Approvato nell’ultimo Consiglio Comunale all’unanimità, Canelli pone la propria attenzione sul PEBA, il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche.
Si tratta di un censimento delle principali criticità che limitano la fruibilità della città e del territorio.
“Questa sera approviamo un lungo percorso - ha dichiarato il vicesindaco Mauro Stroppiana, durante il Consiglio - Una presa di coscienza sempre maggiore sul fatto che ci siano barriere architettoniche che limitino la cittadinanza e la fruibilità dello spazio pubblico”.
Un discorso che ha guardato alle sollecitazioni che, ormai da anni, erano state avanzate da persone disabili, ma che nel tempo si sono ampliate ad altre situazioni, concernenti anziani e bambini.
Due binari, dunque, vengono indicati: il primo, le sollecitazioni delle persone con disabilità e delle loro associazioni, tra cui si ricorda il ruolo di Maria Teresa Montanaro e delle associazioni da lei fondate per diffondere, in questo senso, una coscienza civile più matura.
Il secondo, il susseguirsi di leggi che negli anni hanno indirizzato i Comuni verso trasformazioni che limitassero le barriere.
"Credo che il discorso del PEBA sia politicamente bipartisan - ha aggiunto il vicesindaco - Raccolto sia da noi quando eravamo minoranza sia dall’amministrazione che ha saputo accogliere e far partire questo percorso, da noi raccolto e continuato. Arriva in Consiglio alla fine di un percorso chiaro, pubblico e condiviso. Credo che il PEBA sia un frutto maturo e è un punto di partenza per i cittadini”.
Fondamentali sono stati anche i finanziamenti, come il contributo di 8 mila euro, cifra derivante da un bando regionale del 2023.
Per il Comune di Canelli questo vuole essere un segnale importante, che vuole fare arrivare anche a privati e costruttori, affinché si realizzino o ristrutturino opere che eliminino le barriere architettoniche anche negli edifici privati.
“Questo non deve essere visto come un ostacolo o come una problematicità - conclude Stroppiana - Noi crediamo che sia una prospettiva e una presa di coscienza ulteriore del fatto che tutti dobbiamo collaborare”.
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