Economia e lavoro - 09 giugno 2025, 12:48

L’Hotel Palio cambia proprietà dopo 54 anni: "Operazione fatta con onestà, orgoglio e trasparenza, l'albergo rimarrà in mani italiane"

Luca Mogliotti passa il testimone a Phi Hotels: “Una scelta d’amore, per garantire un futuro solido alla mia seconda casa”

Luca Mogliotti con Ornella Gagliardi, dal 1983 storica governante della struttura (Merphefoto)

Luca Mogliotti con Ornella Gagliardi, dal 1983 storica governante della struttura (Merphefoto)

Dopo cinquant’anni di storia, sudore e passione, l’Hotel Palio di Asti volta pagina. Lo fa con un gesto carico di significato: Luca Mogliotti, figlio del fondatore e anima instancabile della struttura, ha deciso di affidare le chiavi della sua vita professionale al gruppo Phi Hotels, catena alberghiera in espansione che guarda con interesse strategico al Piemonte. "Non vendo un edificio, ma un pezzo di me stesso", ha detto con voce commossa. Un passaggio che non è solo economico, ma soprattutto valoriale: dietro la firma, c’è un’eredità umana da preservare e un territorio da valorizzare.

"Abbiamo voluto il Palio perché crediamo nella città e nel suo territorio", ha detto senza esitazione Ercolino Ranieri, rappresentante del gruppo turistico-alberghiero Xenia Spa, che fa capo alla catena Phi Hotels, oggi presente con 12 strutture nel centro-nord Italia. Durante l’incontro, avvenuto nei saloni dell’albergo nel cuore di Asti, Ranieri ha spiegato come questo passaggio non sia solo una mossa commerciale, ma parte di un progetto ben definito.

"Abbiamo già tre strutture in Piemonte – a Bra, Cuneo e Druento – e Asti era già nei nostri piani. Quando abbiamo conosciuto Luca Mogliotti abbiamo subito compreso che il suo lavoro andava nella direzione giusta, quella che immaginavamo anche noi: un hotel radicato, con una forte identità e una visione proiettata al domani" ha continuato Ranieri.

Un’eredità costruita giorno dopo giorno

Poi la parola è passata a Luca Mogliotti, visibilmente emozionato. "Io in questo albergo ci sono praticamente nato. L’ha costruito mio padre nel 1971 e ho iniziato a lavorarci dopo il militare, con mia madre che lo gestiva. È sempre stato il nostro punto fermo, con solo i primissimi anni dati in gestione a terzi".

Nel suo racconto, Mogliotti ha ripercorso gli anni intensi ma anche formativi vissuti fuori, prima di tornare ad Asti nel 2005: "Dopo varie esperienze in catene alberghiere, tra cui cinque anni da direttore a Cortina, sono tornato qui con un bagaglio nuovo. E da lì ho messo tutto me stesso in questo hotel."

Gli investimenti e la visione d’impresa

Negli anni, l'Hotel Palio è cresciuto: "Abbiamo ampliato da 29 a 37 camere, aperto un ristorante nel 2013 – in piena crisi economica – nonostante tutti mi dicessero che era un azzardo. Ma volevo offrire un servizio completo, adatto anche ai gruppi e ai tour operator, e così abbiamo fatto."

“Ci sono state tante notti insonni”, confessa Mogliotti, pensando a tutto il lavoro dietro le quinte: dalle manutenzioni straordinarie alle assunzioni, fino a una gestione tecnica e umana complessa ma appassionata. “Ho fatto di tutto: dal gestire le caldaie a motivare i collaboratori. Ma ogni passo era mosso dall’idea di rendere questa struttura più moderna, funzionale e accogliente.”

Una scelta dettata dall’amore, non dai soldi

Poi, la decisione difficile. "Le mie figlie hanno altre passioni, altre strade. Una è al Politecnico di Torino, l’altra si diploma quest’anno, ma entrambe mi hanno detto chiaramente che non vogliono proseguire nell’attività. Così mi sono guardato dentro e ho capito che era giusto pensare al futuro dell’albergo in altre mani."

Il passaggio a Phi Hotels non è stato casuale, ma frutto di un’attenta valutazione: "Non avrei mai venduto se non a una società italiana, seria, affidabile. E soprattutto con una prospettiva di crescita reale. L'ho trovata e, come ha detto anche il dottor Ranieri, è stata una trattativa lunga, non solo per motivi economici – che per me erano secondari – ma soprattutto per garantire il futuro del personale. La priorità era tutelare chi ha lavorato con me per vent'anni."

Il contratto, firmato da Phi Hotels e condiviso con i sindacati, garantirà la continuità dei rapporti di lavoro.

Un pezzo di storia che guarda avanti

"Credo di aver dato tanto a questa città", ha concluso Mogliotti con un filo di voce, lasciando trapelare l’inevitabile emozione di chi sta consegnando un’eredità lunga oltre mezzo secolo. "Ma era il momento giusto. E sapere che l’albergo continuerà a crescere, con un gruppo serio alle spalle, mi fa affrontare questo passaggio con serenità."

L’energia di sempre: “Torino sarà la mia priorità”

“Mille a Torino, che è un ristorante che abbiamo aperto otto anni fa, nel 2017, ha avuto il suo percorso, la sua crescita e ha ancora un margine di miglioramento assoluto. La mia presenza c’è sempre stata e continuerà a esserci”, ha dichiarato Mogliotti. Un investimento importante, anche dal punto di vista economico, “perché non è casa mia, è un locale che ho ristrutturato completamente e in cui credo moltissimo”. La cucina è piemontese, ma non mancano “piatti di pesce, un’ottima proposta che sento di consigliare”.

Dopo la cessione dell’albergo di Asti, sarà proprio quel ristorante la sua attività principale, il centro della sua giornata, anche se il legame con Asti resta forte: “Io continuo a vivere ad Asti, e continuerò a lavorare come sempre: torno a casa tutte le notti alle due o giù di lì”.

“Non ho mai pensato alla pensione”: una vocazione che non si spegne

A 62 anni, Mogliotti non intende smettere. “Non bisogna mai dire mai, ma non ho intenzione di andare in pensione. Lavoro dalla mattina alla sera e continuerò a farlo. Poi si vedrà”. D’altronde, è il mestiere dell’albergatore a non concedere soste. “L’apertura e la chiusura di un hotel non sono semplici: non è un bar, non è un ristorante. È un organismo complesso, fatto di persone, manutenzione, continuità e assistenza tecnica”.

Anche per questo, “il passaggio di consegne è stato solo l’inizio: ora devo mettere Phi Hotels nelle condizioni migliori per lavorare e garantire quel livello di servizio che ci ha sempre contraddistinto”.

L’ombra lunga di AirBnb: “Concorrenza? Sì, ma non lamentiamoci”

L’intervento di Mogliotti si è poi allargato alle sfide più ampie del settore. In particolare, alla concorrenza crescente rappresentata dalle locazioni brevi, i B&B e gli agriturismi, che hanno modificato radicalmente il panorama dell’ospitalità, anche ad Asti.

“Sono realtà che esistono e che stanno crescendo. Si è detto più volte che andrebbero regolamentate, e io sono d’accordo. Noi albergatori abbiamo responsabilità molto più ampie, a 360°, rispetto a chi affitta camere o fa colazioni”. Eppure, avverte, non ha senso piangersi addosso: “La concorrenza c’è e ci sarà sempre. Bisogna andare oltre, non si può ogni volta dire ‘non lavoro per colpa dei B&B’”.

La chiave, secondo lui, sta nel coraggio, nella prudenza e nella programmazione: “Asti è una piazza difficile: sei mesi si lavora, gli altri sei sono duri. Occorrono eventi culturali, fieristici, occasioni che coprano tutto l’anno. Solo così si può garantire la sostenibilità economica di strutture complesse come gli hotel”.

Un esempio? “Nel 2024 gennaio, febbraio e marzo sono stati un disastro. Nel 2025, invece, ottimi risultati. Ma non si può lasciare tutto al caso. Servono politiche di sistema, e una regia sul territorio che dia stabilità”.

“Questo non è un mestiere per chi si ferma”

Mogliotti, mentre ricorda i “70 mila euro spesi in venti giorni per rifare l’ascensore nel 2018” e i lavori post-Covid per rifare completamente l’impianto d’aria, chiude con un messaggio chiarissimo: “Questo non è un mestiere per chi si ferma. Se si rompe qualcosa, il giorno dopo la camera deve essere pronta. Non si può aspettare. Bisogna essere pronti, sempre”.

Il Palio cambia proprietà, ma resta una pietra miliare dell’ospitalità astigiana. Un simbolo che si rinnova, con la promessa di restare fedele alla propria storia, ma con lo sguardo rivolto al futuro.

Alessandro Franco

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