una nuova cultura professionale.

Segnali positivi emergono: eventi come il Salone del Libro di Torino, la crescita delle librerie indipendenti e le tante iniziative locali testimoniano che esiste ancora un bisogno di narrazione, di relazione, di profondità. La lettura resiste, si trasforma e diventa per molti una scelta consapevole, un gesto quasi politico contro la superficialità digitale.

L’intelligenza artificiale, in questo scenario, può essere sia un’alleata sia un rischio. Se usata con intelligenza, aiuta l’accessibilità e personalizza i percorsi. Ma se sostituisce lo sforzo della lettura e del pensiero, rischia di trasformarci in fruitori passivi. La scuola deve allora promuovere un uso critico dell’AI e mantenere viva l’esperienza autentica della lettura come atto di libertà.

Anche il mondo del lavoro sta cambiando: non bastano più conoscenze tecniche, servono soft skill come flessibilità, pensiero critico, capacità di apprendere per tutta la vita. L’intelligenza artificiale cambierà profondamente il rapporto tra formazione e lavoro: non esisterà più una linearità, ma un continuo adattamento. La scuola, per preparare i giovani a questo, deve evolversi in un luogo di apprendimento dinamico, centrato su progetti, collaborazione, problemi autentici, e non su trasmissione passiva di contenuti.

Iniziative nella provincia di Asti per promuovere la lettura

Nella provincia di Asti, diverse scuole e istituzioni stanno attuando progetti per contrastare la disaffezione alla lettura e promuovere l'inclusione sociale attraverso la cultura.

Biblioteca Astense "Giorgio Faletti": offre programmi come "Crescerleggendo", rivolti a ragazzi dagli 8 ai 16 anni, con l'obiettivo di promuovere la lettura e la condivisione di libri di qualità. Biblioteca Astense Asti

Gruppi di lettura "Fantalettori" e "Acchiappalibri": iniziative gratuite per bambini e ragazzi, mirate a condividere la passione per la lettura e favorire la partecipazione attiva a incontri ed eventi letterari. Wikipedia+10Comune di Asti+10Regione Piemonte+10

Istituto Comprensivo di Costigliole d'Asti: ha sviluppato un progetto di promozione della lettura che è stato riconosciuto tra i cinquanta migliori progetti di promozione della lettura realizzati in Italia, rivolti alle scuole. vecchiosito.iccostigliole.edu.it

Istituto Comprensivo di San Damiano d'Asti: ha incluso nel suo Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF) progetti di lettura, teatrali, musicali e legati all'arte figurativa, con l'obiettivo di arricchire l'esperienza educativa degli studenti. icsandamiano.edu.it

Per affrontare le sfide della contemporaneità non bastano le tecnologie; servono persone. La trasformazione della scuola richiede visione, coraggio, nuove pratiche e una comunità educativa capace di mettersi in discussione. Solo così la scuola potrà tornare a essere uno spazio di libertà, di pensiero, di crescita.

Tra i libri presenti al Salone del Libro, merita una menzione speciale "100 pensieri per la scuola" (Edizioni Time Service, Asti), un’opera che propone uno sguardo autentico e non convenzionale sulla realtà scolastica. Gli autori presentano 100 situazioni, selezionate tra le mille che ogni giorno si possono vivere in una scuola, con l’intento di offrire spunti di riflessione, interrogativi e piccole provocazioni. Un testo che invita a fermarsi, osservare e pensare: ogni docente dovrebbe leggerlo per cogliere più a fondo le sfaccettature del mondo professionale in cui opera quotidianamente, fatto di relazioni, complessità, sorprese e responsabilità educative.

Franco Calcagno - Dirigente scolastico Artom


Lingua Madre: premiate le allieve del CPIA di Asti al Salone del Libro di Torino

Grande emozione lunedì 19 maggio 2025 per le studentesse dell’Istituto scolastico statale CPIA di Asti, protagoniste alla premiazione del XX Concorso letterario nazionale Lingua Madre, nell’ambito del Salone Internazionale del Libro di Torino. Da dodici anni il CPIA partecipa con successo al concorso dedicato alle donne straniere o di origine straniera residenti in Italia, e anche quest’anno i riconoscimenti non sono mancati.

Due racconti delle allieve sono stati selezionati per l’antologia ufficiale “Lingua Madre Duemilaventicinque” (Edizioni SEB27): “Verso universi sconosciuti” di Fortune Matoukam Takam, giovane camerunense da poco ricongiunta con la sua famiglia in Italia, e “Un ponte tra due mondi” di Débora Bovo Arnaud, avvocata brasiliana appassionata di mitologia e divulgazione culturale. Inoltre, per la prima volta, una fotografia è stata scelta per la mostra “Radici in movimento. Sguardi di donne non più straniere” alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: si tratta dell’opera di Julia Derbule, regista e giornalista argentina la cui arte indaga l’identità femminile oltre gli stereotipi.

Durante la cerimonia – condotta da Daniela Finocchi, ideatrice del concorso – sono intervenuti Annalena Benini, direttrice del Salone del Libro, Gabriella Serratrice della Regione Piemonte e Giulio Biino, presidente della Fondazione Circolo dei Lettori. Un evento carico di significato, dove le voci delle protagoniste hanno raccontato storie di radici, migrazione e nuove appartenenze, testimoniando come la scrittura in italiano diventi strumento di espressione e integrazione.

Premiate le classi vincitrici del concorso “Ecopagella di CapitanEco” indetto da Asp e San Germano

Gli alunni di 96 classi di scuole primarie astigiane sono stati i protagonisti del gioco-concorso di educazione ambientale “Ecopagella di CapitanEco” che si è svolto, tra i mesi di febbraio e aprile, in 14 plessi scolastici di 18 Comuni della Provincia di Asti aderenti al Consorzio di Bacino dei rifiuti dell’Astigiano.

L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito del progetto "Diamo nuova vita ai rifiuti riusando e riciclando" sviluppato in collaborazione con Asp e San Germano Gruppo Iren, i gestori incaricati della raccolta rifiuti urbani, con l’obiettivo di migliorare efficacia, quantità e qualità della raccolta differenziata. L’intero progetto, attuato anche nelle scuole dell’infanzia attraverso laboratori, ha coinvolto in tutto 138 classi di 26 Comuni per un totale di circa 2450 studenti.

Gli alunni delle classi partecipanti al concorso “Ecopagella di CapitanEco” hanno ricevuto una cartolina da portare a casa per coinvolgere le proprie famiglie. Collegandosi a internet hanno compilato una “ecopagella”, cioè un modulo online, in cui hanno inserito le risposte ad un’intervista sulla raccolta differenziata dei rifiuti sottoposta ad un adulto. Dopo aver inserito le risposte, ciascun alunno ha valutato la preparazione dell’adulto intervistato attribuendogli un voto e verificando insieme la correttezza delle risposte fornite. L’obiettivo del gioco è stato inserire il maggior numero di interviste per ciascuna classe partecipante.

Il risultato finale del concorso è stato l’inserimento di 1570 ecopagelle. La classe che ne ha inserito il numero maggiore è stata la V della scuola primaria di Montafia, arrivata a 96 risposte. Con 86 risposte si è classificata seconda la classe V della scuola primaria Tommaso Villa di Valfenera, seguita dalla classe IV della scuola prima di Motta di Costigliole che ha inserito 85 ecopagelle.

Le prime tre classi vincitrici sono state premiate nella mattinata di giovedì, separatamente, in ciascuna delle loro sedi, da Capitan Eco in persona, pirata dell'Isola delle Cento Palme con una vocazione ecologista. Ad ognuna delle tre classi è stato consegnato in premio in denaro e a ciascun bambino un libro illustrato sul tema dell’ecosostenibilità e dei cambiamenti climatici.

Hanno partecipato alle premiazioni di Montafia il Presidente dell’Asp Fabrizio Imerito con la vicepresidente Valentina Appiano, l’Amministratore Delegato di San Germano Enrico Iannone e per il Comune di Montafia il vicesindaco Fulvia Graziano, che hanno consegnato alle scuole importi economici da spendere in materiali didattici.


 

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
SU