Economia e lavoro - 16 giugno 2025, 07:19

Banca di Asti nella fase di consolidamento patrimoniale: i piccoli azionisti guardano alla remunerazione

Marrandino: "Siamo cassettisti, puntare su dividendi stabili piuttosto che sulla speculazione"

Pierfranco Marrandino

Pierfranco Marrandino

"Banca di Asti rappresenta per Asti il sostentamento di migliaia di famiglie, sostiene le piccole e medie imprese e i piccoli risparmiatori e la prudenza è il minimo che si debba rispettare". A parlare è Pierfranco Marrandino, presidente di Cariasti, costituita nel 1993 per tutelare i piccoli azionisti della Cassa di Risparmio di Asti.

 Il focus torna sulle dinamiche degli ultimi mesi riguardanti Banca di Asti e Fondazione CrAsti nella fase di rinnovamento e consolidamento, caratterizzata da attenzione al personale dell’azienda, alla corporate governance, rafforzamento dei coefficienti patrimoniali, innovazione nei servizi e conferma del ruolo sociale sul territorio. La Fondazione Cr Asti, azionista di controllo con una partecipazione del 31,8%, ha avviato un processo selettivo per individuare gli amministratori da proporre all’Assemblea, prevista nella primavera del 2026, anche al fine di individuare possibili profili che possano svolgere il ruolo di amministratore esecutivo avvalendosi avvalersi della consulenza di società specializzate nel settore.

Per individuare i profili più idonei, la Fondazione si avvarrà del supporto di società specializzata di executive search. Questa strategia si inserisce nel più ampio quadro di adeguamento alle linee guida del protocollo Acri-Mef, che invita le fondazioni bancarie a 
diversificare il portafoglio investimenti e a non concentrare oltre un terzo del proprio patrimonio in un singolo asset, come le azioni della banca conferitaria.

Parallelamente, la Fondazione ha avviato un processo di diversificazione del proprio asset patrimoniale, in linea, appunto, con i requisiti del protocollo Acri/Mef sottoscritto nell’aprile 2015, pur mantenendo un ruolo strategico nel territorio e continuando a sostenere numerose realtà locali, tra cui comuni, associazioni, enti sportivi e culturali.

Riflessioni sulle politiche commissionali: "Nessuna preoccupazione"

Marrandino, con anni di esperienza ai vertici della stessa banca, offre un'ampia riflessione anche sulla politica commissionale applicata alla clientela. "Non c'è alcun tipo di preoccupazione trattandosi di una società solidissima e così come riconosciuto anche 
della recente ispezione della Banca d'Italia, la quale ha evidenziato criticità ma nessuna banca è perfetta".

Nessun rischio quindi per i piccoli azionisti? "Assolutamente no, ma non scherziamo. I rischi si corrono in banche più piccole per altri motivi, ma noi siamo fuori da questo aspetto. Quindi rischi assolutamente zero". 

Marrandino pone particolare attenzione sui possibili cambiamenti nella compagine azionaria. "Tenendo l'orecchio teso – sostiene - la preoccupazione potrebbe essere quella che aveva fatto decidere a chi ne aveva la possibilità, di mantenere il controllo della banca. Controllo della banca significa mantenere la principale azienda in attivo nell'interesse del territorio. Quella sì che può essere una preoccupazione, perché se dovesse la proprietà decidere di cedere altrove è chiaro che questo provvedimento avrebbe dei riflessi sul personale. Questo è evidente e quindi la prima preoccupazione nostra è quella di salvaguardia dell'azienda".

Il presidente fa riferimento al primo articolo dell'associazione piccoli azionisti che recita: "lo scopo prioritario di tutelare gli interessi dei soci con interventi finalizzanti alla loro rappresentanza nel CdA della banca e all'adeguata remunerazione dell'investimento, 
nonché di salvaguardare l'autonomia della CrAsti nell'interesse dell'economia provinciale e dei risparmiatori".

Strumenti per la tutela dei piccoli azionisti

Ma quali strumenti o iniziative l'associazione ritiene necessari per garantire maggiore liquidità e tutela per i piccoli azionisti, anche in vista di eventuali cessioni di quota? "Ovviamente se riuscissimo ad aumentare la rappresentanza dei piccoli azionisti sarebbe 
già un piccolo passo. Non è che noi possiamo influenzare il mercato. Il mercato purtroppo è indipendente, noi non abbiamo voce in capitolo. Il mercato, che in questo caso è Vorvel e non quotato in borsa con liberi scambi, determina e fissa il valore dell'azione e noi lì non possiamo intervenire. Però possiamo intervenire in seno al consiglio di amministrazione se invece di un rappresentante, per esempio, ne avessimo due".

 L'associazione ha espressamente chiesto alla banca un maggiore peso attraverso una modifica dello statuto all'articolo 12 sulla nomina degli amministratori che, al punto 2, recita: "Le liste possono essere presentate solo da soci che individualmente rappresentino almeno il 5% (cinque per cento) delle azioni con diritto di voto nella assemblea ordinaria e devono essere depositate presso la sede sociale almeno cinque giorni prima di quello fissato per l'assemblea in unica o prima convocazione"

E se ci fosse la possibilità di vedere le quote prendere un valore importante, come si comporterebbe l'associazione, sarebbe sempre ostativa alla vendita o si porrebbe in modo diverso? "Noi – sottolinea Marrandino - fondamentalmente siamo cassettisti. Cassettista significa che ponendo fiducia nel soggetto che ha raccolto i risparmi degli azionisti, li premia con una remunerazione che li soddisfi e quindi non speculiamo tanto sul valore. Certo, non vogliamo che vada ancora giù e vorremmo che il valore aumentasse, ma questo non è escluso che prima o poi si verifichi. Però l'obiettivo principale è che si sposa con la remunerazione, per cui invece di investire nei BOT o altro, se la remunerazione mi soddisfa io non guardo più tanto, non aspiro a un aumento continuo dell'azione. Se l'azione mi rende, mi accontenta. Quindi il principale obiettivo nostro è quello di aumentare la remunerazione. E ci siamo riusciti già l'anno scorso quando con lo 0,30 è stato praticamente aumentato del 50%. Il quid della remunerazione già riservata nell'anno precedente, ha aumentato di uno 0,10 ancora quest'anno".

 Il presidente richiama lo scorso novembre, quando Livio Negro, presidente della Fondazione Cr Asti, riunì tutti gli stakeholder territoriali per esprimere alcuni dubbi sulla gestione passata e sul futuro. "Io dico grazie alla nostra battaglia, alle nostre insistenze che comunque guarda caso, hanno coinciso con le osservazioni della Fondazione – chiosa Marrandino - quando fu espressa questa lamentela, legittima perché è chiaro che l'azionista si aspetta una remunerazione adeguata e noi facciamo quel mestiere, cerchiamo di insistere per garantire all'azionista un'adeguata remunerazione. E noi più volte nel corso dell'anno esponiamo queste raccomandazioni, perché l'aspettativa dell'azionista è quella e quindi noi vorremmo che fosse sempre esaudita".

La trasparenza della comunicazione nei confronti dei piccoli azionisti quindi è stata sufficiente? "La banca comunica tutto quello che c'è da comunicare e che è di interesse degli azionisti. Però se invece si vuole intendere come poco trasparente la dolorosa decisione del consiglio di amministrazione della Banca che nel corso dell'ultimo esercizio ha deciso di approfittare ancora della valenza della normativa che consente l'assemblea con un unico rappresentante designato identico per tutti in modalità telematica. Approfittando con ciò di tutto il lavoro che provoca un'assemblea vera e propria, ma questo l'ho detto anch'io nell'assemblea dei piccoli azionisti, l'ho riconosciuto, è stata la principale lamentela. La poca trasparenza è stata una decisione, una valutazione del consiglio di amministrazionedella Banca rendendosi conto però che non si reitererà mai più. Cosa posso dire? È stata una decisione 'politica'".

Betty Martinelli

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