Sanità - 11 giugno 2025, 08:38

Lo Sportello Astigiano per il diritto alla salute: "La salute, un diritto universale"

Una riflessione dell'associazione solleva il tema etico: "La Costituzione garantisce parità di trattamento, che non può essere aggirata da chi paga"

Lo Sportello ha sede presso la Casa del Popolo di via Brofferio

Lo Sportello ha sede presso la Casa del Popolo di via Brofferio

Da alcuni mesi è operativo, presso la Casa del Popolo di via Brofferio ad Asti, lo Sportello Astigiano per il diritto alla salute, dal quale riceviamo una riflessione sulla presunta invadenza del privato in sanità, fin dentro la struttura ospedaliera.
 

In una perdurante situazione di crisi della sanità, in particolare per quanto riguarda le liste d’attesa e la carenza degli organici, porre in evidenza la problematica dell’attività privata è doveroso. Attività privata nella più larga accezione del termine: accreditamenti e convenzioni delle strutture, attività specialistica le mura del personale sanitario pubblico, attività privata nei reparti di chirurgia dei Presidi. In considerazione delle gravi carenze su esposte ci sembra doveroso che la Direzione Generale, in una logica di assoluta trasparenza, fornisca i dati relativi a tutte le attività svolte all’interno delle strutture pubbliche, a partire dal dopo COVID, allorché è esplosa drammaticamente sia la problematica delle liste d’attesa, sia la problematica della carenza di tutto il personale sanitario.

E’ infatti del tutto evidente che, a fronte di una riduzione complessiva delle prestazioni, non può, o non dovrebbe, corrispondere un incremento delle prestazioni private interne. Alla crescita del settore privato in sanità, incoraggiato e finanziato dall’attuale governo, non può corrispondere una crescita delle prestazioni private all’interno delle strutture pubbliche. A maggior ragione la libera professione interna dovrebbe esistere non come risposta a lunghi tempi di attesa, come sta avvenendo, ma esclusivamente come possibilità del cittadino paziente di potersi scegliere lo specialista conosciuto o più gradito. 

L’intera problematica poi non può prescindere da un tema etico che non può essere aggirato o, peggio, non considerato. La nostra Costituzione garantisce a tutti i cittadini parità di cure e trattamento nell’affrontare la malattia. A tal proposito la L. 23 dicembre 1996 n. 662 prevede la netta distinzione, in orari e forme organizzative, tra l’attività istituzionale e l’attività in libera professione. Un rafforzamento del concetto di parità tra i cittadini che non può essere aggirato da coloro che sono in grado di poter accedere alle prestazioni a pagamento.

La stella polare che guida chi dirige la sanità, ad ogni livello, deve essere quella secondo la quale la priorità per ogni tipo di intervento deve essere strettamente legata alla gravità nella quale versa il paziente. Non vi possono essere posti letto liberi a pagamento, o disponibilità di intervento a pagamento prioritari rispetto all’urgenza, alla gravità di intervenire su di un paziente, all’appropriatezza di ogni tipo di intervento.

Soluzioni miracolistiche all’attuale situazione della sanità pubblica non esistono, è però possibile proporre interventi capaci di attenuare la situazione esistente. L’incremento degli organici è imprescindibile sia dal punto di vista quantitativo sia dal punto di vista della formazione specialistica di tutti i professionisti, analogamente l’incremento delle prestazioni può consentire un recupero sia della mobilità passiva sia delle prestazioni verso le strutture private. 

Giovanni Pensabene, Sergio Zappa ed Enrico Bestente per lo Sportello Astigiano per il Diritto alla Salute

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