Al Direttore - 28 maggio 2025, 15:51

“Il coraggio di scegliere il Palio”

Una lettera aperta interroga la città: “Abbiamo davvero onorato i 750 anni della nostra Tradizione?”

Il corteo straordinario del Palio per il 750° anniversario (Merphefoto)

Il corteo straordinario del Palio per il 750° anniversario (Merphefoto)

"Un’occasione mancata, un appello accorato, una riflessione profonda sull’identità collettiva che ruota intorno al Palio di Asti". Così si apre la lettera indirizzata all’intera comunità astigiana – che riceviamo e pubblichiamo – con l’invito esplicito a guardarsi dentro e chiedersi: "stiamo davvero facendo tutto il possibile per custodire e far crescere il cuore pulsante della nostra tradizione? "

Nel documento, scritto con toni sinceri e accesi, si esprime il rammarico per la mancata organizzazione di un Palio Straordinario nel 2024, anno che segnava il 750º anniversario della storica corsa.  Non si cercano  polemiche, ma si sollecitano coscienza, passione e coraggio, per non disperdere un patrimonio identitario. 

Lettera aperta ai lettori.

Osservazioni e chiarimenti a chi vorrà considerare l'importanza di quanto di seguito menzionato e a chi possa avere contestualmente la necessità di condividere.

Alla cortese attenzione dell'Amministrazione Comunale astigiana, degli organi e dei ruoli di competenza della principale tradizione cittadina, dei rettori e dei responsabili dei loro comitati, del Capitano del Palio in carica e della sua squadra, degli Ex Capitani e dei prossimi imminenti ruoli ed entità che si auspica sapranno sostenere e preservare il futuro e la storia del Palio di Asti.

Celebrare i 750 anni del Palio avrebbe significato onorare ciò che siamo stati, ma anche ciò che vogliamo continuare ad essere: Amanti della Tradizione e del Palio! La ricorrenza straordinaria avrebbe potuto offrire l’occasione di mostrare al mondo l’anima più autentica della nostra città, sacrosante parole, ma avremmo dovuto imporcelo. Un’anima fatta di storia, di fierezza, di comunità. Ammiriamo e sosteniamo tutti questi concetti, ma si doveva fare di più. Non vi è corteo o altra iniziativa che possa sostituire la solennità e la possibilità di correre un Palio Straordinario.

 La storia da sempre ci ha insegnato che le date sono importanti perché sanciscono, ricordano, ma è anche risaputo che non restituiscono! Il vero momento simbolico e altamente rappresentativo della nostra identità collettiva sarebbe dovuto essere l’accordo tra tutti di dare onore alla nostra storia paliesca correndo uno Straordinario. Il nostro invito rivolto a tutti, attivi o meno nel movimento che rappresenta l’entità della Tradizione Astigiana, è quello di non limitarsi a raccontare ciò che è stato nei secoli, ma di proiettarsi verso il Futuro; se davvero si vorrà ancora raccontare e sentire parlare di Palio invitiamo tutti a profonde riflessioni personali. Mettete avanti la passione, non limitatevi all’arresa, siate consapevoli che qualcuno di qui in avanti deve e dovrà avere il coraggio di salvaguardare quest’entità! Un titolo, un ruolo, un organigramma non risolvono le problematiche che in maniera oramai evidente si sono create, il Palio è di tutti, di tutti coloro che da sempre lo amano e che lo sostengono o che hanno imparato ad amarlo con il tempo e anche per caso magari! Palio è studio, condivisione, programmazione, colori, emozioni.

 Perché si è persa un’occasione così importante? L’Amministrazione avrebbe dovuto imporsi? Forse sì perché si è resa disponibile sostanzialmente in ogni forma. 

Le Dirigenze avrebbero dovuto avere il coraggio di provarci? Forse sì perché affrontare le proprie difficoltà con umiltà avrebbe portato anche degli aiuti concreti. La figura del Capitano e dei suoi collaboratori avrebbero potuto in qualche modo condizionare e/o aiutare i comitati scettici e preoccupati nel dover affrontare probabilmente un impegno oneroso e costoso in termini anche di partecipazione? Forse sì, perché è l’organo più rappresentativo che anche solo moralmente avrebbe dovuto sentirsi chiamato in causa in prima persona. Serve dialogo, trovarsi tra la gente spontaneamente, sentirsi parte di un popolo, non di una mera apparenza. Le vetrine in festa durano qualche giorno, poi si torna alla quotidianità, ed è proprio qui che si gettano le basi, giorno dopo giorno, le discussioni devono poter fornire strumenti utili per migliorarsi non per distruggere. Forse sarà necessario rivedere dei ruoli, forse bisognerebbe fare dei passi indietro e ripartire di lì, dagli ex rettori, dagli ex capitani, dal Collegio dei Rettori che forse dovrebbe assumere un’Entità diversa? Anche di questo sarebbe bene parlarne. Vogliamo partire da un francobollo apposto su una cartolina, anche questo potrebbe essere un punto di partenza, perché no?
 

Rappresentiamo il Palio più antico d’Italia, siamo 21 tra Borghi, Rioni e Comuni. Abbiate il coraggio di “fare qualcosa di concreto”, non abbiate paura di esporre un’idea, imparate ad ascoltare e soprattutto a non giudicare chi ha un pensiero diverso, le diversità nel mondo sono una problematica sociale importante, per voi dovrebbe corrispondere solo ad un’appartenenza di colori diversi, tutto il resto è il risultato portato dal coraggio e dalla determinazione di condividere, di esporre un pensiero se pur diverso dalla maggioranza! Non riusciamo a credere possiate accontentarvi di...Non lo si può pensare...Confidiamo che le nostre parole utilizzate per comunicare e divulgare un pensiero comune siano sostanzialmente pensiero di tanti di voi...Una grande occasione è andata persa, non facciamo in modo che ve ne siano di ulteriori...E’ passato un anno...no pista di addestramento, no corsa del Palio Straordinario, no decisioni unanime di un Collegio dei Rettori...Tutti gli eventi in programma degni di menzione...ma era questo che si voleva davvero?

A voi le riflessioni. E’ giunto tempo di cambiamenti per preservare il Palio di Asti? Forse sì.

Una famiglia e che è stata residente in Asti per molti anni e amante del Palio



 

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