Una presa di posizione netta, forte, che vuole far sentire la voce di una città, attraverso il suo Consiglio comunale, in un momento in cui la situazione sul terreno è sempre più drammatica.
È quella avanzata dalla minoranza, che ha depositato un ordine del giorno: l’Italia – si legge nel testo – “riconosca lo Stato di Palestina e sostenga la Corte Internazionale di Giustizia e la Corte Penale Internazionale”. Un appello, ma anche una denuncia politica e morale, che si inserisce nel solco tracciato da Paesi come Spagna, Irlanda e Norvegia, che negli ultimi giorni hanno formalmente riconosciuto la Palestina come Stato sovrano.
"Bruciati vivi"
L’incipit del documento non lascia spazio all’indifferenza. “Bruciati vivi”, si legge. Sono le parole usate per descrivere la fine atroce di decine di bambini e donne palestinesi, uccisi tra le fiamme delle tende dove cercavano riparo, o rimasti sepolti sotto le macerie di scuole e presidi sanitari colpiti dai bombardamenti. La mozione sottolinea l’urgenza morale e politica di non restare a guardare. “Mentre le immagini dell’orrore scorrono e si incollano negli occhi del mondo”, è il momento – dicono i firmatari – di una scelta di campo.
Una richiesta precisa al governo italiano
Il testo interroga direttamente le istituzioni italiane e la premier Giorgia Meloni: “Come può la Presidente Meloni continuare ad essere sorda e cieca di fronte al massacro sistematico di un popolo?” La richiesta è chiara: riconoscere la Palestina come Stato sovrano, nei confini precedenti all’occupazione del 1967, con Gerusalemme capitale condivisa. Ma non solo. Si chiede che l’Italia si faccia promotrice di questa posizione anche in sede europea, e che agisca presso l’ONU per l’ammissione della Palestina come membro a pieno titolo.
Altro punto centrale: l’uso del diritto internazionale come leva per fermare “la colonizzazione e l’annessione dei Territori Occupati Palestinesi”. La mozione richiama l’esigenza di ristabilire un equilibrio fra le parti, affinché palestinesi e israeliani possano negoziare “in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità”. Una visione che guarda oltre l’emergenza, per cercare una pace giusta e duratura, fondata sul riconoscimento reciproco e sul rispetto del diritto internazionale.
Un invito al sindaco e alla giunta
Infine, l’ordine del giorno invita il sindaco e la giunta a farsi parte attiva: trasmettere il documento alla Presidenza del Consiglio, ai ministri competenti e alle Camere, perché la richiesta arrivi fino a Roma, forte e chiara.