Sacchetti dell’ortofrutta, stoviglie, capsule del caffè: sono davvero biodegradabili? E soprattutto, dove vanno gettati? Per chiarire i dubbi più comuni sulla raccolta differenziata dei rifiuti organici, parte una campagna di sensibilizzazione promossa da GAIA spa e Biorepack, il Consorzio nazionale per il riciclo degli imballaggi in plastica compostabile. L’iniziativa coinvolgerà i 114 Comuni soci della provincia di Asti con punti informativi, serate pubbliche, analisi merceologiche e un concorso per le scuole.
L’obiettivo: meno errori, più riciclo di qualità
Spesso, nella frazione organica finiscono materiali non compostabili, compromettendo il processo di trasformazione in compost. "Troppe impurità aumentano i costi e riducono la qualità del prodotto finale", spiega Giancarlo Vanzino, presidente di GAIA. La campagna punta a migliorare la separazione dei rifiuti, garantendo che solo i materiali certificati EN 13432 (come shopper, vaschette alimentari e capsule compostabili) vengano conferiti nell’organico.
Le iniziative sul territorio
Dal fine giugno, il progetto prenderà il via con un incontro con i sindaci durante l’Assemblea di GAIA, per poi svilupparsi con:
- 20 punti informativi in mercati e luoghi pubblici;
- 10 serate aperte ai cittadini;
- analisi merceologiche per monitorare la qualità dei rifiuti;
- incontri dedicati ad attività commerciali e istituti alberghieri.
Non mancheranno attività per i più giovani: agli studenti delle scuole secondarie e ai partecipanti ai Centri estivi è proposto un concorso per video creativi sul corretto smaltimento della bioplastica. I migliori lavori, selezionati da una giuria e dal pubblico online, saranno premiati in un evento finale ad Asti.
Cosa buttare nell’organico? Le regole
Nella raccolta dell’umido vanno conferiti solo imballaggi compostabili certificati: sacchetti per alimenti, stoviglie monouso, palette e capsule per caffè, purché riportino la dicitura “biodegradabile e compostabile”. "Attenzione alle plastiche tradizionali – avverte Vanzino –, anche quelle etichettate come ‘eco’ ma non certificate: inquinano il ciclo del compost".
Un investimento per l’ambiente
Grazie al finanziamento di Biorepack, GAIA potrà potenziare le azioni per ridurre i rifiuti non compostabili, ottimizzando i costi di trattamento e garantendo un compost di alta qualità per l’agricoltura. "Coinvolgere cittadini e scuole è cruciale – conclude Vanzino –: solo con una collaborazione diffusa possiamo raggiungere risultati concreti".