Economia e lavoro - 01 luglio 2025, 14:44

Fondazione Cassa di Risparmio di Asti dimezza i micro-contributi e raddoppia i finanziamenti collegati a progetti in rete [INTERVISTA]

Svolta nella strategia erogativa: dai 125 interventi "a pioggia" del 2024 ai 53 del 2025, ma crescono i progetti da 5mila euro in su. Il presidente Negro: "Maggior attenzione ai giovani"

Livio Negro

Livio Negro

Livio Negro, classe 1963, è un imprenditore e manager astigiano con una lunga carriera nel settore ICT. 

Dal 12 luglio 2024 è Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, un ruolo chiave che ricopre apportando un approccio pragmatico e innovativo. Con una vasta esperienza che spazia dalla gestione di aziende tecnologiche alla guida di enti territoriali, Negro ha introdotto una nuova visione strategica per la Fondazione, puntando su collaborazioni, sostenibilità e innovazione.

 In questa intervista ci racconta il bilancio del primo anno di mandato e gli obiettivi per il futuro.

 Presidente Negro, può fare un bilancio di questo primo anno alla guida della Fondazione?

 Le sfide sono state molteplici: in primis una nuova impostazione per le due strumentali (Consorzio Asti Studi Superiori S.c.ar.l e Fondazione Asti Musei) sotto il profilo della governance, dove in passato la rappresentanza degli enti coincideva con lo stesso presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti. 

Era assolutamente importante individuare professionalità adeguate con particolari competenze specifiche nel settore artistico e in ambito accademico. Io provengo dal mondo imprenditoriale e la sfida di guidare una fondazione bancaria è stimolante e penso di poter apportare esperienze e idee innovative per una rinnovata mission dell’Ente in una visione maggiormente “imprenditoriale”, che si concretizza in una azione diretta ad accrescere sinergie e sviluppo del territorio. Il professor Antonio Lepore (presidente Asti Musei ndr) ha una storia e una conoscenza profondissima di tutto ciò che è arte e cultura e il professor Guido Saracco (già rettore del Politecnico di Torino) proviene da una realtà leader nel settore tecnologico con conoscenze e relazioni importantissime nel mondo accademico ed imprenditoriale anche a livello internazionale. Vogliamo proseguire nel percorso di crescita delle nostre due strumentali che afferiscono rispettivamente ai settori arte, attività e beni culturali ed educazione, istruzione e formazione. Sono nel consiglio di amministrazione di entrambe le realtà in quanto gli indirizzi e le scelte strategiche vengono concertate e definite con la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti maggior finanziatore. 

Il lavoro che si sta attuando sulle strumentali è importante e i recenti risultati ottenuti con la mostra di Escher ne testimoniano l’operato: gli oltre 62.000 visitatori devono essere considerati il punto di partenza e non certo il punto di arrivo. 

Un segnale di distacco dal passato quindi?

 Si, provengo da un mondo molto pragmatico e diretto, e tale metodologia va applicata anche in Fondazione perché essere concreti non può che giovare alla nostra comunità di riferimento e al suo sviluppo. 

E guardando al futuro? Come ci si sta muovendo?

 Il prossimo piano programmatico pluriennale della Fondazione CrAsti 2026-2028 sarà realizzato sulla scorta delle indicazioni che perverranno dai lavori delle tre commissioni: cultura e turismo, università e istruzione, servizi alla persona. L’idea è quella di rivedere la definizione e i contenuti dei bandi e le tempistiche di presentazione delle istanze di contributo, ipotizzando per alcuni bandi una doppia finestra temporale così da concedere ai richiedenti più tempo per pianificare ed organizzare al meglio i loro progetti in funzione di una migliore strutturazione e quindi di una successiva valutazione della Fondazione maggiormente indirizzata ad iniziative ed interventi di più ampio respiro. Una trasformazione che segna il definitivo abbandono della logica assistenzialista per abbracciare una strategia di sviluppo territoriale, dove ogni euro erogato deve generare effetti moltiplicatori e costruire reti durature tra gli attori locali. Il nostro sforzo è proprio quello di far sì che istituzioni e associazioni si uniscano e collaborino per l’attuazione di progetti comuni e condivisi sentendosi parte attiva della medesima comunità

Veniamo ai numeri concreti dell'attività erogativa. Cosa è cambiato rispetto al passato? 

Il discorso del ragionamento a ‘pioggia’, giusto o sbagliato che sia, fa parte di un modus operandi ormai superato; oggi la Fondazione CrAsti agisce in linea con le indicazioni Acri e con l’operato delle grandi Fondazioni che, attraverso le loro progettualità, operano in sinergia non solo sul territorio in cui sono ubicate ma su territori più vasti e a livello nazionale. 

Svolta quindi nella strategia erogativa: se nel 2024, 125 interventi si sono collocati nella fascia di importo 0 - 5.000 euro (con una preponderanza di finanziamenti di importo pari o inferiore a euro 1.500,00 per progetto), nel 2025 solo  53 interventi risultano deliberati nella medesima fascia, con un impatto del 6% sul totale deliberato contro il 12% dello scorso anno, dato che si è dimezzato.

 E per i contributi più consistenti? Quali sono i criteri per accedere ai nuovi finanziamenti? 

Crescono i progetti in rete ed aumentano i contributi di importo superiore a 5.000 euro da 26 nel 2024 sono passati a  48, nel solo primo semestre 2025, in percentuale significa dal 13,13% al 19,19%. Sono quasi raddoppiati. Questo perché si sta cercando di far capire che bisogna costruire progetti con tre caratteristiche distintive: deve esserci un cofinanziamento, devono essere progetti che legano realtà diverse - quindi enti pubblici e privati, istituzioni e associazioni - e devono avere anche una visione di innovazione e sostenibilità nel tempo. 

Avete già visto risultati concreti di questo approccio? 

C'è stato molto interesse, sinceramente. La cosa positiva è stata che questa modalità di lavoro, ha fatto sì che strutture maggiormente consolidate, abituate a partecipare a bandi regionali, abbiano coinvolto anche realtà minori in processi aggregativi: un grande risultato. Si abituano così i “piccoli” a fare sistema

Come si inserisce questo nella strategia nazionale delle Fondazioni?

 Le grandi Fondazioni - Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT - si muovono al di là del proprio territorio con progetti di respiro nazionale e tramite l’emanazione di bandi molto importanti. Ciò consente ai richiedenti virtuosi del nostro territorio di parteciparvi ottenendo ulteriori possibili risorse che, aggiungendosi a quelle della Fondazione CrAsti, al meglio esplicitano il concetto di fare sistema. Essere nel consiglio di Acri è molto importante perché si ha la visione di quello che succede a livello nazionale sotto il profilo progettuale sia nella metodologia adottata che nella forma utilizzata per cercare di replicarlo sul territorio locale.

 Quali sono gli obiettivi per il prossimo triennio? 

Per il prossimo triennio la Fondazione CR Asti cercherà di porre maggiore attenzione ai giovani in tutte le sfaccettature: dal disagio giovanile, al sostegno scolastico, alla crescita professionale, all’inserimento nel mondo del lavoro, ecc.. Se si vuole costruire qualcosa si parte sempre dalla base: i giovani rappresentano il nostro presente e il nostro prossimo futuro.

Betty Martinelli

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