Sanità - 19 giugno 2025, 08:51

La chiusura della Dermatologia di Asti scuote il Piemonte: medici e infermieri chiedono riforme per salvare la sanità pubblica

Il presidente dell'ordine dei medici di Asti, Lucia: "Serve una riforma profonda che non sia solo economica". Montana (Nursind): "Rendere più appetibile il settore"

La chiusura della Dermatologia di Asti scuote il Piemonte: medici e infermieri chiedono riforme per salvare la sanità pubblica

La chiusura (temporanea) della Dermatologia del Cardinal Massaia di Asti, annunciata a causa della mancanza di specialisti, ha generato una forte eco nel mondo sanitario piemontese e preoccupazioni anche nell'utenza.

Da ieri, dopo la notizia della chiusura del reparto (QUI l'articolo), sono stati tantissimi i commenti, soprattutto di utenti o cittadini. In diversi fanno raffronti su come sia cambiata la sanità pubblica nell'arco di una decina di anni, preoccupati di come stia virando sempre di più verso il privato. Manifestazioni di sconforto anche tra chi aveva una visita prenotata a breve (dopo diversi mesi) e, ovviamente, non potrà essere seguito.

Una situazione particolare quella della Dermatologia; impossibile trovare appuntamenti con il Servizio sanitario, difficile anche a pagamento. In una struttura privata occorrono anche sei mesi e non sono molti i professionisti nell'Astigiano.
 

Pareri e proposte

Claudio Lucia, presidente dell’Ordine dei Medici del Piemonte, si è immediatamente attivato coinvolgendo gli ordini territoriali della regione per trovare una soluzione: "Abbiamo contattato dermatologi e stiamo lavorando per mantenere il servizio. Il problema è complesso e richiede interventi strutturali per rendere il settore pubblico più competitivo."

Secondo Lucia, la situazione riflette una crisi diffusa: la sanità pubblica non riesce più a garantire carriere gratificanti, ricerca e condizioni lavorative attrattive, agevolando la migrazione verso il privato o verso altri Paesi. "Serve una riforma profonda che non sia solo economica, ma che riveda le carriere e snellisca la burocrazia, altrimenti rischiamo di perdere il futuro stesso del nostro sistema sanitario."

Gabriele Montana, infermiere e segretario territoriale di NurSind, aggiunge che la chiusura della Dermatologia di Asti potrebbe essere solo l’inizio se non si inverte il trend attuale: "I medici che rimangono sono pochi e vengono assorbiti dal privato. Il pronto soccorso è un esempio di un comparto che regge a fatica, spesso grazie all’impiego di costosi professionisti gettonisti."

A caldo ieri i commenti della politica, in particolare di Vittoria Briccarello e Mauro Bosia (Uniti si può) che avevano già lanciato l'allarme mesi fa: "Quando una struttura sanitaria viene declassata rischia la chiusura. La Struttura complessa di Dermatologia venne declassata dal piano di organizzazione del dottor Boraso, che la voleva sostituire con una fantomatica, quanto inutile struttura amministrativa complessa denominata 'Organizzativa strategica'". 

Betty Martinelli

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