Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida ha presentato ieri in Consiglio dei Ministri un'informativa su una proposta di modifica della legge sulla caccia, firmata dai senatori Malan, Romeo, Gasparri e Salvitti. L'iniziativa punta a riformare la legge 157 del 1992 che regola la protezione della fauna selvatica e l'attività venatoria.
"Finalmente, dopo oltre trent'anni si aggiorna una legge che era diventata del tutto obsoleta", ha commentato Paolo Bongioanni, assessore regionale al Commercio, Agricoltura e Caccia del Piemonte. "Fotografava un'Italia che non c'è più e non era più in grado di fornire strumenti adeguati per contrastare fenomeni come l'invasione dei selvatici fino nei centri delle città".
La proposta nasce dalla necessità di affrontare problemi emersi negli ultimi decenni: la diffusione incontrollata di fauna selvatica, i danni alle colture aggravati dal cambiamento climatico, la regressione delle aree coltivate a favore di quelle boschive, e l'emergenza della peste suina africana.
I numeri del Piemonte fotografano la portata del fenomeno. Nel 2024-2025 i danni da fauna selvatica alle colture hanno generato richieste di risarcimento per oltre 4,7 milioni di euro a carico delle casse pubbliche. Dal 2018 la Regione ha erogato 2,8 milioni di euro tra risarcimenti per danni da predazione da lupo e aiuti alla prevenzione. A questi si aggiungono oltre 13 milioni di euro in quattro anni per le misure di biosicurezza contro la peste suina trasmessa dai cinghiali.
L'obiettivo della riforma è "ripristinare un corretto rapporto di convivenza tra l'uomo e gli animali selvatici" garantendo lo stesso livello di tutela alla fauna e alle attività umane.
Bongioanni ha risposto alle critiche degli animalisti: "Nulla di quanto avevano detto c'è nello schema della nuova legge. Non si sparerà per strada, non si sparerà di notte, non verranno ridotte le aree protette, non si legalizzerà il bracconaggio". L'assessore ha chiesto collaborazione per applicare le future norme "nel segno del bene comune e dell'interesse della collettività".
La proposta, firmata dai quattro gruppi di maggioranza del Senato, dovrà ora seguire l'iter parlamentare per la discussione e l'eventuale approvazione.