Ad Asti, davanti al Tribunale, ieri si è tenuta una giornata di mobilitazione per chiedere la stabilizzazione immediata dei lavoratori precari del Ministero della Giustizia. Si tratta di 12mila dipendenti assunti nel 2022 attraverso il bando PNRR e fondamentali per il funzionamento dei tribunali italiani. Tuttavia, i loro contratti scadranno nel luglio 2026, e solo per 6mila di loro è stata garantita una stabilizzazione da parte del Governo. A oggi, mancano certezze sui tempi, sui criteri e sulle modalità di assunzione di tutti i lavoratori.
Ad Asti, la situazione è particolarmente grave: su 60 funzionari previsti, 23 sono precari, mentre in alcune sezioni del Tribunale, come quella penale, tutto il personale è assunto a tempo determinato. I numeri parlano di un 50% di carenze nell’organico complessivo, e senza la stabilizzazione dei precari, il sistema giustizia rischia di andare in tilt. È una battaglia non solo per il futuro lavorativo di queste persone, ma per la tenuta stessa del servizio pubblico.
Circostanza confermata anche da Elena Beltramo Rsu Tribunale di Alessandria (cui fa capo anche Nizza Monferrato e altri paesi dell'Astigiano), Usb Pubblico Impiego, funzionaria tecnica di amministrazione in servizio da novembre 2022 e "in scadenza" al 30/6/2026.
"Tra un anno esatto la metà di noi a livello nazionale e quindi 6.000 dipendenti in questo momento in servizio in tutti i tribunali, le Corti d'appello di tutta Italia, andranno a casa. In questo momento infatti la volontà governativa è di stabilizzare soltanto 6.000 unità di personale a fronte delle 12.000 circa in servizio. Questa situazione è irricevibile, siamo personale formato ormai, che ha dato dimostrazione di capacità e di impegno, è una visione assolutamente miope a livello di sistema, tenuto conto che il Ministero della Giustizia ha in questo momento una carenza di organico da dati ufficiali ministeriali di 15.000 unità di personale amministrativo appunto mancante. Le situazioni dei tribunali più piccoli sono ancora più drammatiche", spiega.
Una situazione che non soltanto si ripercuote sulle persone che perderanno il lavoro, ma anche sulle professionalizzazioni. Tutti hanno superato concorsi pubblici per titoli e per esami.
"Non abbiamo ancora capito - rimarca Beltramo - quali saranno i requisiti che faranno capire chi è meglio di un altro. Con questi presidi in tutta Italia abbiamo ricevuto molto sostegno anche dal dottor Paolo Rampini, presidente del tribunale di Alessandria che lamentava già ad Asti carenze di personale".
Senza la stabilizzazione di tutte le figure professionali la giustizia "zoppicante" avrà ricadute importanti anche sul territorio e sui cittadini.
L’appello dei consiglieri Briccarello e Bosia
Tra le voci che si sono levate a favore della stabilizzazione spiccano quelle dei consiglieri di Uniti Si Può, Vittoria Briccarello e Mauro Bosia, che hanno inviato un comunicato in merito alla questione. "Dal 1° luglio 2026, circa 6.000 dipendenti del Ministero della Giustizia rischiano il licenziamento. Lavoratrici e lavoratori fondamentali per il funzionamento quotidiano dei tribunali, tra cui quelli di Asti e Alessandria. Tuttavia, ad oggi, non vi è alcuna certezza sulla loro stabilizzazione", affermano i consiglieri.
Briccarello e Bosia hanno espresso forte preoccupazione per le dimissioni che stanno interessando molti lavoratori precari, stanchi di questa condizione di incertezza cronica. "In molti stanno lasciando per cercare posti più stabili in altre amministrazioni. Asti, Alessandria e l’intero Paese non possono permettersi di perdere queste competenze, soprattutto considerando che le attuali carenze d’organico superano già il 50%. I tribunali di provincia, con poco personale fisso, sono i più colpiti" sottolineano.
Nel comunicato, i consiglieri avanzano precise richieste chiedendo Il pieno sostegno pubblico da parte del sindaco e della Giunta; un ordine del giorno che avvii un dialogo diretto con il Governo, il Ministero e la Regione; l’apertura di un tavolo di confronto locale per affrontare la crisi; azioni concrete per garantire continuità al Tribunale di Asti e Alessandria.
"I diritti dei cittadini passano attraverso un sistema giustizia efficiente e stabile. Stabilizzare il personale significa difendere non solo i lavoratori, ma anche il funzionamento dei tribunali e i diritti di chi vi si rivolge", concludono.
L’importanza della stabilizzazione per il sistema giustizia
Durante il presidio organizzato dall’Unione Sindacale di Base (USB) insieme a CGIL e UIL, molti lavoratori precari hanno preso parola, affiancati dai colleghi con contratto a tempo indeterminato e dagli avvocati dell’Ordine locale. A dare sostegno alla mobilitazione, anche la presidente del Tribunale di Asti, Ombretta Salvetti, con i responsabili delle sezioni civile e penale e l’Ordine degli Avvocati di Asti. "La giustizia è un bene comune, è tempo di garantire stabilità a chi lavora per sostenerla, ha detto Salvetti. La perdita di questi lavoratori non sarebbe solo un problema occupazionale, ma un danno irreparabile per il sistema giudiziario. La giustizia è un bene comune e oggi più che mai ha bisogno del sostegno di tutti. Senza questo personale, gli uffici rischiano di svuotarsi ulteriormente, compromettendo la capacità di garantire servizi essenziali e minando la tenuta di un sistema già in affanno".
"Ogni giorno - ha concluso la presidente - questi operatori qualificati contribuiscono con il loro impegno al funzionamento del sistema giustizia, nonostante le difficoltà. È imperativo trovare una soluzione che consenta loro di continuare ad assolvere a questo compito fondamentale",
La battaglia per la stabilizzazione del personale PNRR Giustizia è quindi una priorità che riguarda l'intera comunità, chiamata a difendere la tenuta di un sistema essenziale per il bene pubblico.
Un messaggio chiaro: stabilizzazione subito
Il futuro del sistema giudiziario italiano passa per la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari assunti con il PNRR. Ad Asti, così come ad Alessandria e in altre realtà simili, i tribunali si trovano sull’orlo del collasso. Carichi di lavoro insostenibili, dimissioni crescenti e incertezze sul futuro rischiano di compromettere un servizio essenziale.
L’appello dei consiglieri Briccarello e Bosia, unito alle richieste dei lavoratori e al sostegno delle istituzioni locali, deve spingere le autorità nazionali ad agire. Non è solo una questione di lavoro, ma una battaglia per la giustizia e per l’intero sistema Paese.
Mauro Bosia con Ugo Annona ed Emanuele Aragona precari Usb del Tribunale di Asti