Cultura e tempo libero - 27 maggio 2025, 13:09

Festival "Senza perdere la tenerezza": le ACLI di Asti rilanciano la riflessione sulle frontiere

Dal documentario sulle donne delle Langhe a teatro per i bambini, fino al lavoro e alla cittadinanza: il programma 2025 si arricchisce di contenuti e incontri

Mauro Ferro e Daniela Valente

Mauro Ferro e Daniela Valente

 Torna anche nel 2025 il festival Senza perdere la tenerezza, giunto alla sua quinta edizione e promosso dalle ACLI di Asti. Un appuntamento ormai consueto per chi cerca uno spazio di confronto su temi civili e sociali, tra riflessione e cultura, con uno sguardo sempre attento a ciò che accade dentro e fuori i confini del nostro tempo. Il titolo scelto per quest’anno è Frontiere, un tema che parla di muri ma anche di passaggi, di chiusure ma soprattutto di aperture, non solo geografiche, ma anche interiori, culturali e relazionali.

Tra fragilità e nuove sfide

A presentare il calendario degli appuntamenti sono stati Mauro Ferro, presidente delle ACLI astigiane, e la vicepresidente Daniela Valente, durante un incontro ricco di spunti. 

Il festival ha già fatto da contenitore, ad esempio, a un recente incontro sul referendum sulla cittadinanza, che le ACLI hanno promosso senza schierarsi nel merito dei quesiti, ma ribadendo un principio fondamentale: "Andare a votare è già un elemento importante  perché comunque poi mette in moto anche il voto per gli altri".

Un documentario, sette donne e tante frontiere

Il primo appuntamento in programma è la proiezione, il 4 giugno, del documentario "Sette donne, sette frontiere", alla presenza del regista Remo Schellino. "Un lavoro che ci ha colpito molto – ha raccontato Ferro – perché racconta sette storie diverse ma accomunate dalla forza di superare barriere sociali, culturali, personali. Una di queste donne è Marisa Ombra, astigiana, partigiana, figura simbolica del nostro territorio" 

Le sette testimonianze sono : Vincenzina Revelli di Belvedere Langhe, classe 1928, contadina e cuoca del presidente Einaudi; Marianna Elia di Niella Belbo, nata nel 1941, emigrata dalla Calabria negli anni ‘60; Caterina Morando di Ceva, classe 1924, vedova dopo pochi giorni dal matrimonio di un disperso in guerra sul fronte greco nel 1943; Irma Brocardo di Murazzano, classe 1922, insegnante e sindaco di Murazzano, primo sindaco donna in Piemonte; Marisa Ombra di Asti, classe 1925, staffetta partigiana e attiva nei gruppi di difesa della donna; suor Delfina Pocchiolla, classe 1933, priora generale Congregazione Suore Domenicane di Mondovì; Paola Ghiglia Blengini di Bastia Mondovì, classe 1937, proprietaria dello storico Dancing "Paradiso" di Bastia. 

Durante la serata sarà presente anche il cantautore Daniele Colle, autore di un brano dedicato proprio a Marisa Ombra.

Teatro per tutti, soprattutto per i più piccoli

Il secondo evento, in collaborazione con la Casa degli Alfieri, si terrà invece nel pomeriggio del 12 giugno e sarà dedicato in particolare ai bambini dei centri estivi delle parrocchie del centro storico. Lo spettacolo si intitola Emma, prodotto dalla compagnia sarda Cada Die Teatro e scritto da Tonino Catalano. "È pensato per l’infanzia ma adatto a tutti  e affronta con delicatezza e poesia tematiche che riguardano la crescita, il rispetto e il riconoscimento dell’altro".

Una riflessione sul lavoro nel solco di Leone XIV

Ma non finisce qui: le ACLI stanno già lavorando per l’autunno su un appuntamento di alto profilo dedicato al lavoro, in collaborazione con la Pastorale del lavoro, con l’idea di riflettere sulle trasformazioni del mondo professionale nell’epoca dell’intelligenza artificiale. "Come dice anche Papa Leone XIV – ha detto Ferro – oggi il lavoro è cambiato, va ridefinito, e noi vogliamo offrire strumenti e stimoli per farlo in modo consapevole".

Infine, tra i progetti in cantiere, la volontà di riportare ad Asti Mario Lancisi, autore toscano che ha scritto di Don Milani e che presenterà il suo nuovo libro su padre David Maria Turoldo: "Una figura che per noi rappresenta davvero, un superatore di frontiere", ha concluso Valente.

Il festival Senza perdere la tenerezza si conferma così un laboratorio di cittadinanza attiva, capace di coniugare memoria, attualità e visione del futuro. Con semplicità, profondità e – appunto – con una tenerezza che sa diventare sguardo politico e gesto concreto.

Alessandro Franco

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