Difendere l’autenticità e la reputazione dello spumante italiano. È questo l’obiettivo primario di Coldiretti Asti che, insieme alla federazione regionale e nazionale, lancia un accorato appello per rivedere la normativa sull’origine dei vini spumanti. La preoccupazione principale riguarda la possibilità, oggi prevista dalla legge, di etichettare come "italiano" uno spumante ottenuto da vini esteri semplicemente spumantizzati in Italia.
Un paradosso normativo che, secondo Monica Monticone, Presidente di Coldiretti Asti e membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega al settore vitivinicolo, rappresenta un inganno per i consumatori e un danno concreto per i produttori locali. “Si tratta di un vero e proprio furto d’identità – afferma – a scapito delle nostre eccellenze vitivinicole. Non possiamo accettare che bevande molto diverse dai nostri spumanti vengano vendute con etichette e packaging che richiamano i nostri vitigni e territori”.
Nel mirino anche il disciplinare di produzione del Vermouth di Torino, che Coldiretti propone di modificare introducendo l’obbligo di utilizzo esclusivo di vini provenienti dal Piemonte. Una misura ritenuta necessaria per tutelare la qualità e la tipicità di un prodotto simbolo del territorio.
Gianfranco Torelli, vicepresidente di Coldiretti Asti e produttore di Canelli DOCG, sottolinea l’unicità degli spumanti locali, frutto di un terroir irripetibile: “Il nostro Moscato è apprezzato in tutto il mondo per la sua eleganza e purezza, qualità che derivano da un perfetto equilibrio tra vitigno, clima, esposizione, terreno e l’opera dei viticoltori. Nessun prodotto realizzato altrove può replicare questa combinazione”.
Nonostante le difficoltà globali, tra dazi, burocrazia europea e cambiamenti climatici, il Moscato continua a distinguersi: nel 2025, il calo delle fascette è stato del solo 11% rispetto all’anno precedente, un risultato molto meno drammatico rispetto ad altre denominazioni italiane che hanno subito contrazioni fino al 30%. Il Canelli DOCG, con le sue 500 mila bottiglie attuali, punta al raddoppio nei prossimi anni.
Proprio per proteggere questa crescita, Coldiretti rinnova la battaglia contro il fenomeno del “fake Made in Italy” e dell’Italian Sounding, con prodotti esteri travestiti da italiani. Una battaglia iniziata anni fa che oggi prosegue con una proposta di legge europea di iniziativa popolare per rendere obbligatoria l’indicazione dell’origine degli ingredienti in etichetta su tutti i prodotti alimentari venduti nell’Unione Europea.
“La raccolta firme – spiega Giovanni Rosso, direttore di Coldiretti Asti – vuole dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani, per proteggere la salute dei cittadini e garantire il giusto reddito agli agricoltori”.
È possibile sottoscrivere la proposta nei mercati contadini di Campagna Amica in Piemonte, presso tutte le sedi territoriali Coldiretti o online all’indirizzo: https://eci.ec.europa.eu/049/public/#/screen/home